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Di nuovo nella vecchia fabbrica abbandonata.

Anais parla a raffica mentre passeggia avanti e indietro per l'ufficio; Kristal l'ascolta seduta sul pavimento, in silenzio, persa nell'osservare l'anello che porta al dito.

«Fraser, Konrad Fraser... ufficialmente uno molto vicino al presidente Farrell, un pezzo grosso. In verità, un antiquario e contrabbandiere d'opere d'arte. Vive in un'enorme villa in periferia, circondato da pannelli che proiettano fontane, giochi di luce... e che delimitano la proprietà, ovviamente. E la proteggono da occhi indiscreti. Immagino ci saranno telecamere puntate, rilevatori di movimento, laser pronti a scattare... e forse miliziani di guardia. E noi dobbiamo rubargli il vestito di Britney Spears.»

«Chi è Britney Spears?»

Anais si esibisce in uno sguardo perplesso «Credo fosse una cantante di cabaret... ma non ci riguarda. Noi dobbiamo prendere il vestito, di sicuro custodito sottochiave e protetto da allarmi ultrasensibili... Hey! Credi che la villa di Fraser abbia anche dei satelliti che la tengono d'occhio?»

Risposta laconica di Kristal «Tutto può essere.»

«Ok. Ammettiamo che tutti questi ostacoli siano superabili...il primo problema è: come raggiungiamo il luogo? Ci sono posti di blocco ovunque!»

«Sei riuscita a far fuori cap. Farrell, il figlio del presidente, mentre era circondato dai suoi uomini... non dirmi che un posto di blocco con tre guardie è un problema.»

«No, non lo è, in effetti. Cambierò un po' aspetto, userò la tua divisa da miliziana, dovrò chiedere ad Ashton dei documenti falsi... ma è fattibile. L'impiccio sei tu con la tua fantastica microspia.»

«Puoi farli ubriacare... e poi tramortirli... così potrò passare anch'io.»

Anais ridacchia «Allora voi miliziani non siete tutti stupidi come volete far credere... Sì, è un buon piano. Andiamo da Ashton a preparare il colpo... domani si ballerà.»

Un bell'appartamento nel cuore della città. Un piccolo ingresso e poi... un soggiorno spazioso, stranamente luminoso, per nulla deprimente. Pareti di una calda tonalità crema, pavimento in legno chiaro, un megaschermo ultrapiatto, un impianto stereo di ultima generazione, un soffice tappeto colorato, un morbido divano, due poltrone, dei cuscini azzurri, un tavolino di vetro...

Kristal è allibita. Si aspettava nuovamente un covo, una bettola buia e nascosta, invece questa è la dimora di un privilegiato, di qualcuno che gli androidi stimano molto, se gli permettono di possedere tutte queste comodità. Dev'essere qualcuno ricco, non come Fraser, ma di sicuro benestante. E poi c'è uno splendido pannello ad una parete che proietta paesaggi incontaminati. Un cielo azzurro intenso, un prato d'un verde accecante, una foresta di conifere imbiancate dalla neve - ne puoi immaginare il silenzio ovattato -... Kirwan osserva sconvolta, quasi non riesce a trattanere la sua meraviglia. Inoltre c'è una scala, anch'essa di legno, che conduce al piano superiore. Nell'aria c'è un profumo leggero, rilassante... muschio? Pino?... qualcosa di fresco, gelido, ma... inebriante...

Anais appare d'ottimo umore, fischietta allegramente una marcia della milizia.

«Dove mi hai portato? Che posto è questo?» Kristal sussurra come se temesse d'essere spiata.

«È l'appartamento di Ashton, è un amico, puoi fidarti» Stirling sorride. Non è tesa, le brilla una luce gioiosa negli occhi.

«Dev'essere un pezzo grosso del regime per potersi permettere tutto questo...» Kirwan continua a mantenre un tono basso, quasi impercettibile «Non lo capisci? Tutta questa luce, questi mobili, questi colori tenui, questo schermo! Noi soldati fedeli agli androidi non possiamo avere simili ricchezze!»

«Il regime vizia chi promette divertimento e riduce alla fame chi crede nell'ordine e lo difende. É risaputo.» Un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi vivaci spunta da una porticina «Tu hai speso tutta la tua vita per il regime, finora. Hai sofferto, hai lottato e sei rimasta sola, abbandonata in luoghi grigi e decadenti... per seguire e far rispettare la legge. E cos'hai ottenuto? Solo rabbia, tristezza e vuoto. Niente affetti, niente serenità, niente gloria, niente gratificazioni. Rischi ogni giorno di morire in uno scontro, ma a fine giornata tutto viene archiviato come "ordinaria amministrazione". E hai un capitano che alla tua prima lamentela risponde "Questo è il tuo lavoro. Sei stato scelto e addestrato appositamente. La tua ricompensa è poter essere fiero di contribuire a mantenere l'ordine e il regime."» Il ragazzo ammicca sorridendo «Lo so perché sono scappato dall'Accademia qualche anno fa, conosco a memoria tutte le bugie che raccontano...» poi si rivolge ad Anais «Allora, An, sei qui perché hai bisogno d'aiuto o hai solo bisogno di vedere il campione?»

