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 LOUIS

“Il tradimento è sicuramente una cosa difficile da superare e dimenticare, ma non voglio che tu abbandoni tutto per questo fatto. So che è dura, ma devi cercare di andare avanti. Louis, devi sapere che la vita è come un libro: tu non puoi leggere sempre lo stesso capitolo ma andare avanti e scrivere la tua storia e per farlo, al momento, è meglio se ti lasci Harry alle spalle. Non sarà semplice visto che il tour alle porte, ma stargli lontano almeno un mese dovrebbe farti bene”

Sono seduto nello studio del dottor Stenberg per raccontargli ciò che è successo e ad ascoltare le sue perle di saggezza; è tanto che non lo vedo ma tornarci e parlare di tutti i miei problemi è liberatorio così che poi mi sento meglio.

“quindi che dovrei fare?” domando anche se credo di aver capito cosa stia cercando di dirmi l’uomo.

“il mio consiglio, è quello di tornare a Doncaster finché non avrai le prove per i concerti: a casa tua potrai rilassarti, sarai lontano da Harry e dal caos di Londra e potrai stare con la tua famiglia”

Annuisco e, dentro di me, impazzisco all’idea di tornare a casa da mia madre e le mie sorelle.

“e poi” continua il dottore sorridendo “so che tua madre è in dolce attesa, quindi, che c’è di male a stare con lei prima dell'arrivo di tuo fratello?”

“sarebbe fantastico” sorrido “ma deve sapere che sono due gemelli”

“beh, speriamo che abbiano i tuoi occhi e la tua voce” ride Stenberg per poi alzarsi e raggiungermi al divanetto.

Mi alzo e stringo la mano all’uomo, riconoscente del fatto che mi abbia fatto sorridere veramente per almeno qualche secondo.

“sai Louis, riconosco subito quando un paziente non ha speranze e, ringraziamo i cielo, tu non sei tra quelli. So che puoi superare tutto questo, basta essere forti”

Sorrido al dottore ed esco dallo studio un po’ saltellando un po’ correndo; non vedo l’ora di arrivare a casa, fare le valige e tornare a Doncaster.

Mentre scendo di corsa le scale vado a sbattere contro una persona ed entrambi finiamo a terra, il suo corpo sopra il mio.

“oddio scusa” dice la ragazza con voce flebile alzandosi.

“scusami tu, non…” mi blocco nel riconoscere quegli occhi scuri contornati di nero e il viso pallido: è la ragazza che ho visto all’ultima seduta dal dottore.

Prima che se ne vada la trattengo per il polso anche se questo provoca una sua reazione alquanto strana e, forse, esagerata; chiude entrambi le mani in un pugno e la sento rabbrividire mentre cerca di coprirsi il volto con i lunghi capelli neri.

“ehi, tranquilla, non voglio farti del male” sorrido cercando di calmarla e lasciando andare il suo polso “mi chiamo Louis”

“Diana” sorride lei e nel farlo, diventa mille volte più bella di quanto non lo sia già.

“seriamente?” rido nel ricordarmi la nostra nuova canzone, Diana.

“s-sì… perché?” domanda facendo sparire quel bellissimo sorriso in un secondo.

“conosco una canzone che parla di una ragazza che si chiama proprio come te, credo che dovresti ascoltarla”

“lo farò” annuisce alzando leggermente gli angoli della bocca; vorrei restare a parlare con lei per ore ma non mi lascia neanche il tempo di salutarla che si gira e sale velocemente le scale per poi entrare nella sala d’attesa.

Quando scendo dal treno tiro su cappuccio e sciarpa, non voglio assolutamente che qualcuno mi riconosca, sono venuto qua per stare tranquillo, lontano da tutto e da tutti.

BR(OK)EN: Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora