14. A questo servono gli amici

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Rientrai in casa sbattendo la porta. Ero veramente infuriata con Jim per avermi mentito. Sentii i suoi passi farsi sempre più forti.
«Malia, dove sei stata?!» chiese preoccupato e, allo stesso tempo, arrabbiato.
«Mi ha chiamato Selina e... c'entri qualcosa?».
Non risposi. Stetti a fissarlo, in attesa di spiegazioni.
Neanche una parola.
«Dov'è Barbara?» domandai avvicinandomi a lui.
«Ti.. ti ho già detto che non lo so» rispose Jim dopo un po'.
Riuscivo quasi a percepire il battito del suo cuore accellerare.
«Tu menti! Per tutto questo tempo non hai fatto che dirmi bugie!» urlai.
«Che cosa stai dicendo?»
«Non fare finta di non saperlo! Sei stato tu a far portare Barbara ad Arkham, me l'hai tenuta nascosta perché sapevi che mi avrebbe detto la verità» continuai.
Ci fu un attimo di silenzio. Jim stava tremando dalla testa ai piedi. La mia voce si fece pian piano più roca e tremolante. Le mie guance si bagnarono con qualche lacrima.
«Tu sei un criminale» dissi.
«Malia io...» sussurrò Jim avvicinandosi a me. Lo respinsi con uno spintone.
«Non toccarmi!» e corsi in camera mia.
In uno zaino misi il minimo indispensabile e, senza guardarmi indietro, uscii da casa mia. Sentii più volte mio padre gridare il mio nome. Ma non mi voltai. Ero troppo affranta e arrabbiata. Da quando mi ero trasferita a Gotham avevo vissuto una menzogna. Jim diceva che doveva essere un luogo dove ricominciare. Ed io ci avevo creduto davvero. Che stupida! Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare.
«Pronto
«Hey Bruce, ti disturbo
«No, dimmi pure»
Ripresi a singhiozzare per il dolore.
«Io... ugh ugh... io...»
«Mal che succede
«È Jim, Bruce.. ugh... è successa una cosa...»
«Vieni a villa Wayne così ne parliamo» disse Bruce.
«Okay ugh ugh.. grazie».
Riattaccai.

...
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Villa Wayne|

Alfred mi aveva preparato una tisana calda. Lui e Bruce si erano offerti di farmi restare a villa Wayne finché le cose non si fossero risolte. Ero seduta sul divano, da sola, immersa nei pensieri. Il cuore spezzato. Le lacrime si erano prosciugate. Sentii arrivare Bruce.
«Ti posso dare dei vestiti di mia madre se hai bisogno» mi disse quando notò i pochi indumenti che mi ero portata. Sorrisi.
«È molto carino da parte tua ma credo che per ora possano bastare. Non penso mi fermerò molto».
Poggiai lo zaino semivuoto sul divano.
«Quando mi dirai cosa è successo?» mi chiese Bruce sedendosi su una poltrona. Abbassai lo sguardo sul pavimento. Ripensare alla storia di mio padre mi faceva venire i brividi. Immaginavo le facce di Lee, Fish Mooney, Falcone. Selina mi aveva parlato anche di un certo Pinguino, forse c'entrava anche lui. Presi un forte respiro.
«È complicato» dissi. Non riuscì a dire niente di più. Avevo come un blocco.
Bruce annuì.
Senza aggiungere altro si offrì di mostrarmi la stanza degli ospiti.
«Mi basta anche il divano» dissi ridendo. Bruce insistette con il suo solito fare da gentiluomo. Alfred mi procurò delle lenzuola pulite. Li ringraziai per tutto il giorno finché non si fece tardi. Allora, prima di andare a dormire, scambiai qualche ultima parola con Bruce.
«Allora, com'è andato il ballo?» domandai curiosa. Selina non mi aveva più tenuta aggiornata.
Bruce si schiarì un po' la voce.
«Bhe... abbiamo ballato, tanto»
«Ah-ah» annuii.
«E poi?»
«Poi... abbiamo chiacchierato servendoci al buffet...» disse.
Perché non arrivava al punto? Insistetti.
«Cosa ti devo dire? Basta. Non è successo nient'altro».
Mi battei la mano sulla faccia.
«Ti prego, dimmi che non sei andato a parlare con il consiglio...»
«Solo un pochino» rispose imbarazzato Bruce.
Dovevo immaginarlo.
Emisi un forte sbadiglio.
«Meglio se andiamo a dormire» disse Bruce. Annuii.
Con dei passi un po' lenti salii le scale e mi avvolsi nelle coperte.
«Buonanotte» disse Bruce.
«'Notte» risposi.
Bruce se ne stava andando.
«Bruce!» sussurrai. Si voltò.
«Grazie».
Bruce sorrise e chiuse la porta della stanza.

