Ammanettato da parole derisorie, incatenato dal dissenso e imbavagliato dall'ipocrisia, umiliato e vilipeso da risate di scherno. Ecco come appariva l'efferato criminale, Maschera d'Inchiostro, seduto sullo scranno del giudizio, di fronte una nutrita giuria di innumerevoli volti coperti che lo scrutavano con disprezzo. Lo avrebbero ricordato per il suo crimine inimmaginabile. Il supremo giudice, quello con la maschera più appariscente, gli puntò il dito, biascicando le innumerevoli accuse. L'altro non prestava attenzione, le sue labbra annerite si distorsero in un ghigno derisorio. Non gli importava essere lì, sapeva di essere nel giusto. Non provò neanche a parlare, le orecchie gli si riempirono degli insulti, delle urla e dei fischi degli accusatori. "Colpevole, colpevole!" Gridavano all'unisono, battendo i piedi in terra, facendo tremare il pavimento. Anche se avesse voluto provare a difendersi, a che sarebbe servito? La sentenza era già stata emessa nel momento in cui compì quella azione: rivelarsi al mondo, privo di maschera. Questo era il crimine maggiore nel mondo delle Maschere, rifiutarsi di mentire al prossimo, esprimere i suoi reali sentimenti. E, tra il vederli rifiutati o derisi, non sapeva quale fosse l'atto meschino e vigliacco che gli provocò più dolore. Del giudizio degli altri non gli importava, Maschera d'Inchiostro era da sempre solo contro tutti, pur essendo convinto di essere nel giusto. Ma ecco il prezzo da pagare, per essere sinceri e mostrarsi per ciò che si era in un mondo di maschere. Aveva infranto la sua, svelato il suo volto, condiviso i propri segreti pensieri, rivelato la sua intima essenza. Aveva trovato qualcuno che finse apprezzamento e interesse, che giocò coi suoi sentimenti.
Deluso ed amareggiato, si cosparse il viso col suo inchiostro, le sue parole scritte divennero la sua nuova maschera; ma i sentimenti che lo spingevano a scriverle erano pur sempre provenienti dal suo vero io, come le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi, a ogni delusione che riceveva. E anche quella maschera durò poco. Il suo pianto lavò via l'inchiostro, lasciando allo scoperto mostruose insicurezze e paure, incise sul suo volto, come piccole cicatrici.
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Solo un Corvo Nero
RandomRaccolta di sensazioni che mi investono durante ripetitive giornate, piccoli ma importanti dettagli che voglio conservare, pensieri particolari e degni di nota, mescolati a tanti altri ininfluenti.