Non ammetto tentennamenti

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CAPITOLO 13

STUART

<<Mi scusi, potrebbe dirmi dov'è andata mia moglie?Sapevo sarebbe scesa ma pensavo salisse poco dopo>>

Non appena Bruna ha richiuso la porta alle sue spalle pensavo che sarebbe tornata dopo poco tempo, credevo che in realtà le bastasse fare due passi nella hall per riflettere su quanto aveva fatto per poi risalire in camera.

Non era la prima volta che le dicevo quello che pensavo ovvero che tra di noi non avrebbe mai funzionato perché è così, non cerco quel tipo di rapporto da lei e pur avendo un corpo che può farti uscire di testa, la mia era troppo concentrata sulle indagini che da anni stavo compiendo.

Il fatto che con lei venisse fuori il peggio di me era la dimostrazione che non avevo altri scopi se non quello di sapere la verità per poi tornare a Roma e svolgere il mio lavoro al commissariato, chiedere al giudice la riapertura del caso contro la Triade e ricominciare con gli interrogatori delle poche persone che non avevano modificato la versione dei fatti. Quelli rimasti vivi ovviamente e togliendo coloro che avevano poi ritrattato per paura, direi che i testimoni erano davvero pochi.

Stavo perdendo tempo, le stavo concedendo troppo relax e sinceramente nemmeno io sapevo perché. La odiavo, mi dava fastidio tutto ciò che faceva, come si muoveva, se osava dire una sola parola eppure volevo che quei lividi scomparissero dal suo corpo e quella brutta ferita che le aveva fatto andasse via. Solo per non spalmarle più la crema, questo era il motivo principale.

Bruna non riesce a camminare ancora bene e non credo sia andata chissà dove, ecco perché dopo qualche ora in cui ho cercato di lavorare, con scarsissimi risultati, ho pensato di scendere giù nella hall e chiedere di lei. Più cercavo di concentrarmi e più il suo viso mi distraeva e questa cosa non va affatto bene.

Anche questa volta avevo esagerato e le avevo rivolto parole davvero cattive. Dovrei ricordarmi più spesso che potrebbe essere mia figlia e che se qualcuno le rivolgesse le stesse parole che avevo io per Bruna, probabilmente quell'uomo lo avrei ammazzato. Ma da quanto avevo letto suo padre viveva altrove con un'altra compagna, la madre era andata via ma non c'erano abbastanza informazioni a riguardo. Era sola, quindi nessuno avrebbe avuto da ridire sul mio comportamento.

E poi lei non è la mia Agnese.

Per quanto potessi essere un bastardo la verità è che godo nel dirle cattiverie, nel trattarla male, nel farla sentire inferiore ma non so perché. Mi danno fastidio i miei tentennamenti, si, è una donna che può piacere a tutti ma non deve piacere a me soprattutto perché non ha nulla che potrebbe attirarmi.

Devo portare rispetto a mia moglie, anche se è morta e a mia figlia perché quando si sveglierà avrò tempo da dedicare solo a lei e vorrei tanto che il giorno che si svegliasse, vedesse con i suoi occhi i suoi aguzzini in galera.

''In fin dei conti le ho detto solo la verità, ovvero che non la sopporto e che non voglio scopare con lei, anche se lei non mi ha mai detto di volermi in quel senso. L'ho dato per scontato, avendo un'amica escort penso che piaccia anche a lei quel mondo, in più quelle foto allegate al suo fascicolo sono state una dimostrazione di quanto il mio pensiero fosse giusto''

Mia moglie era una donna seria, una donna che aveva a cuore solo il bene della famiglia. Ma anche lei alla fine mi ha deluso, pugnalandomi alle spalle. Sul suo comportamento non ho nulla da ridire, era un'ottima compagna di vita. Per ogni uomo dovrebbe esserci una donna così.

''Andiamo, a chi starebbe simpatica una modella ricca? A me non di certo e per di più devo tirarla anche fuori dai guai. Adesso la vado a riprendere e la faccio parlare e poi se vuole andare via è libera di farlo''

Nel posto giusto al momento sbagliato#1 La presenza(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora