Colpire, non affondare e pensare

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Love's Puzzle
Capitolo tredici: Colpire, non affondare, pensare.



Erica's Thoughts
Mi stacco, per mancanza di fiato, dalle sue bellissime e deliziose labbra. Sorrido come un'ebete.
«Lo sai che sei bellissimo?» Come risposta, mi bacia la punta del naso.

«Tu sei splendida.» Si avvicina nuovamente alle mie labbra ma non riusciamo a farle sfiorare perché la porta della mia camera si apre. Mugugnando ci lamentiamo e ci scostiamo di qualche centimetro per vedere l'intruso. Eravamo così comodi sul letto a coccolarci, perché mio fratello deve sempre rompere?

«Lore, cosa fai sul letto di mia sorella?» Trattengo un sorriso, il mio caro e vecchio Alex, sempre protettivo, ci guarda... infuriato? Beh, non siamo messi in una posizione molto compromettente! Lorenzo alza gli occhi al soffitto e si posiziona meglio per poterlo guardare e parlargli.

«Secondo te? Stavamo spettegolando!» Alex appoggia le sue mani sui fianchi e lo guarda trucemente, dopo un sospiro gli punta un dito contro e vedo Lorenzo sorridere.

«Lore. Quella. E'. Mia. Sorella!» Mi sforzo di non ridere ma alla fine cedo e dopo poco anche loro si aggregano. «Ho capito, non rompo. Volevo solo... controllarvi. Siamo tutti in casa quindi, abbiate pietà di noi, ok?» Lore gli tira dietro una mia ciabatta, beccandolo sul sedere e facendolo urlare, alla fine con uno sbuffo e un dito medio, in direzione del mio fidanzato, esce da camera mia.

Il mio fidanzato, non avrei mai considerato di poter anche solo pensare un tale termine... invece, beh, suona bene.

«Tuo fratello non è normale.» Sorrido.

«Perché il tuo lo è?» Alza le spalle, come per darmi ragione e torna a sdraiarsi accanto a me. «Sai cosa stavo pensando?» Scuote il capo e mi guarda curioso. Adoro il suo sguardo su di me, mi fa sentire importante, vedere quella luce strana nei suoi occhi, che l'illumina ancora di più, mi fa sentire... protetta, capita... amata. «Che stiamo insieme da una settimana e che... magari, sempre se vuoi, potremmo dirlo agli altri.» Aggrotta la fronte, non so bene perché mi sia venuta quest'idea in mente... l'unica cosa che so è che voglio stare con lui e che devo fidarmi, che con lui andrà tutto bene, voglio che proceda sempre meglio, funzionerà, perché siamo Lorenzo ed Erica. Ok, depongo le armi, una parte di me, una piccola e insignificante, quanto fastidiosa parte, cerca di far vedere sempre fino a quanto, lui, sarebbe disposto a fare per me e... forse, forse, questa è una di quelle volte.

«Dirlo agli altri? Guarda che lo sanno.» Arrossisco, ho un nodo alla gola. Il mio odio verso le relazioni serie non è sparito... si è solo messo un po' da parte per quello che provo per lui, quindi è normale che non mi venga voglia di fare i salti di gioia per queste cose, sì, so che l'idea è stata mia. «Aspetta, ma gli altri chi? Intendi i famigliari, o gli amici? Quelli della scuola?» Sgrano leggermente gli occhi. Oddio, è vero, ancora nessuno lo sa.. non sono una che cammina per i corridoi della scuola mano nella mano e... no beh, le frasi sdolcinate le dico, anche più di quanto potessi immaginare ma... non è un passo enorme? So che siamo fidanzati ma il mondo esterno è brutto e cattivo, mentre qui, nella mia o nella sua stanza, siamo soli, protetti dal nostro... suo... amore. «Ehi, bella addormentata? Sei caduta nel mondo del penso, non penso?» Sorrido, ha ragione, mi sono messa a pensare.

«Sì, scusa.»

«A quali terribili cose stavi pensando?» Prende ad accarezzarmi il viso per poi scendere sui fianchi. Sospiro, perché riesce a portarmi in paradiso con una sola carezza? Come fa?

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