Capitolo 6

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Love is a smoke made with the fume of sighs.
                                      W. Shakespeare

E anche quel giorno la lezione era terminata. Stavo per uscire dalla palestra, quando la mia titolare mi chiese di raggiungerla nel suo ufficio. Una volta lì trovai nientemeno che Leonard.
-Signorina Lance, volevo presentarle il suo assistente-.

Lo guardai: non potevo crederci, aveva davvero trovato un lavoro?
-Spero che ci troveremo bene a lavorare insieme- dissi sorridendo.

La titolare ci liquidò appena possibile. Iniziai ad incamminarmi verso casa, ma mi sentivo seguita e così deviai un po’ la strada.

Arrivata in una strada poco frequentata mi voltai: era Leonard a seguirmi.
-Che vuoi?-.

-Beh, ho seguito il tuo consiglio e mi sono trovato un lavoro-.

-Casualmente- sottolineai la parola -proprio dove lavoro io- dissi mettendo le mani sui fianchi.

-Ovviamente- e fece un sorriso furbo.
Sospirai. Beh, sarebbe stato divertente lavorare con lui.

Quella sera preparai una bella cenetta: pollo arrosto con patate, entrambi cotti al forno. Una volta finito di apparecchiare guardai l’orologio: le 7.30 pm. Nyssa sarebbe tornata tra mezz’ora dal lavoro, così decisi di iniziare a preparare l’allenamento per il giorno seguente.
Nyssa aveva trovato un lavoro come commessa in un negozio di pegni. Non era il massimo per una come lei, ma era meglio di niente.

Nel frattempo la televisione trasmetteva il telegiornale, in cui un giornalista intervistava una coppia di ragazzi appena salvati da un’aggressione.

-È stato orribile, se non fosse stato per lui non ci saremmo salvati-.
-Lui chi?- aveva chiesto il giornalista.
-Il Vigilante, chi altro?-.

Sorrisi. Oliver aveva fatto un altro buon lavoro. Ultimamente faceva tutto da solo, mi chiamava solo per le missioni più importanti e in un certo senso gli ero grata per questo, avevo bisogno di un po’ di quotidianità.

Neanche me ne accorsi e la mezz’ora passò. Venni riportata al presente dalla porta d’ingresso che si apriva e la voce di Nyssa che mi salutava.

-Ehy! Sono tornata prima dal lavoro e ho pensato di preparare qualcosa di particolare per cena-.

Lei andò a curiosare in cucina. -Pollo e patate? Te l’ho già detto che ti amo?- disse ridendo.

-Sì- risi pure io e la baciai.

-Com’è andata oggi?-.

-Bene. Ho un nuovo assistente e indovina: lui non è nientemeno che Leonard Snart, il ladro con la pistola di ghiaccio che viaggiava nel tempo con me-.

-Ah sì? E come mai è qui?-.

E così le raccontai di quando lo avevo incontrato e del fatto che lui non riteneva Ray un capitano abbastanza in gamba per sostituirmi.
-Beh, almeno hai qualcuno che conosci ad aiutarti-.

Inutile dire che avevo “accidentalmente” omesso il dettaglio della nostra relazione a bordo della Waverider.
-Già. Sempre meglio che uno sconosciuto-.

Il telefono squillò, avvertendomi dell’arrivo di un messaggio: Felicity.

-Oliver ha bisogno del tuo aiuto, raggiungilo il prima possibile al Municipio!-.

-Devo andare, Arrow ha bisogno di me. Tornerò appena posso, promesso-.

Lei sorrise. -Non preoccuparti, White Canary-.
Sorrisi e corsi via.

Arrivai al Municipio e salii nel suo ufficio. Lo trovai combattere con un uomo, piuttosto alto, capelli corti e neri, su con l’età.

-Vedo che la tua amica è venuta a farti compagnia. Meglio così, almeno morirete insieme-.

Lanciò Oliver contro la parete e venne verso di me. Attaccai, ma lui parò tutti i miei colpi.

-Sei in gamba, peccato che ti dovrò uccidere- disse sferrando un colpo e lanciandomi via. Non ci vidi più e iniziai a colpirlo con furia e rabbia.

-Basta! Sara fermati o lo ucciderai!-.
Mi bloccai di colpo: l’uomo di fronte a me era a terra, sanguinante.

-Io…- lo guardai; avevo perso il controllo un’altra volta, non ero riuscita a fermarmi.

-Va tutto bene- disse avvicinandosi.

-No, non va per niente bene!- dissi scostandomi -Sono passati anni, eppure…-.

-Sara…-.

-Voglio stare da sola, io… ho bisogno di pensare un attimo-. E me ne andai.

Tornai a casa e appena mi vide Nyssa balzò in piedi; nel suo sguardo potevo leggere un’enorme preoccupazione.
-Tutto bene?-.

Scossi la testa e la abbracciai, scoppiando a piangere.

POV Alan

-Maledizione!-. Battei la mano sul tavolo con forza.

-È praticamente sparita, non riusciamo a rintracciarla da nessuna parte- disse una delle mie reclute.

-Continuate a cercare!- urlai.

Mi passai una mano sul viso, sospirando frustrato. Quando aveva saputo che avrebbe dovuto sposare me se n’era andata quella codarda. Avevo una mezza idea su dove poteva essersi nascosta, ma prima di agire avevo bisogno di certezze.

-Verrò a prenderti, è solo questione di tempo mia cara-.
Ghignai, mentre all’orizzonte il sole lasciava posto alla luna.

Note:
Scusate il ritardo, ma ho avuto una settimana PIENA di impegni, scolastici e non, ho avuto a mala pena il tempo di respirare 😅😂
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia!.
P.S. : dato che alcuni di voi probabilmente non conoscono i personaggi, nel capitolo successivo metterò le foto dei principali, in modo che possiate almeno avere un’idea di come siano 😊
Bye

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