Kristal osserva il ragazzo e Stirling.

La biondina arrossisce «Ash, che stupidaggini dici?» L'imbarazzo scompare velocemente «Documenti falsi... per domani... inoltre...» Anais sembra di nuovo impacciata «Mati è mai stato alla villa di Konrad Fraser?»

Ashton ridacchia «Vedi che sei qui per il campione? É sù, se vuoi parlargli... Non preoccuparti per i documenti, mi metto subito all'opera...»

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Mezz'ora dopo, circa, stesso appartamento.

Kristal siede con aria indifferente su una delle due poltrone. Il pannello non suscita più in lei tanta meraviglia.

Ashton sta lavorando in una minuscola stanza, Kirwan può sentire i leggeri e rapidi ticchettii della tastiera del computer.

Che situazione strana... due ribelli, Ashton Lodger e Mati Läänen, che si permettono di vivere liberamente in un appartamento del centro città. I loro vicini saranno ministri o segretari del regime. E nessuno sospetta di loro... E cosa fanno Lodger e Läänen per meritarsi tanta fiducia e simili agi? Nulla. Mati lavora. Corse clandestine, molto denaro in palio... questo è il suo hobby. Ufficialmente gareggia nel campionato organizzato dagli androidi. Vince e li diverte. É un pilota veloce, preciso e freddo. Questo ha raccontato Ashton. Ma soprattutto è l'idolo di Eileen Farrell, figlia del presidente Edward Farrell, nonché sorella del defunto capitano Arthur Farrell. E così Mati, "il campione", corre, gareggia, vince. E la maggior parte dei guadagni – gran belle cifre, secondo Lodger – viene consegnata ai ribelli per addestrare i giovani e acquistare armi... e nessuno sopetta di loro... Ashton è il manager di Mati. Sì, certo, come no! Un esperto di documenti falsi, visti, inviti, lasciapassare...

Kristal scuote la testa. Che razza di mondo è? È tutto segreto, tutto nascosto, nessuno è veramente chi vuol far credere d'essere. Il discorso di Lodger... è giusto. Kirwan, hai sprecato la tua vita! Cosa ti ha dato il regime? Nulla. Solitudine e tristezza. Ma almeno adesso lo sai. È ora di reagire. Unirsi ad Anais, aiutare Ashton e Mati... o dovrei chiamarlo "campione"? O signor Läänen? Non sai nemmeno che aspetto abbia. Stirling è salita per parlargli e non è ancora scesa... ma sembrava talmente contenta! Kristal sorride. Evidentemente Eileen Farrell non è l'unica ad apprezzare il campione...

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Passi galoppanti per le scale. Compare una tipa dai capelli neri, mossi, occhi verde smeraldo. Orecchini vistosi, trucco perfetto e appariscente, vestiti costossimi e all'ultima moda per gli androidi. Voce calda, ammaliante «Ciao, sono Jennifer Beckett, la fidanzata di Mati Läänen... il migliore.»

Kirwan le lancia una fredda occhiata indifferente.

Jennifer, improvvisamente, cambia voce. Parlata veloce e familiare «Sù con la vita, Kris! Mati mi ha aiutato a disegnare una cartina della villa di Fraser... due mesi fa c'è stato a cena...» risata tranquilla, divertita, ma il solito ghigno ironico «E questa sera ti porto a divertirti... siamo invitate ad una gara!»

Anche Kristal sorride rilassata «Anais... perché dobbiamo rischiare di farci riconoscere a causa di una stupida corsa?»

Stirling non perde l'entusiasmo «Perchè voglio che tu veda come vivono bene e allegri i capi del tuo amato regime, mentre voi miliziani rischiate la vita per mantenere il loro benessere... e poi perché ti piacerà. Mati è spettacolare e tu hai bisogno di svago. E poi perché tu sei Rosie Donovan, la dolce e innamorata moglie di mister Lodger.»

Ashton spunta dalla stanza con i documenti in mano «E poi perché è giusto che questa sera vediate in faccia chi dovete rapinare.»

Kirwan sospira rassegnata. Se tutto è già stato deciso ed organizzato, è troppo tardi per tirarsi indietro...

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