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Stanzina silenziosa, grigia, asettica. Una parete piena di monitor, computer, radio. Fredda tensione nell'aria.

Kristal osserva con attenzione, pronta a recepire ogni minimo respiro, ogni lieve suono, è un'altra situazione nuova per lei, l'ennesima da un paio di giorni a questa parte...

Anais le siede accanto in un divano piuttosto vissuto; zitta, immobile, tormenta nervosamente un lembo della maglia. È bizzarro vederla così irrequieta, di solito è calma, controllata.

Alla sinistra di Kirwan, Ashton si dondola su uno sgabello, anche lui muto.

Nessuno vuole turbare Mati... schiena appoggiata al muro, Läänen se ne sta appollaiato su una sorta di cassettiera. Sguardo fisso in un punto non ben precisato davanti a lui, sembra non respirare. Una statua. Capelli corti e biondissimi, occhi chiari di una sfumatura appena più glaciale rispetto a quelli di Anais. Ripassa mentalmente il circuito. E Kristal lo studia... viso pulito, luminoso, ma non un sorriso o un'espressione amichevole, calda. Kirwan ne ha subito apprezzato le frasi veloci, sbrigative, e il distacco indifferente. Sarebbe un ottimo miliziano, silenzioso ed efficiente. Non freddo. Stirling ci tiene a specificare quest'ultimo aspetto di Läänen. Forse è timido, riservato e diffidente, ma non freddo. Di sicuro, per ora è molto concentrato, per lui non esiste altro al di fuori della pista e degli avversari.

All'improvviso... confusione al di fuori della stanzina... rumori metallici... androidi. Anais balza in piedi, pronta a scappare, mentre Mati scende lentamente dalla sua postazione. È infinitamente calmo.

«Ci hanno scoperte, ti ho messo nei guai!» mormora Stirling preoccupata.

Ashton sorride «È l'ora della visita di lady Farrell. Viene sempre a salutare il suo eroe prima della gara.»

Anais si rabbuia e borbotta «Ah, capisco» tornando a sedersi.

La porta si spalanca di colpo.

Entrano due androidi enormi, aggressivi, spaventosi: le guardie del corpo della figlia del presidente. Stirling tiene lo sguardo basso, fisso a terra. Proprio non li sopporta, sembra essere allergica agli androidi. È nervosa, irritata. E Kristal può capirla, avrebbe voglia di prendere un'arma e sparare. Eliminarli. O farli a fette... ma le due ragazze non possono dimenticare di essere lì non come ribelli, ma nelle vesti di tifose e amiche di uno degli idoli del regime, Mati Läänen, il pilota che fa sognare la figlia del presidente e che funge da fulgido esempio per gli umani. Tutti dovrebbero essere come lui: fedeli e riconoscenti al regime, vittoriosi, ma umili e sottomessi ai padroni androidi.

Kristal vorrebbe ridere, gli androidi sono stupidamente ingenui. Läänen non è affatto come loro pensano sia... e il fatto è piuttosto divertente. D'altronde lui è perfetto nella parte, e il suo carattere schivo e silenzioso lo aiuta. È davvero difficile capire quali siano i suoi pensieri, li nasconde bene dietro quello sguardo innocente. Nessuno potrebbe dubitare della sua sincerità, e poi è talmente distaccato da sembrare un androide. È naturale che si fidino di lui. E ora...

Eileen Farrell fa la sua entrata trionfale. Una ragazza nella norma, senza pregi né difetti. Una come tante. Grigia, nella media. Niente di speciale. Uguale a una miriade di altre ragazze.

Sorriso d'adorazione appena vede Mati. Il suo Mati. Läänen rimane impassibile, ma... Eileen si tramuta presto in una furia. Ha notato Kristal ed Anais. La ragazza scoppia in lacrime, per lei è la fine di un sogno, il suo mito è fidanzato, innamorato di una... perché proprio lei? Cos'ha di speciale? La voce le diventa sempre più stridula e fastidiosa. I due androidi sono pronti ad ubbidire a qualsiasi comando, tipo strangolare Jennifer/Anais, oppure imprigionarla o decapitarla. E ancora Mati è impassibile. Kristal non ne capisce tanta indifferenza, sente il desiderio di lottare, impugnare un'arma, che cresce prepotentemente. Il loro piano è vicino al fallimento, il rischio è elevato.

E intanto Anais se ne sta seduta composta, in silenzio, lo sguardo fisso a terra. Lo fa per non reagire, cerca di alienarsi. Lei non è qua, e tutto questo non sta succedendo.

La svolta: Mati esce dalla stanza e fa segno ad Eileen di seguirlo. Un «Dobbiamo parlare» sussurrato, detto a denti stretti. È il suo modo di esprimersi. Essenziale. Sembra che ogni parola sia un grande spreco di energia per lui.

La porta si richiude e rimangono in tre nella stanzina, Ashton, Kristal e Anais. Nessun suono giune dall'esterno.

Stirling inizia a passeggiare su e giù, avanti ed indietro. Cosa sta succedendo? Cosa gli staranno facendo? La ragazza non esprime i propri pensieri ad alta voce, ma l'espressione tesa del viso e lo sguardo allarmato sono evidenti.

Ashton si finge rilassato, ma non lo è. Però sa che Mati non dirà niente di compromettente. È sicuro che non accadrà nulla.

E i minuti passano... cinque, dieci, poi quindici...

Anais ormai è esasperata. Perchè ci mette tanto? Cos'aveva da raccontare? È in mano agli androidi, è in pericolo... «Dobbiamo fare qualcosa. E alla svelta. Stare qui mi uccide, non resisto più!»

«Rischiamo solo di far precipitare la situazione.» Lodger è inamovibile «Siediti e aspetta.»

Stirling è incredula «Cosa? Dovrei sedermi ed aspettare che vengano a trucidarci? Dovrei lasciare Mati in pasto a quelli? Kristal, diglielo anche tu! Bisogna reagire!»

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