8. Criminale

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Malia POV
|Casa Gordon|

Il giorno seguente mi svegliai senza la voce candida di Barbara. Era strano stare senza di lei. Niente blocco dei disegni sul divano, né l'odore dei pancakes a colazione. Era scomparsa senza lasciare alcuna traccia. Mio padre mi aveva lasciato qualcosa pronto in tavola e un biglietto:
Buon compleanno principessa!
Sorrisi nel leggere quelle poche parole. Era strano pensare di avere 16 anni. Il tempo era trascorso così in fretta... Tra un pensiero e l'altro non mi accorsi di che ora era e dovetti fare tutto velocemente. Presi una felpa qualunque dall'armadio, un paio di jeans e infilai delle vans nere. Correndo riuscii a prendere in tempo l'autobus. A scuola nessuno sapeva del mio compleanno. Meglio così. Un canto di auguri davanti a tutta la classe sarebbe stato troppo imbarazzante. Ero pronta a trascorrere una giornata uguale a tutte le altre... ma poi, durante l'intervallo, mi parve di vedere un volto familiare in mezzo al corridoio. Mi avvicinai e realizzai che era Bruce! Era la prima volta che lo incrociavo a scuola. Lo colsi di sorpresa.
«Hey Bruce!» urlai.
Lui fece un balzo all'indietro poi si mise a ridere.
«Malia, che spavento! È bello vederti» disse.
«Quando sei arrivato?»
«Una settimana fa, circa» rispose.
«Strano, non ti ho mai visto per i corridoi...»
«Già io... sto spesso in classe. Voglio evitare di incrociare certa gente...» il suo sguardo si spostò verso un ragazzo posto dalla parte opposta del corridoio. Aveva un occhio nero e un'espressione di pura rabbia.
«Sei stato tu a...» domandai fissando l'occhio del ragazzo.
«Ecco cosa succede se insulti mia madre» disse sorridente Bruce. Lo ascoltai sorpresa.
«Tu lo hai volontariamente picchiato?»
«Bhe... Alfred mi ha invitato a farlo...». Mi misi a ridere. Pensavo che per Alfred i litigi si risolvessero con le parole. Bella per il maggiordomo!
La campanella suonò. Salutai Bruce e tornai in classe.

...

Come promesso, Jim si fece trovare davanti all'uscita della scuola. Entrai in macchina sorridente.
«Ciao Mal! Tanti auguri!!» disse eccitato.
Lo ringraziai. Mise in moto. Mi disse che doveva passare a prendere una cosa alla GCPD.
Entrammo nel dipartimento. Non me lo ricordavo così grande.
«Okay, io vado a prendere dei documenti. Tu resta qui con Harvey poi andiamo al cinema» disse Jim.
Annuii. Harvey non mi rivolse la parola. Era impegnato a parlare con una donna. Mi guardai intorno per scacciare la noia. C'era gente che parlava al telefono o che aveva gli occhi incollati su carte. Poco distante da me notai delle piccole celle. Vi erano rinchiusi criminali di tutti i tipi. Un uomo alto e robusto si stava dimenando e imprecava contro i poliziotti. Un altro stava seduto in un angolo, con un'espressione vuota. Scorsi poi un ciuffo di cappelli rossi. Non riuscii a vedere di chi erano perché un poliziotto gli stava proprio davanti.
«Mi sembri un uomo ragionevole, perché non mi lasci andare?»
«Niente da fare». Sentivo.
I miei occhi tornarono sul detenuto robusto. Il suo sguardo infuocato si incrociò con il mio.
«Che cazzo hai da guardare ragazzina? Ti spezzo con le mie mani!» le sue braccia muscolose si agitavano all'impazzata attraverso le sbarre. Il poliziotto di guardia cercò di bloccarlo.
«Hey! Lasciala stare Hopkins, calma calma!» diceva.
Non mi aspettavo una reazione simile. Il mio cuore batteva velocissimo. Indietreggiai ma venni bloccata da una voce.
«Hey tu, ragazzina».
Non capivo da dove provenisse. Poi finalmente lo vidi: il detenuto con i capelli rossi mi guardava sorridente.
«Avvicinati» disse sottovoce. Rimasi impietrita. Aveva uno sguardo molto inquietante. Un misto tra cattiveria e curiosità.
«Avanti, di cosa hai paura?» continuò. Mi avvicinai lentamente a lui restando però sulla difensiva.
«Non ho potuto fare a meno di osservare la scena... Quel bestione ti ha spaventata?» mi chiese.
Sembrava innocuo. Allentai un po' la tensione.
«No. No io... Mi ha colto di sorpresa» dissi.
«Non ho paura dei criminali». Il sorriso del ragazzo si allargò ancora di più. Doveva avere circa 18 anni.
«Oh... una ragazza tenace! Dimmi, com'è che ti chiami?».
Stavo per rispondere quando intervenne Harvey.
«Jerome, stai lontano da quella ragazza!» disse tirandomi la spalla per allontanarmi.
Mio padre corse verso di me e mi strinse a sé.
«Perchè? Stavamo solo chiacchierando» disse Jerome divertito.
«Stai zitto clown!» esclamò Gordon.
«Ma non mi dire... La figlia del Detective Gordon!» i suoi occhi verdi si illuminarono. Si prese il viso tra le mani.
«Quale... bellezza!». Era veramente strano.
«Harvey, manda degli uomini a controllarlo» disse Jim. «E tu vieni con me, ORA!» mi disse infuriato. Mi trascinò via dalla centrale in un batter di ciglia.

Hello peeps ❤ Ecco a voi il primo capitolo con Jerome Valeska! Spero vi sia piaciuto. Come avrete notato non scrivevo da un po'. Mi scuso tantissimo ma è un periodo molto pesante per me con la scuola, la neve ecc... Cercherò di sfruttare questi giorni di vacanza, ma non vi garantisco di riuscire a postare due volte a settimana. A malapena riesco una volta... A parte questo... da voi c'è la neve? ❄⛄
Fatemelo sapere con un commentino e non dimenticate di lasciare una stella o qualche pensiero se vi è piaciuto il capitolo.
GN 🌙

Cute But Psycho|| Jerome ValeskaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora