- Dimentica il cielo -

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Avvolto in uno scomodo abito di pelle, volto emaciati, occhi vuoti, fissi nel buio. A capo chino sfido il vento gelido, per una nuova giornata, affatto diversa dalle precedenti. Come in un meccanismo arrugginito, ripeto le stesse azioni, cammino col suono di un ticchettio, come un soldatino di latta, animato ma privo di pensiero libero. Giorno dopo giorno, osservo l'alba sconfiggere la notte e il tramonto colorare il cielo. E via per un nuovo ciclo. Sveglia, alba, sofferenza e tramonto. Tepore e sollievo effimeri, brevi intervalli prima del ritorno al gelo. Il viso si fa sempre più smunto ed esangue, l'animo sempre più vuoto. Lo sguardo sempre rivolto a terra, nessun sollievo, nessuna speranza. Da quanto tempo non fisso il cielo? Quando è stata l'ultima volta che l'ho visto, privo di nubi, che mi ha dato sollievo, che mi ha portato a sognare, a imprimere quei pensieri su carta? No, troppo tempo è passato. Coi piedi incastrati nei binari, ripeto le stesse azioni, giorno dopo giorno, in un ciclo infinito. Sotto un cielo che non guardo più. Non ci provo più. Non ha più senso. Non ha più valore cercare risposte nel cielo stellato, perfino gli astri sono spenti, o celati alla vista. Continuo a camminare, a passo lento, in un tragitto identico al precedente, notte, alba, giorno e tramonto. Tutto scorre in una logorante monotonia, spietata ripetitività, glaciale ticchettio di un ingranaggio sempre più allentato, fino a che le lancette si arresteranno per sempre.

Solo un Corvo NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora