Capitolo 1

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Arriva sempre il momento in cui ti sembra giusto fare tacere la tua parte razionale e dare totale libertà a quella irrazionale. Così feci quando dopo una lunga riflessione decisi di abbandonare Chicago per andare a vivere NY con mio padre.
A mia madre non era piaciuto per niente questo mio momento di pazzia; mi aveva ricordata che non ero in alcun modo in grado di prendermi cura di me stessa, che avevo abbandonato l'educazione privata solo poco più di un anno fa e che le avevo promesso che sarei rimasta a Chicago per gli anni dell'università.
Mio padre invece aveva accolto l'idea con le braccia aperte pensando che finalmente avessi deciso di andare a vivere con lui. Ma si sbagliava, anche se l'adoravo, non era quella la ragione che mi spingeva a ritornare ad abitare nella grande mela. La mia ragione era tutto altro che nobile. Questo viaggio doveva simboleggiare una ripresa di una parte del mio passato che non riusciva ancora a darmi pace.
Per restare negli emozionanti propositi presi per NY  avevo anche deciso di viaggiare con un aereo pubblico per la prima volta! Era dalle elementari che io e la mia migliore amica sognavamo di fare un viaggio scomodamente eccitante.
Ma non era solo per l'aereo, era anche perché non volevo atterrare direttamente a casa di mio padre ed essere presentata alla sua nuova fidanzata che facevo ancora fatica ad approvare. Volevo un po' di tempo da sola con lui, per questo gli avevo chiesto di venirmi a prendere in aeroporto.
Mia madre continuava a fare qualche resistenza anche sulla mia scelta di viaggiare e aveva chiesto a Preston, il maggiordomo di casa, di spiegarmi almeno tre volte come muovermi in aeroporto ma continuava lo stesso  a pensare che avrei perso l'aereo.

«Ti ho appena mandato il biglietto sull'email, ho fatto del mio meglio con la prenotazione. Spero che niente vada male» disse mia madre facendomi vedere il biglietto sul suo cellulare.
«l'importante è che abbia un posto su quell'aereo. Grazie» aveva deciso di occuparsi lei del mio viaggio anche se poteva benissimo farlo fare alla sua segreteria.

«Nel caso perdessi l'aereo chiamami oppure compra un altro biglietto direttamente dall'aeroporto, Preston ti mostrerà dove puoi comprarlo. Vuoi che rimanga con te finché il tuo aereo non parte?»
«no, non c'è ne bisogno»
«okay» rispose abbracciandomi.

Avevo buon rapporto con mia madre, diversamente da quello che dicevano i giornali, e mi sarebbe mancata non vivere più sotto lo stesso tetto. Ma va beh le avevo promesso che almeno due volte al mese sarei ritornata a casa.
Non avevo sempre vissuto con lei; dopo il divorzio dei miei ero stata costretta a vivere con i miei nonni materni perché entrambi i miei genitori avevano uno stille di vita che non lì permetteva di avere molto tempo per me. Mia madre, a causa della sua carriera nel mondo cinematografico, si trovava fuori casa spesso e finivo a non vederla per giorni. Mio padre invece, in quel periodo stava aprendo nuovi negozi in Europa e quindi la maggior parte del tempo si trovava in un altro continente. E così mi trovavo a casa da sola senza neppure la compagnia di mio fratello che era al collage.
Mia madre non ha tardato a risposarsi, infatti due anni dopo il divorzio si è risposata con un suo amico del tempo dell'università , George Benz, proprietario della Mercedes Benz, era trasferita si a Chicago.
Dopo essersi sistemata ha voluto che io mi trasferissi da lei ed è così che ho conosciuto Benjamin Benz, il figlio di George che era tre anni più grande di me.

La prima cosa che pensai quando lo vidi fu "cazzo, ti scoperei volentieri" e la seconda fu "ha l'aria di un donnaiolo, ne devo stare alla larga". Sul suo comportamento avevo più che ragione, Benjamin era donnaiolo fino al midollo ma non osò  mai allungare le mani su di me. Non ero ceca, vedevo il mio riflesso nello specchio e soprattutto vedevo come mi guardava e non riuscivo a capire con quale forza  si trattenesse così tanto. Da brava ragazza non avevo voluto approfondire questa mia curiosità e mi ero tenuta ben lontana da lui. Ci mancava solo che scopassi con il mio fratellastro. Era bello da morire ma mi promisi di stargli lontano visto che non volevo nessuna complicazione famigliare. Almeno così pensavo!


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