Parole sputate, per esser più leggera, per stare ancora a galla

Oblio

Mi ha sempre affascinata il buio,
Così come la magia dell'ignoto.
Eppure amo la luce
E così vivo in un costante senso di incompletezza,
Perché né buio né luce mi saziano:
Quando ho uno, desidero l'altro.
Dentro me convivono questi due universi:
L'ordine e il chaos fanno l'amore sotto la mia carne, dentro il mio cuore, nella mia testa, scombussolandomi lo stomaco.
Vivo nella pace e vivo nel tormento,
Ed è una retta, senza una fine:
Sono per questo sconfinata;
Potrei creare un'arte viva e pulsante,
Potrei però anche distruggermi,
Soffrire in eterno, perdermi nell'infinito di me, del mondo.
È una continua ricerca di una quiete non troppo perfetta,
Di una confusione non troppo destabilizzante,
E un equilibrio fra gli opposti che non raggiungerò mai,
Perché quando entrambe le forze presenziano,
Una sovrasta l'altra
Ed è solo il tempo a decidere quando è il turno di questa o quella di vincere.

Sto a galla
In un oceano a me ignoto
Circondata dagli squali dei miei giorni,
Dei miei mille umori,
Dell'incostanza della mia vita,
barcollando,
Tra gli spazi e i tempi della mia età,
E delle mille età che porto dentro senza mai averle vissute.
Ho ricordi dell'inesistente.
Sono mille persone nella mia anima fragile di ragazzina.
So tutto e non so nulla,
So troppo e so troppo poco.
Manco e strabordo.
Sono fiera di ciò che ho vissuto fin'ora,
E me ne vergogno terribilmente
E in me vivono il lupo e l'agnello,
Seguendosi e scappando senza fermarsi mai.
Innocenza e colpevolezza,
Peccato e purezza,
Tutto in questo piccolo immenso corpo,
Dolce e crudele.
È la maledizione e il dono che viene fatto a noi
A noi che guardiamo il mondo,
Spettatori e protagonisti,
E lo dipingiamo,
Ci imprimiamo parole,
Lo cantiamo con intense melodie,
E lo divoriamo tutto,
Sputandolo quando è troppo.
Inconcreti, ma palpabili,
In continua contraddizione con noi stessi.
È il nostro privato oblio:
Lasciatecelo,
Sappiamo come trasformarlo in meraviglia.