18 - Fiducia -

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3 a.m.

Kristal è stesa sul divano, cerca di riposare.

Gli ultimi giorni sono stati vorticosi, eppure non riesce a dormire. Sarà l'ambiente nuovo o, forse, qualcosa che non sa spiegare e che la fa sentire strana. La cosa più assurda è che le sembra passato almeno un anno dal suo primo incontro/scontro con Anais... la persona che le ha stravolto la vita, da miliziana a ribelle, da cacciatrice a preda... ma non è questo che la turba.

Ammettilo, Kirwan! Il problema è... Marshall. Cosa sai di lui? Nulla. Nemmeno di Stirling sai qualcosa. Ma è diverso. Ora sei nell'appartamento di Ruel, allungata sul suo divano... e lui non c'è. Si è allontanato per affari. Misteriosi affari.

«Sarà andato in cerca di qualcuno che lavora per gli androidi, chissà a quanto ammonta la taglia per Anais Stirling?» Anais è seduta a terra, in un angolo. La voce tagliente e la parlata veloce, ma...

...ma Kristal non approva il commento dell'amica. Troppo affrettato e cattivo. Marshall non le vuole incastrare, altrimenti l'avrebbe già fatto la sera dell'incidente.

«Ci ha fregate in pieno. Ci siamo fidate perché lui è stato tanto gentile e comprensivo dopo l'incidente di Mati. Bella trappola. E noi ci siamo finite dentro come topi attirati dal formaggio...»

Kirwan non ribatte. Stirling sta sbagliando, Ruel non è così sleale. Non può esserlo.

«... e adesso non ci rimane che squittire. E attendere chi ci giustizierà.»

Tintinnio di chiavi. La porta d'ingresso si apre. Marshall è tornato...

...Anais scatta in piedi, pronta a battersi contro i miliziani. Ma Ruel è solo. Chiude il portone d'ingresso lasciandolo sbattere, si toglie la vecchia giacca in pelle e la getta con noncuranza sullo schienale di una sedia.

«Rilassati, Stirling, non ho invitato gli androidi.» Marshall osserva Kristal mentre parla con Anais.

«Chi mi dice che tu non sia uno di loro?» Stirling ribatte con disprezzo.

Ruel si avvicina a Kirwan e passa una mano sul collo della ragazza. Kristal ha un lieve tremito, ma l'uomo non pare accorgersene.

Stai calma, Kirwan. Non è niente. Sta cercando di capire dov'è la microspia... ma è molto delicato. E ha delle belle mani. Calde. Già, ma non è il caso di fare la svenevole. Non è un gesto d'affetto, ti sta studiando. Non sei tu ad interessarlo, è la microspia il suo obiettivo.

«E chi dice a me che l'androide qui non sia proprio tu, Stirling?» Ruel continua ad esaminare il collo di Kristal. La pelle bianchissima, serica... ha quasi paura di rovinare tanta purezza. E Kirwan, dal canto suo, è felice di quel contatto. Leggero, forse insignificante, ma che le da coraggio, tranquillità. È una sensazione fantastica. Nuova e inattesa. Fiducia. Estrema fiducia nell'ex-cacciatore di taglie...

Grazie, Marshall...

Stranamente, Anais non risponde. Torna a rintanarsi nell'angolo, lo sguardo perso nel vuoto come se fosse sola nella stanza. Ha deciso di non interferire nel lavoro di Ruel.

Marshall smette di controllare Kirwan, ma le prende con tenerezza una mano. Le parla dolcemente, con tono sicuro, guardandola negli occhi... gli occhi verde-azzurro di Kristal fissano quelli intensi, celesti, di Ruel... uno sguardo per spiegarsi là dove le parole non sono in grado di arrivare...

«Ho capito com'è posizionata la microspia... si può togliere. Ma sarà doloroso. Niente anestesia... e nessuna garanzia di successo, purtroppo.»

Purtroppo.

L'uomo è dispiaciuto. Teso. Preoccupato, ma sincero. Ha detto la verità senza cercare di infondere vane illusioni.

Mi fido di te, Ruel. Mi sono fidata da subito. Non aver paura di farmi del male...

«Ci saranno momenti terribili, duri. Non sarà solo dolore fisico, questi aggeggi sono fatti per indurre incubi, visioni... sono potenti. Ti aspetta una lunga convalescenza...»

Gli occhi di Marshall si intristiscono. Non voglio che ti succeda nulla di male, Kris. Voglio aiutarti, voglio che tu possa vivere senza il timore di essere inseguita dagli androidi... voglio che tu sia libera...

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