-15- Risveglio

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Il ritorno in città si svolge nel silenzio più assoluto.

Kristal guida, mentre molti pensieri le riempiono la mente. Il suo appartamento è stato raso al suolo. Non è un problema. Ci sono diversi luoghi in cui trovare riparo, e poi, a dirla tutta, non era particolarmente affezionata a quel posto grigio, vuoto, triste. Non c'era affetto all'interno di quelle quattro mura, solo solitudine. Persino lo strano covo di Anais era più umano, personale... distrutto anche quello. L'abitazione di Ashton e Mati. Kirwan sorride. Bella casa, calda, accogliente, specchio sincero dei suoi proprietari. Magari vivere là per sempre, con Lodger, Läänen e Stirling. Un'allegra famiglia, una squadra unita. Assurdo. Da quanto tempo li conosci? Da meno di una settimana, ma so che sono miei amici. Voglio bene ad ognuno di loro, per la prima volta nella mia vita provo qualcosa per delle persone. Anais... ragazza imprevedibile, decisa, ironica e profondamente dolce. Mati, il Campione... riservato, controllato, protettivo. Ashton... socievole, simpatico. Sono speciali. E mi hanno accettata per come sono, senza domande o inutili spiegazioni. Mi hanno accolta tra loro e io non posso deluderli. Devo liberarmi della microspia per aiutarli a sconfiggere il regime; devo trovare Ruel Marshall, convincerlo con ogni mezzo ad eliminare il localizzatore, altrimenti Lee saprà costantemente dove mi trovo. Lee... è già la seconda volta che ci lascia andare. Sembra volerci aiutare, mi ha restituito lo spadone, l'arma nella quale sono specializzata... l'orologio, oggetto proibito, ma che io ho sempre avuto. Ne ignoro la provenienza, ma è sempre stato mio... e l'anello. Raro e prezioso, unico. Vorrei tanto sapere quali ricordi sono legati a questi oggetti...

«Cosa può volere da noi?» Kristal lascia che i suoi ultimi pensieri trapelino. Anais conosceva Lee, forse ha qualche idea a riguardo.

«Non lo so, ma mi inquieta. E non mi piace ciò che ha detto. "Molti fatti non sono casuali... soprattutto gli incidenti..." Si riferiva a Mati. Cosa sa? Lee non era presente. E poi... come fa ad essere a conoscenza della mia amicizia con il campione?» Stirling è calma. Nonostante i dubbi, non pare nervosa.

«Dovremo investigare.» Kirwan è lapidaria.

Anais le sorride compiaciuta; un lampo freddo, quasi cattivo, le illumina lo sguardo. «Sì. Investigare. E punire atrocemente i colpevoli. Davvero atrocemente.»

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Abbandonato il veicolo ormai privo di carburante, breve sosta in Silver Side River Cross Street. Il tempo di indossare i panni di Jennifer e Rose, e poi... via, dirette all'ospedale.

Anais ha, per l'ennesima volta, cambiato umore. Ora è un insieme ben mescolato di sperana, ansia, gioia, paura, rassegnazione e nervosismo. L'ambiente non aiuta: fitta rete di corridoi tutti uguali, scale, ascensori, medici ed infermiere privi di personalità, sale di attesa, ambulatori. E ancora corridoi, corridoi, corridoi. Stirling procede spedita seguendo le scarse indicazioni, spesso contraddittorie, appese alle pareti. E ad ogni passo, la tensione aumenta. Malati che attendono il loro turno, amici e parenti in lacrime o in trepidante attesa. Qualche gemito, molti sospiri, pianti di bimbi spaventati. Odore penetrante di pulito, di anestetico, di disinfettante. Uno sguardo rapido ad un'ala dell'edificio proibita ai visitatori... è il posto in cui entri umano ed esci... androide. Anais rabbrividisce, solo per un attimo, ma Kristal non può non notarlo. Il regime conosce il metodo per sconfiggere la morte, o meglio, per prolungare a dismisura gli affanni di un'esistenza fredda e grigia. Agghiacciante. Il diventare androide sembra davvero ciò che più spaventa Stirling. La terrorizza. È strano che non l'abbia accettata come una qualsiasi eventualità, ha digerito verità peggiori di questa.

Ed ecco, infondo al labirinto... Christopher Klein. Le accoglie con un sorriso. Un vero sorriso. «È grave, ma fuori pericolo...» Queste le sue prime, gioiose parole. «Si riprenderà. È... è fantastico!» Gli occhi gli brillano, è felice, davvero felice.

Anais lo abbraccia. «Grazie, Christopher, grazie.» La voce emozionata. Mati ce la farà, Mati tornerà quello di prima. Ci vorrà del tempo, ma... cosa importa? Mati è vivo! Parlerà, riderà... e si farà abbracciare... Bello, bello, bello, bello!

Anche Kristal è notevolmente sollevata. Tanti timori di colpo svaniscono, le tenebre si squarciano e ricompare la luce. Una luce dapprima tenue e lontana, poi sempre più vicina, splendente e calda.

Dalla stanza escono in silenzio Ashton e Brady Bisson; quest'ultimo è l'avversario principale del campione, un affascinante uomo sui trentacinque anni, sportivo e cordiale.

Ashton sorride nel vedere Kristal ed Anais e, subito consapevole dei rischi cui le due ragazze vanno incontro, attacca: «Amore, finalmente sei arrivata! Avete fatto quello che dovevate fare? Bene, bene... Brady, lei è mia moglie Rose...» rapida stretta di mano tra Bisson e un'imbarazzata Kirwan «... è timida. Ci siamo sposati da poco e... non è proprio questa la luna di miele che avevamo progettato, ma la mia piccola stella è tanto paziente e comprensiva. Vero, tesoro?» e ancora, quasi senza prender fiato: «Jennifer, non ti preoccupare se lo vedi pallido, ha subito degli interventi lunghi. È sotto sedativi, non soffre. Dovrebbe svegliarsi a momenti, sarà contento di trovare la sua rosellina al suo fianco. Ma ora entrate, io vi raggiungerò tra poco, saluto Brady e Christopher.»

Anais e Kristal entrano nella stanza ridacchiando. Con la sua interpretazione, Ashton ha evitato non pochi problemi... ma, subito, Stirling si fa seria.

La camera è in penombra; pareti di un bianco asettico, impersonale. Pavimento grigio, di linoleum. Due sedie minimaliste, una vecchia poltroncina marrone scuro... e poi... lui.

Mati. Steso su un letto dalle lenzuola candide, circondato da piccoli tubi, macchinari che controllano i segni vitali del paziente. Dorme, riposa... immobile. Sembra una statua di marmo immacolato. Nemmeno i segni della sofferenza alterano la fredda perfezione dei suoi tratti. Il cranio è fasciato, i capelli completamente rasati. Ma è comunque bellissimo; lontano, inarrivabile come una divinità scandinava.

Stirling si avvicina, si siede, gli accarezza una guancia, lo guarda come se non esistesse cosa più fragile e preziosa al mondo.

Kirwan se ne sta in disparte per non turbare la profonda adorazione dell'amica. È una scena soave, delicata, scoprire il muto legame tra Anais e Mati. Non è solo ammirazione ciò che Stirling prova per Läänen. È toccante osservarli in silenzio, come se fossero figurine di porcellana immortalatae in gesti eterni.

Stirling prende una mano del ragazzo, la sfiora, la accarezza... e, lentamente, Mati reagisce, stringe appena la mano di Anais e sorride. O, almeno, così pare a Kristal. Un sorriso debole, il primo che Kirwan vede sul volto di Läänen. Stirling, la sera prima, aveva confidato che avrebbe detto al ragazzo un bel "Ti voglio bene", ma Kristal sa che tali parole non verranno pronunciate. Perchè non sono necessarie; perchè rovinerebbero l'intensità del momento... perchè si tratta di una frase inutile e vuota rispetto al significato di quel sorriso...

Mati apre gli occhi. Poco, solo uno spiraglio. Lo sguardo chiarissimo come il cielo della sua Finlandia... osserva Stirling. Il sorriso ancora accennato. Voce che è un soffio, un sussurro leggerissimo: «Any...»

Anais è commossa, il viso inondato di luce, gli occhi brillanti.

La porta si spalanca all'improvviso: «Via, ragazze, via!» Compare Ashton, nervoso, frenetico, allarmato. «Il presidente Farrell è qui con il suo seguito di androidi... scappate! Se vi scoprono è la fine per tutti noi!»

Mati richiude gli occhi con un sospiro, il sorriso scomparso. Lascia la mano di Stirling. Non vuole bloccarla, non vuole farle avere rimorsi. È come se le dicesse "Fuggi e non voltarti indietro. La tua vita è più preziosa di quanto non lo sia io."

«La finestra! Maledizione, veloci, veloci! Scappate attraverso il cornicione!» Lodger pare irritato, la voce è un sibilo velenoso.

Anais guarda un'ultima volta il viso di Mati, quasi voglia imprimerlo nella memoria, e poi... esce dalla finestra. Senza ripensamenti. Seguita da Kristal.

Non è bella la vita dei ribelli, in continua fuga. Non è affatto bella.

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