Capitolo 13

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Pov's Hermione
Ok, ho due ore per scrivere tutto ciò che so sulla maledizione più brutta di tutte. Inizierei con una semplice frase di una semplice, no non è tanto semplice, assassina: “per farlo devi volerlo”. Ed è una delle cose più vere che abbia mai sentito. Non basta pronunciare un incantesimo oscuro per farlo, devi essere oscura anche dentro di te per riuscirci. Scrivo tutto quello che trovo sulla storia, su come farlo e sugli effetti che provoca su chi lo subisce.
Provo un brivido nel scrivere l’ultima frase: “è come se la scossa di piacere, che la persona che lancia l’incantesimo prova nel farlo, si trasformasse in centinaia di tagli prodotti da lame incandescenti invisibili su chi lo subisce”.
Ho finito con tre quarti d’ora di anticipo rispetto ai miei compagni, così mi dirigo verso la cattedra per chiedere a Piton il permesso per allontanarmi momentaneamente dall’aula. Lui me lo da. Dopo un po’ sento la sua voce rimbombarmi nella mente:
-Devo parlarti.-
-Sono in bagno. Raggiungimi ed esco.-
Non risponde nemmeno, non che mi aspettassi qualcosa di diverso da lui. Avevo intenzione di vedere le bambine velocemente ma evidentemente non riesco. Sento qualcuno bussare e capisco di dover uscire.
-Professor Piton!- dico a Severus continuando a tenere la maschera professore- alunna.
-Devo parlarti!-
-Dimmi.- dico sussurrando in modo che nessuno possa sentire che ho appena dato del tu ad un insegnante.
-Ho bisogno del tuo aiuto per continuare la lezione. Mi devi promettere che mi seguirai qualsiasi cosa ti chieda di fare. Capito?-
-Si va bene, ma cosa devo fare con precisione?-
-Dimmi che mi starai dietro.-
-Ok va bene ma…-
-Devo tornare in classe.-
Dio mio se è strano. Provo ad entrare nella sua mente per capire che cosa vuole precisamente.
-Mi dispiace ricordarti che ho delle difese alquanto potenti- mi dice poco prima di entrare in classe.
Non credo di riuscire a vedere le bimbe. Le vedrò a pranzo. Rientro in classe e mi siedo al mio posto.
-Non dirmi che avete avuto un appuntamento galante nel bagno delle ragazze.- mi sussurra George.
Sento le mie guance diventare rosse.
-Sei un idiota, tanto.-
Lo sento sogghignare, ma faccio finta di non sentirlo. Tra un fidanzato enigmatico e dei migliori amici il cui primo pensiero è porno non so come farò a sopravvivere.
-Tempo scaduto. Portate tutti le pergamene alla cattedra.- tuona Severus.
Tutti si alzano e gli portano il compito, anche lui si alza e sia appoggia con un fianco. Dio quanto è sexy.
-Non saltargli addosso, mi raccomando.- mi dice George dopo essere tornato dalla cattedra.
-Ti devo un pugno.- gli dico.
Tutti si risiedono e aspettiamo che Piton inizi a parlare.
-Come avevo accennato prima ho diviso la lezione in due parti, la prima è stata teorica. Leggendo i vostri compiti ho trovato una frase molto interessante. Signorina Granger puoi per favore raggiungermi?-
Mi alzo e mi metto più o meno a distanza di due metri da lui.
-La frase che mi ha colpito è la seguente: “per farlo devi volerlo”-
Inizio a preoccuparmi, non sono ancora riuscita a capire le sue intenzioni.
-Sai dirmi qual è la formula per lanciare questa maledizione?- mi chiede.
No, non può essere che voglia quello sto pensando.
-Si, è “crucio”- rispondo ferma. Devo calmarmi.
-Bene, pratica questo incantesimo su di me.-
-Cosa?-
-Granger, sei per caso diventata sorda? Vuoi un disegnino?-
-Ma signore io non credo di poterlo fare.-
-Non ti preoccupare Granger, non finirai ad Azkaban se è questo che intendi. Ora se non ti dispiace, non ho tutto il giorno.-
-Mi dispiace professore, ma non credo di essere in grado di farlo.- gli dico.

Pov’s Severus
Dannazione, perché deve rendere tutto così complicato?
-Non è una richiesta, è un ordine. 5 punti in meno a Grifondoro per la tua sfacciataggine. Quindi?-
-Mi dispiace professore.- mi dice. Maledetta testardaggine.
- Altri cinque punti in meno e stasera alle otto deve presentarsi nel mio ufficio perché è in punizione. Devo ripetere la domanda?-
Per merlino, perché non capisce che ho scelto lei proprio perché sono sicuro che poiché non lo vuole non può provocarmi danni?
Alza la bacchetta contro di me, i suoi occhi esprimono tutto l’odio che prova contro di me per averla obbligata a farlo, e pronuncia un debole e tremolante “crucio”. Sento il mio corpo bruciare, ma non tanto forte da non permettermi di resistere rimanendo in piedi.
Sono passati circa trenta secondi da quando ha pronunciato l’incantesimo, abbassa la bacchetta e mi fissa negli occhi.
-Ora posso andare a posto?- mi chiede.
Faccio un cenno di assenso con la testa e lei ritorna al suo posto.
-Spero che abbiate capito che cosa intendevo con quella frase. Tutti voi sapete, avendolo studiato che se la vostra compagna avesse avuto intenzione di farmi soffrire a quest’ ora sai agonizzante per terra in preda ad atroci dolori. Ma non lo sono, anzi sono in piedi e soprattutto ci sento, quindi siete pregati di non parlare.-
Sto qualche secondo in silenzio e poi continuo: -l’ora è quasi finita, ma potete andare comunque.-
Tutti escono, compresa Hermione. Mi aspettavo una reazione da parte sua, ma invece esce quasi per prima. Avrei preferito una scenata.
Scendo in sala grande per mangiare, il mio sguardo va direttamente ed involontariamente al tavolo dei grifondoro. Ci sono solo i Weasley e Potter, mi sa che è con le ragazze e le bambine da qualche parte.
-Ti vedo pensieroso, vuoi dirmi qualcosa?- mi dice Minerva a bassa voce.
-Credo di aver combinato un casino.-
-Lo immaginavo, ho visto Hermione sbraitare insieme alle ragazze. Mi ha detto che mangiavano in cortile con le bambine.-
-Diciamo che io ho solo seguito le vostre istruzioni riguardanti la maledizione.-
-E…- mi dice spingendomi a continuare.
-E non potevo rischiare che qualche studente mi detestasse a tal punto da cruciarmi, così ho chiesto ad Hermione di farlo, ero sicuro che non ne fosse in grado.- le dico tutto di un fiato.
-Mi stai dicendo che ti ha cruciato?- mi chiede spaventata.
-No, ma non le è andato molto a genio il fatto che io l’abbia obbligata a farlo.-
-Ah.- è l’unica cosa che mi dice.
Riprendiamo a mangiare, non che riesca molto, sono preoccupato. Spero di vederla dopo, le bambine passano il pomeriggio con me.
-Tu come ti senti? Fisicamente intendo.- dice Minerva interrompendo i miei pensieri.
-Sono un po’ indolenzito, ma credo che sia dato dal fatto che sono ancora un po’ sensibile. Ma per il resto tutto ok.-
-Se c’è qualche problema avvisami, mi raccomando.- mi dice.
Annuisco. È l’unica cosa che posso fare. Non posso mica dirle che la ferita ha rincominciato a farmi male, o che la maggior parte dei giorni non faccio le medicazioni perché sento ancora dolore.
Esco dalla sala grande e mi dirigo verso il mio studio, entro e mi siedo dietro la mia scrivania. Dopo qualche minuto sento bussare, sarà Hermione. Vado ad aprire la porta, solo che al posto di Herm c’è Ginevra con le bimbe. Mette Leila e Hope sul divano e mi dice:
-Hermione è già a lezione. Mi ha detto di dirle che verrà stasera e che dovrete parlare. Arrivederci Signore.-
Detto questo se ne va. Aveva uno strano tono, molto probabilmente sa tutto. Sono fottuto.

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