Purtroppo non riuscì a mantenere allungo la mia promessa. La tensione (sessuale) che c'era tra noi era forte e non spariva; continuavo ad avere fantasie su di lui e a sua volta era palese che non mi considerasse come una sorella.
Dopo mille peripezie me lo trovai prima come amico poi come qualcos'altro.
La regola del buon costume me l' ero scordata e mi chiedevo cosa avrebbe detto mia madre se avesse scoperto di me e Benjamin.
Forse andarmene era un ottima idea e che restare sarebbe stato una pazzia.«mi mancherai» disse mia madre accarezzandomi la schiena.
«mi mancherai anche tu...Dorothy avrà già finito di farmi le valigie. Vado a vedere se ha messo tutto» mi sciolsi dall'abbraccio e mi diressi verso la grande scalinata che portava al piano notte. In realtà delle valigie non me ne fregava niente, potevo andare anche senza perché mi sarei fatta comunque un nuovo guardaroba. Andavo in camera di Benjamin perché mi stava aspettando.
Arrivata in camera sua lo trovai sdraiato sul letto con soltanto dei boxer addosso.
«sei in ritardo e hai troppi vestiti addosso» disse avvicinandosi a me e cominciando a spogliarmi. Quando rimasi in biancheria intima disse compiaciuto che andava meglio così.
Allungai la mia mano per toccare l'orlo dei suoi boxer poi cercai di mettermi in punta dei piedi per bacialo. Cazzo era troppo alto, per il mio metro e sessantotto centimetri, uno e novanta era troppo.
La sua bocca aveva un buon sapore, sapeva di fresco a causa delle mentine. Mi circondo i fianchi con le mani poi mi tirò su e gli circondai la vita con le mie gambe. Gli misi le mani nei capelli mentre il bacio si faceva più intenso poi allontanai le mie labbra dalle sue per prendere fiato.
Il mio sguardo si spostò dalle sua bocca per vedere tutto il viso. Eh sì, era bello. Era assurdamente lo stereotipo del bel ragazzo: cappelli scuri, occhi chiari e un fisico d'atleta. Ogni cheerleader della sua squadra di basket sognava almeno una volta nella vita di scoparselo.«non ci posso credere che te ne stai andando..»
«shhhh...» cercai di azzittirlo premendo il mio indice sulle sue labbra.
«chiedimi di scoparti?» mi chiese mordendo il mio police.
«scopami, Ben. Ti voglio dentro di me» Queste parole hanno un gran potere sull'essere chiamato maschio, e particolarmente su Benjamin; infatti l'affetto desiderato sentivo la sua erezione premere sulle mie mutandine.
Mi pose sul letto baciandomi e togliendomi il reggiseno poi cominciò a leccarmi i capezzoli e a succhiarli. Mi stavo eccitando, sotto le mutandine ero già molto bagnata. Mentre mi strusciavo sul suo pene, me le tolse e mi infilò un dito dentro poi se lo portò in bocca. Arrossì e lui sorrise.
Gli levai i boxer leccandogli il petto. Mi sollevò il mento e mi infilò la lingua in bocca apprendomi le gambe poi si fece strada e mi entrò dentro.
Era caldo e mi riempiva tutta, cazzo quanto mi piaceva sentirlo dentro di me! Sapeva fin troppo bene che in quel momento ero sotto il suo totale controllo e sapevo anche quanto amasse starmi dentro.
Prima le spinte furono lente e delicate accompagnate da carezze poi cominciarono ad essere più veloci e violente. Guardava il mio viso inebriato di piacere e guardavo il suo godendomi ogni singolo secondo.
Le nostre labbra si toccavano, si assaporavano e si fondevano. Non lasciavano spazio alle parole.
Entrava sempre più veloce ed io ero quasi al limite. Le mie gambe si irrigidirono, come quando stavo per venire, poi successe e lui pochi secondi dopo.Privi di fiato ci sdraiammo sul letto. Poggiai la mia testa sul suo petto. Sentii quanto forte batteva il suo cuore mentre scostava delicatamente i capelli dal viso sudato.
«porcellina oggi eri davvero scatenata..» disse palpandomi il culo
«...diventi sempre più Sporcacciona, eh?»
Ma senti chi parla..
«ho un bravo maestro» dissi e lo sentì gongolare
«allora perché te ne vai?»
«fammi delle domande più semplici per favore»
«È va bene. Cominciamo con il perché hai deciso di tingerti i capelli di nero?» mi chiese prendendo in mano una ciocca dei miei capelli
«Perché ero stufa di essere bionda poi i capelli neri mi piacciono» nei suoi occhi chiari come il giaccio comparve un espressione di totale incomprensione poi sorrise dicendomi che anche i capelli neri mi stavano bene.«non andartene, resta qui» sussurrò portandosi la mia mano sulle sue labbra. Il suo tono si era ammorbidito e il suo battito regolarizzato.
«Lo sai che ho già organizzato tutto, inoltre mio padre mi aspetta»
Lo guardai negli occhi sperando che non mi pregasse più di restare ma fu invano.
«Non fingere che tu vada lì per lui» rispose con una voce fredda togliendo
la sua mano dalla mia.
«credi che non sappia il motivo che ti spinge così tanto ad andare a vivere a New York? » nel suo tono c'era una punta di disapprovazione e di disgusto. Mi alzai dal letto e cominciai a rivestirmi. Avevo già capito come sarebbe andata a finire la conversazione.
«E quale credi sia motivo?» Chiesi fingendo di essere disinteressata alla risposta.«Mike, soddisfatta?»
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Sì, Sono Una Stronza!
ChickLitIris Klein , Benjamin Benz. Due cognomi importanti. Due ragazzi con una vita piena di bugie, tradimenti, conflitti ma anche amori. Lui è solitamente descritto da tre parole : presuntuoso, insensibile e possessivo. E chi conosce Iris sa che è egoi...