Capitolo 3

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Love is composed of a single soul inhabiting two bodies.
                                          Aristotele

Erano passati un paio di giorni dall’arrivo di Nyssa e ognuno era tornato alla sua vita di sempre. L’assassina viveva in un piccolo appartamento poco lontano da casa mia, in modo che io potessi “tenerla d’occhio”; sì, come se non fosse capace di non farsi scoprire.
Finita la visita a mio padre, quella sera passai da lei per vedere come stava. Decisi di portarle anche qualcosa da mangiare, visto che aveva il frigorifero praticamente vuoto.
Entrai in casa (sì, avevo una copia delle chiavi giusto per sicurezza, o almeno così aveva detto Oliver) e la trovai sul divano.
-Ehy. Sono venuta a vedere come stai e a portarti qualcosa da mangiare-.

Lei sorrise e prese la borsa con il cibo, iniziando a sistemarla. -Ai tuoi amici non piaccio proprio eh?-.

Sorrisi. -Beh, semplicemente fanno fatica a fidarsi-.

Lei sospirò: -Li capisco, dopotutto l’ultima volta ho cercato di ucciderli-.

Mi sedetti sul divano accanto a lei: -Come mai te ne sei andata?-.

-Te l’ho detto, mio padre voleva che sposassi un uomo che non amo-.

-Chi? Lo conosco?-.

Mi guardò, annuendo. -Alan-.

Spalancai gli occhi: davvero aveva deciso che avrebbe sposato lui?
-Davvero?! Ma quello lì pensa solo a se stesso!-.

-Lo so, è per questo che me ne sono andata!-.

Non l’avrei mai detto, ma per la prima volta vidi Nyssa piangere. Sapevo bene che tipo di uomo era, tutte le donne che facevano parte della Lega pregavano di non finire nel suo mirino.
La abbracciai e risentii quel calore e affetto che credevo di aver ormai dimenticato. Forse quello che c’era stato tra me e Nyssa non era proprio insignificante.
-Ti sta cercando?- chiesi.

Scosse la testa. -Mio padre mi ha lasciata andare, si rifiutava di dover uccidere sua figlia-.

Annuii e la strinsi. Non l’avevo mai vista così fragile e in quel momento mi chiesi se non fosse successo qualcosa che l’avesse ridotta così.
-Ora sei qui, non permetterò che ti mandino via- le dissi dolcemente.

-Loro sanno… lo sai, di noi due?-.

Annuii. -Sì, ma non gli hanno mai dato molto peso-.

Si staccò, guardandomi negli occhi. -Dimmi la verità: te ne sei andata perché non volevi stare con me?-.

Davvero aveva pensato che fosse stato quello il motivo della mia fuga per tutto quel tempo??
-Certo che no, non ti avrei mai lasciata! Ma non ce la facevo più a stare lì, così con la scusa di dovermi assicurare che la mia famiglia stesse bene me ne sono andata. Dovevo farlo di nascosto, sapevo che non mi avresti mai permesso di partire-.

Sembrò rilassarsi, evidentemente tutti i suoi timori erano spariti. -Temevo di aver fatto qualcosa…-.

Sorrisi, mentre con le mani strinsi le sue: -Non hai fatto nulla tranne che amarmi-.

Si sporse verso di me, baciandomi delicatamente. Mi era mancata tantissimo, così come il suo tocco delicato, le sue labbra dolci e forti. Ricambiai il bacio.

POV Leonard

-Quindi? Hai qualcosa da ridire?!-.

Sospirai sentendo la voce di Ray rimbombarmi nell’orecchio.
-Sto solo dicendo che il tuo piano ci farà ammazzare-.

Voleva entrare armato nella Casa Bianca. Era pazzo, era ufficiale.
-Non succederà se stiamo attenti! E poi sono il vostro capitano, dovresti ascoltarmi-.

-Abbastanza incompetente come capitano direi-.

-Che hai detto?!-

-Dico solo che sia Sara che Rip erano mille volte migliori di te come capitani-.

Lasciai la stanza e andai sulla piccola nave che avevamo di scorta. Sarei tornato nel presente, non avevo assolutamente intenzione di stare con quelli là e rischiare di farmi uccidere.

POV Nyssa

Mi mossi istintivamente non appena un raggio di sole colpì la mia faccia. Nel farlo urtai qualcosa e solo allora mi ricordai di quello che era successo la sera prima: io e Sara avevamo chiarito e… beh era successo quel che era successo.
Sorrisi a trentadue denti, girandomi verso di lei: quando dormiva era bellissima e soprattutto era tranquilla, non tesa e in allerta come succedeva durante il giorno.
Le diedi un bacio sul collo, facendola svegliare: -Buongiorno-.

Lei mi sorrise, baciandomi: -Buongiorno-.

Si alzò, preparando la colazione mentre io apparecchiavo la tavola. Potevo anche abituarmi a quella situazione: lei che cucinava?, io che apparecchiavo e il telegiornale di sottofondo.

-… Le autorità stanno indagando su chi sia il colpevole della rapina. Nel frattempo abbiamo qui il sindaco di Star City che rassicura che hanno già cominciato le indagini e che sarà solo questione di tempo prima che il colpevole venga trovato… -.

-Di che parlano?- chiese Sara portando la colazione pronta: uova e bacon.

-Una rapina in una gioielleria. Stanno cercando il colpevole-.

Ci sedemmo a tavola, mentre alla televisione raccontavano come poteva essere andata la vicenda.

-… Sulla scena del crimine sono stati trovati dei frammenti di ghiaccio che probabilmente sono stati usati per rompere le vetrine. Questi frammenti sono simili a quelli usati in varie rapine in passato a Central City. Che il colpevole sia lo stesso?...-.

La vidi scrutare la televisione con attenzione, come se stesse cercando di capire qualcosa.
-Tutto ok?-.

-Non è possibile che sia stato lui…-.

Note:
Eccomi con un altro capitolo!
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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