La missione

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CAPITOLO 3

STUART

Come ogni giorno della mia schifosissima vita, lavoro seduto comodamente alla mia postazione

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Come ogni giorno della mia schifosissima vita, lavoro seduto comodamente alla mia postazione.

Ogni cosa sulla scrivania seguiva un ordine ben preciso. Le foto delle persone più importanti delle mia vita a destra, dove spesso mi cadeva l'occhio mentre a sinistra tutto cio che riguardava le ricerche che da cinque anni a questa parte stavo conducendo.

Fascicoli e fascicoli di testimonianze, fotografie, autopsie. Qualunque cose che potesse incastrare quei bastardi che avevano rovinato la mia vita. Ma in mano avevamo poco e niente. Cumuli di scartoffie che rappresentavano il nulla.

"Come se i mafiosi più potenti dell'est si sporcassero le mani"

Mi ripetevo costantemente. Quasi a trovare una sorta di spiegazione logica al nulla che avevamo.

Nessuno di loro compiva un passo falso, ingaggiavano ragazzotti per uccidere ma le loro testimonianze per i giudici erano prive di fondamento poiché non vi era nessuna prova concreta che potesse incastrarli.

Nessuna immagine, nessuna registrazione. Niente.

''Sono dei semplici imprenditori, contro di loro c'è un'assurda cospirazione da parte della mafia di Roma''

Queste erano state le parole di un giudice nell'ultimo processo in cui erano stati coinvolti.

"Già, come se la droga e la prostituzione fossero delle attività legali"

Imprenditori...

Sbatto il pugno sul tavolo talmente forte da farmi male una mano.

Giocano sulla vita delle persone e fanno i soldi con il loro sangue..

Con le ragazzine.

Da anni mi sembra di lavorare invano. Nel mio reparto ognuno si occupava di casi diversi e nonostante la riluttanza del capo alla fine in caso ''Katar'' era stato affidato a me.

Credo di essere l'unico a poterlo gestire, nonostante tutto quello che è successo.

Neanche le prove che io stesso ho fornito sono state sufficienti.

Servirebbe solo la sua testimonianza, ma in questo momento non potrebbe parlare neanche se accadesse un miracolo.

Bussano al mio ufficio e come sempre entrano senza il mio permesso.

Cosa hanno inventato a fare le porte allora?

<<Campbell il capo ti vuole nel suo ufficio>>

Agli ordini. Lui comanda ed io eseguo, è l'unico modo che conosco per farlo stare buono e per non far trasferire il caso a qualcun altro.

A quel punto si che diventerei una bestia indomabile.

Nel posto giusto al momento sbagliato#1 La presenza(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora