Bruna Lucci, una ventunenne dal carattere apparentemente forte assiste all'omicidio di una ragazza. Non sa però che dietro quell'atto truce e violento c'è ben altro. Ha le ore contate, ma qualcuno l'aiuta a fuggire e si prende cura di lei. Quello st...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Appena atterro all'aeroporto di Malpensa un uomo vestito totalmente di nero con un cartello tra le mani mi stava aspettando. Aveva l'aria seria e di sicuro non voleva essere nei miei panni ma soprattutto non vedeva l'ora di consegnarmi le chiavi della moto per poi andare via.
Sui documenti che mi aveva dato c'era scritto il mio nuovo nome Michael Becker , una nuova identità che avrei dovuto usare solo ed esclusivamente per la prenotazione dell'albergo e ogni qual volta avrei avuto bisogno di registrare i miei dati anagrafici.
Su tali documenti Ivana Improta, nonché Bruna Lucci era mia moglie per questo motivo avremmo preso una camera matrimoniale nell'attesa che la nostra nuova casa fosse pronta. Non riesco neanche a pronunciare la parola moglie. So benissimo che è tutta una finzione, ma provo un senso di nausea nel sapere che anche per gioco Bruna viene considerata la mia consorte, parte della mia vita e della mia famiglia.
Ovviamente io avrei dormito per terra, mai e poi mai mi sarei permesso di dormire al suo fianco onde evitare possibili contatti durante il sonno.
''Una bambina viziata che neanche per gioco dovrebbe essere accostata al mio nome. Fortuna che anche quello era finto. Ero diventato un ricco imprenditore americano mentre lei, mia...anzi Ivana Improta, era una semplice ragazza di Milano, le cui origini erano della meravigliosa città di Napoli.''
Bruna non aveva affatto l'aria da milanese, per niente. Anzi, neanche quella da romana a dirla tutta. Lei aveva l'aria della classica ragazza che ti da ai nervi. Punto.
Non so quanto avrebbero creduto a questa farsa. Sta di fatto che per me era una cosa seria e forse dal comando ancora non lo avevano capito. Non abbiamo a che fare con degli stupidi ma con persone che ti riducono in carne da macello dopo averti fatto il culo nel vero senso della parola.
A tutti sarebbe piaciuta una nuova identità. Sarebbe stato come ricominciare, un nuovo nome, tante informazioni su una vita che non avevo mai vissuto e tante nuove possibilità all'orizzonte. Peccato che a me di tutto questo poco mi importava. Non avrei mai potuto ricominciare con tutto il fardello che portavo addosso, soprattutto perché solitamente, chi ricominciava aveva un nuovo scopo nella vita. Il mio, da cinque anni è sempre lo stesso e neanche quando l'avrò raggiunto potrò stare tranquillo perché solo allora, mi assicurerò che quelle persone non usciranno mai di galera.
Avrò sempre a che fare con un sistema di gente corrotta, perché la mafia è anche lo Stato e di questo ne avevo avuto la conferma. Tante denunce, poi ritirate. Come se non fossi abbastanza intelligente da capire che le stesse persone che denunciavano l'accaduto venivano poi pagate o minacciate di perdere le persone a loro più care. Automaticamente ritrattavano, fingendo di aver preso un abbaglio o semplicemente affermando di non voler più fare guerra a nessuno, di averci ripensato.
La paura di perdere qualcuno era tanta, ma io non avevo questo timore perché avevo già perso tutto.
Perché ricominciare quando tutto ciò che avevo e a cui tenevo non esisteva più? Come potrei solo pensare di fare cose già fatte con le uniche due persone che per me rappresentavano la vita?