Capitolo 6

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Ero molto emozionata al pensiero di rivedere mio padre, non  lo vedevo da settimane a causa del suo continuo movimento.
Scesa dall'aereo mi diressi verso l'uscita e mentre cercavo di trovare mio padre o il suo autista, mi cominciò a suonare il cellulare. Era Rebecca, la sorella che non ho mai avuto, la mia migliore amica, la mia complice e se magari fossimo stati in Grey's Anatomy, l'avrei chiamata la mia persona. 
Anche se abbastanza diverse ci bastava poco per capirci; eravamo complici quasi in tutto da quando avevamo tre anni e non ricordo bene quando il nostro moto è diventato " noi due contro il mondo". Forse quando i miei hanno divorziato.
Posso dire che è stata la persona che mi è stata più vicina dopo che i mei mi hanno improvvisamente annunciato che stavano divorziando. La cosa non l'avevo digerita bene e Rebecca mi è stata vicina. Quando mi sono trasferita a Chicago, temevo che le cose tra di noi sarebbero un po' cambiate e non ne sopportavo l'idea ma fortunatamente le cose non sono cambiate così tanto,  riuscivamo a vederci quando volevamo e trascorrevamo insieme le vacanze e molti weekend.

«hei complice» risposi al telefono
«finalmente il tuo cellulare prende!Cavoli sei arrivata?!»
«In questo momento sto cercando l'uscita dell'aeroporto»
«non ci credo! Alla fine hai davvero preso un volo pubblico?»

«eh, sì! Ti devo dire che non mi sono trovata poi così male! Certo lo spazio a mia disposizione era davvero minuscolo ma per il resto è andato tutto bene»
«allora voglio farlo anch'io! Senti Iri dobbiamo fare una gita da qualche parte»
«la solita esagerata!» ci mettemmo entrambe a ridere mentre lei cercava di darmi le ragioni per cui dovevamo assolutamente farlo. E una di quelle, mi disse, era perché le eccitava viaggiare con altre 100 persone, se non di più.
«senti, allora? Ci stai al piano?»
«quello di fare una gita con un volo pubblico per farti divertire? No mia signora, devo declinare l'invito»

«ah, non importa! Avevo in mente di portarti  dietro legata, a parte quello, parlavo del nostro piccolo hobby»
«Sì, ci sto...hai nuovi sviluppi?»
«Sì, ho trovato un nuovo locale. Quello di prima l'ho scartato perché ho saputo che lo frequenta qualcuno che lavora con mio padre»
«assicurati che anche nel nuovo non ci sia un soggetto che potrebbe costarmi la mia eredità»
«già fatto, non ti preoccupare ho controllato tutto. Basta solo scegliere dei costumini stuzzicanti e tutto sarà apposto»
«stavo pensando di usare pure le maschere, che te ne pare?»
«non se ne parla! Siamo troppo sexy per essere nascoste dietro dalle maschere. Non vorrai privare il mondo di tale bellezza!»
«sto solo cercando di non dovermi incontrare con qualcuno che mi riconosca come "la ragazza dello strip club"»
«non ti preoccupare che non succederà, chi mai sentendo il tuo nome ti assocerebbe  ad un night club?»
Vidi l'autista di mio padre che stava venendo nella mia direzione, finalmente!
«va bene, mi stai convincendo. Ti richiamo dopo, ho appena visto l'autista di mio padre»

«va bene, a dopo»
«a dopo» riagganciai e salutai Dave, lavorava per mio padre anche prima del divorzio dei miei quindi lo conoscevo abbastanza bene. Era il maggiordomo di casa gentile e sempre affidabile.
Fece un piccolo inchino chiedendomi se il viaggio fosse andato bene
«sì, è andato bene grazie» prese in mano la felpa che mi ero tolta e ci dirigemmo verso la macchina mentre mi informava che i miei bagagli sarebbero arrivati direttamente a casa.
«Dave, non vedo mio padre, dov'è?» mi stavo guardando intorno e non vedevo mio padre da nessuna parte

«signorina, purtroppo suo padre non è potuto venire, ha avuto un impegno urgente all'ultimo minuto. Ha detto di dirle che ne è mortificato e che ci sarà senz'altro sta sera per cena» cosa? Era uno scherzo, vero? Avevo fatto tutto il viaggio scomodo per potermi fare venire a prendere da lui e non c'era?
«dove mi stai portando?» chiesi mentre faceva la manovra per uscire dal parcheggio
«a casa» rispose con una voce che nascondeva nascondeva un "se non dove?"
«suo padre ha ordinato di portarla a casa» aggiunse incerto
Ma come? Non intendeva nemmeno farsi raggiungere in qualunque posto fosse? Questo era troppo!

«Dave, portami subito in un albergo»
«come scusi?» Dave sembrava confuso e mi guardava dallo specchietto della macchina
«ho detto di portarmi in un albergo»
«ma suo padre ha detto di portarla a casa!»
«mio padre non può dirmi cosa fare se non mantiene le sue promesse, se ci tieni al tuo lavoro sarà meglio che mi porti in un albergo »
«va bene, mi dica in quale albergo la porto»
«non lo so!! Arrangiati!» stavo avendo una crisi di nervi e mi chiedevo che diritto avesse avuto mio padre di comportarsi così con me! Non me lo meritavo.
«le prendo una suite al Plaza»
«bene, prenota subito..per due»

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