Capitolo 5

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Love is a better teacher than duty.
A. Einstein

La tensione era alle stelle, chiunque poteva percepirla. Io e Nyssa ci stavamo preparando da ore, volevamo essere impeccabili per quella serata.

Cosa c'era di così importante? Beh, quella mattina mio padre era stato dimesso dall'ospedale e aveva deciso di voler incontrare Nyssa durante una cena a casa sua.

Stavo per presentare a mio padre la donna che amavo e ovviamente avrei omesso il fatto che lei fosse un'assassina.

-Dici che sono presentabile?- chiese Nyssa. Indossava una giacca di pelle, una maglia nera, dei pantaloni di pelle del medesimo colore e degli stivali neri.

Io invece indossai una maglia bianca leggera, una giacca di pelle nera, jeans leggermente strappati e delle ballerine nere

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Io invece indossai una maglia bianca leggera, una giacca di pelle nera, jeans leggermente strappati e delle ballerine nere.

Io invece indossai una maglia bianca leggera, una giacca di pelle nera, jeans leggermente strappati e delle ballerine nere

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Ah dimenticavo: eravamo entrambe armate, non si sa mai 😊

-Stai benissimo, non preoccuparti. Ehy, andrà tutto bene, mio padre non ti mangerà di certo- dissi dandole un bacio di incoraggiamento.

-Quando scoprirà che sono un'assassina mi odierà-.

-Eri, non sei. Hai lasciato quel posto, ora sei una ragazza come tutte le altre-.

Sorrise.

-Dai andiamo, mio padre si starà chiedendo dove siamo finite-.

Qualche minuto dopo eravamo arrivate.
-Ehy piccola!- disse mio padre abbracciandomi appena entrai.

-Ehy!-.

Mi voltai e vidi Nyssa bloccata sulla porta.
-Entra pure, non mangio ancora le ragazze- disse mio padre ridendo.

Anche lei accennò a un sorriso e timidamente entrò nell'abitazione.
-Piacere di conoscerla, sono Nyssa-.

-Piacere mio. Prego, fa come se fossi a casa tua. Sara mi aiuti un attimo in cucina con il tacchino?-.

Risi: mio padre voleva sempre cucinare, ma certe volte non gli riusciva proprio.

Una volta arrivari in cucina chiuse la porta. Prevedo un discorso in arrivo.
-È lei la ragazza che mi dicevi?-.

-No guarda, ho portato qui la prima ragazza che ho incontrato per strada. Certo che è lei!- dissi ironica.

-Ma lei... Non so, mi sembra di averla già vista... Forse ne ho sentito parlare da Oliver-.

-Non saprei, non credo la conosca, lei non è di qui-.

Frce spallucce. -Sarà una mia impressione allora-.

Sorrisi e sospirai di sollievo. Ci era mancato poco che scoprisse chi era lei in realtà.

Tornammo nella sala da pranzo con il tacchino ormai pronto. Durante la cena mio padre tempestò Nyssa di domande su di lei, cosa le piacerebbe fare di lavoro, coss ha studiato ecc... Era venuto fuori il poliziotto che c'è in lui insomma.

-Basta papà! Manca che le chiedi il numero di scarpe e poi sai tutto su di lei!-.

Ridemmo tutti e la tensione sembrò alleggerirsi. -Scusa, sono abituato a fare tutte queste domande per via del mio lavoro-.

-Non si preoccupi, è tutto ok- disse Nyssa sorridendo.

Alla fine della cena lasciai un attimo chiacchierare mio padre e Nyssa e con la scusa di dover fare una chiamata urgente per la lezione di autodifesa del giorno seguente me ne andai.

Camminnai fino alla mia vecchia camera e ci entrai, venendo travolta dai ricordi.

Era incredibile come tutto in quella casa, in quella stanza mi ricordasse mia sorella e la mia vita prima di quel fatidico giorno.

Inspirai a pieni polmoni l'aria della stanza: mi sentivo a casa, solo che percepivo che mancasse qualcosa.
-Va tutto bene?- chiese Nyssa entrando nella stanza.

Mi voltai. -Sì, è solo che questa stanza è piena di ricordi-.

-Era la tua camera?- chiese avvicinandosi a me.

-Sì, mia e di mia sorella-.

-Non ho mai dovuto condividere la mia stanza con mia sorella, anche se da piccola lo avrei voluto più di ogni altra cosa. Ogni volta che avevo paura volevo andare da lei, ma si trovava dall'altra parte della casa e avevo paura di attraversare il corridoio da sola- disse ridacchiando.

Sorrisi e la guardai. -Sono certa che, a modo suo, tua sorella ti voleva bene-.
Annuì e ci abbracciammo.

Quella notte uscii senza farmi sentire da Nyssa e mi diressi alla Arrowcaverna.

Mentre ero sulla strada, tuttavia, venni attratta da un raggio di luce blu.
Corsi a vedere cosa fosse successo e lo vidi: Snart.

-Ancora in giro?- chiesi avvicinandomi.

-E tu? Non dovresti essere a nanna a quest'ora?-.

-Ho altri impegni. Dovresti smetterla con le rapine, non ci vorrà ancora molto prima che Green Arrow intervenga-.

-Chi? Il tuo ex?- ridacchiò.

-Non è il mio ex!- urlai.

-Sì certo... In ogni caso, come farei a sopravvivere se non prendo soldi?-.

-Beh, magari potresti trovare un lavoro-.

In risposta ottenni una sua risata. -Nei tuoi sogni bellezza-.

Rise e se ne andò.
Ok, non avrei mai capito la sua logica.

Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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