...

La mattina dopo un profumo buonissimo di pancakes mi svegliò. La luce aveva attraversato le tende, illuminando quasi tutta la stanza. Con la testa pesante e gli occhi un po' gonfi provai a guardarmi intorno. Notai che la finestra era aperta. Un leggero venticello mi fece venire la pelle d'oca. Provai a tirarmi sù. Una voce mi colse di sorpresa.
«Non sapevo che i Wayne avessero ospitato un'altra vagabonda» sentii. Mi voltai appena e, anche se un po' annebbiata, riconobbi il volto di Selina. Mi alzai di scatto e l'abbracciai per pochi secondi: Selina non amava il contatto fisico.
«Cat!» urlai.
«Felice di vederti» disse lei.
«Sei stata grande con mio padre ieri» continuai.
«Bhe... senza offesa ma... tuo padre è uno che abbocca facilmente».
La mia espressione si fece più seria al pensiero di Jim.
«Oh non c'è problema. Noi... non siamo più in buoni rapporti» dissi.
«Ti va di parlarne?» domandò Selina.
«Più tardi. Prima andiamo a fare colazione» dissi prendendola per la mano. Selina fece resistenza.
«Veramente... non sanno che sono qui» sussurrò.
La cosa non mi sorprendeva: Selina appariva e scompariva continuamente. La trascinai per le scale. Alfred stava servendo i pancake.
«Signorina Gordon! E... Signorina Kyle. Che piacevole sorpresa!» esclamò Alfred.
«Ciao Alfred» disse Selina.
Bruce, seduto a capotavola con le gambe accavallate, si irrigidì improvvisamente alla presenza di Selina.
«V... v... volete fare colazione? Ehm... Alfred ha fatto i pancakes» disse Bruce balbettando. Mi scappò un risolino. Selina doveva piacergli veramente.
«Volentieri» disse Cat sedendosi accanto a Bruce.
Presi posto e gustai la buonissima colazione. Quando Alfred ci lasciò soli, raccontai ai due la verità. Cercai di rimanere calma. Non volevo crollare di nuovo.
«E quindi cosa farai?» chiese Selina.
«Jerome deve sapere qualcosa... quando ero ad Arkham mi ha detto di stare pronta, che c'era poco tempo. Non ho idea di che cosa stesse parlando...»
«Lo scopriremo, insieme» aggiunse Selina. Sorrisi. Ero felice di avere degli amici come loro. Mi alzai e presi dallo zaino qualche vestito pulito. Legai poi i capelli in una coda. Volevo lasciare Selina e Bruce da soli.
«Bene, io vado a fare delle commissioni. Ci vediamo dopo» dissi.
«Oh... okay...» rispose Bruce un po' preoccupato.
Gli feci un occhiolino e mi chiusi la porta alle spalle.

Eccoci alla fine del 14esimo capitolo! In questo periodo sono piena di verifiche e interrogazioni ma sto cercando di essere attiva. A voi la scuola come va? Domani ho interrogazione di biologia 😌. Auguratemi buona fortuna. Al proximo capitolooo❤🔥

Cute But Psycho|| Jerome ValeskaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora