«Tornerò il più presto possibile» dissi rassicurandoli «Il più presto possibile significa fra tre mesi?» chiese mia madre alzando gli occhi al cielo «Non lo so mamma» sbuffai
Miranda mi strinse a sè come se volesse soffocarmi da un momento all'altro, senza i tacchi eravamo alte uguali...o forse lei mi superava di qualche centimetro ma questi erano solo dettagli, «Miraccomando, cerca di recuperare quel 4» le dissi autoritaria «Certo certo» roteò gli occhi staccandosi da me «Quale 4?» si intromise la donna che ci mise al mondo «Niente, cose nostre» la liquidò mia sorella fulminandomi, oops!
Appena il Jet decollò potei ammirare la mia bellissima città, chissà se sarei tornata veramente il più presto possibile...
Collegai gli auricolari al mio iPhone e feci partire la playlist mettendomi più comoda sul sedile.«Signorina Grande!» una voce mi chiamò scuotendomi leggermente il braccio, sbattei le palpebre più volte ritrovandomi davanti Will, uno dei miei bodyguard, «Siamo appena atterrati» mi informò «Oh, grazie di avermi svegliata» mi alzai
Appena entrai in casa i miei due cagnolini, Ophelia e Toulouse, mi saltarono addosso leccandomi tutta la faccia. «Piano piano! anche voi mi siete mancati piccoli miei» ridacchiai
Nello stesso momento la classica suoneria dell'iPhone rimbombò nella stanza avvisandomi di una nuova chiamata, risposi senza leggere il nome sul display.«Ariana, ho saputo che sei appena tornata da Milano...volevo soltanto dirti che domani dovrai venire nel set fotografico, indosserai la collezione appena uscita della marca Calvin Klein. Ti vogliono qui per le otto meno un quarto, quindi miraccomando sii puntuale» mi informò
«Io sono sempre puntuale» ribattei «Faccio finta di crederti» scherzò prima di attaccare.Nello stesso momento mi ricordai di mandare un messaggio a mia madre dicendole che ero appena tornata a casa e che stavo bene.
Dopo aver finito di fare la doccia, mi avvolsi nel mio accappatoio rosa pastello e accesi il phon per poi asciugarmi accuratamente i capelli. Misi l'intimo ed infine indossai una maglia bordeaux lunga a maniche corte con la scritta "girl gang" in bianco in alto a sinistra.
Scesi giù in cucina per prendere un pacchetto di biscotti, mi sedetti sul divano ed accesi la tv con l'intento di guardare il mio programma preferito ma non appena misi in bocca il primo biscotto il citofono suonò, facendo abbaiare i due cuccioli.
Sbuffai alzandomi a malavoglia dal divano e camminai verso lo schermo del citofono seguita a ruota dai due che continuavano a scodinzolare. Apparve l'immagine del mio ragazzo e così aprii.
«Ciao bellissima» entrò sorridendomi, Toulouse si alzò su due zampe appoggiandosi alla sua gamba mentre Ophelia saltò sul divano accoccolandosi a me «Ciao» risposi semplicemente tornando a guardare lo schermo davanti a me «Nessun bacio?» chiese sedendosi, alzai gli occhi al cielo per poi allungare il collo e posare le mie labbra sulle sue.
«Sai di biscotto» commentò «Ti prego stai zitto» ribattei «Ti da fastidio la mia presenza?» domandò irritato «Si» risposi senza pensarci, appena mi resi conto di quello che avevo detto lui si stava alzando «Cioè...merda...no, è solo che sono stanca e volevo stare da sola, non mi andava di avere nessuno fra i piedi» confessai mordendomi il labbro inferiore
«Capisco, beh allora io vado» annunciò lasciandomi un bacio sulla fronte «Aspetta!» lo fermai «Che c'è?» chiese «Mi sentirei in colpa se ora tu te ne andassi, anche perchè starebbe a significare che sei venuto qui per niente» lo guardai, alzò gli occhi al cielo sorridendo «Non ti capirò mai» si accomodò accanto a me e Ophelia si allontanò andando verso la sua cuccia.
Ero così concentrata sullo schermo che non sentii nemmeno la domanda posta dal mio ragazzo, «Dicevi?» chiesi aggrottando un sopracciglio «Hai fame? Sono quasi le otto» disse
«In verità...» non feci nemmeno in tempo a finire la frase che il mio stomaco brontolò «Lo prendo come un sì» rispose dirigendosi verso la cucina «Che fai?» chiesi spegnendo il televisore e dirigendomi verso di lui«Cucino, il risotto ai funghi» un sorriso sghembo nacque sul suo viso.
Pulì i funghi porcini per poi tritare finemente lo scalogno, io invece stetti seduta sullo sgabello ad osservarlo, dopo di che prese un padellino posandolo sui fornelli e mettendo a soffriggere lo scalogno in poco olio. Appena lo scalogno divenne trasparente aggiunse il riso e lo fece tostare per qualche minuto, sfumò con il vino bianco tenendo ancora la fiamma alta. Quando il vino si ritirò iniziò a bagnare il riso con il brodo, aggiungendo i gambi dei funghi tagliati a dadini.
«Mi fai un favore?» domandò girandosi appena «Certo, cosa devo fare?» chiesi alzandomi dallo sgabello «Potresti tagliare i cappelli dei porcini a lamelle?» li indicò, feci quello che mi aveva chiesto dopo aver lavato le mani
Subito dopo che il riso fu cotto li aggiunse conservando alcune lamelle.Spense il fuoco, aggiunse il burro, il formaggio grattugiato e il prezzemolo tritato per poi girare generosamente.
Prese due piatti e trasferì il riso completandolo con tre lamelle di porcino su entrambi e una spolverata di pepe nero appena pestato al mortaio.Fece scivolare il piatto sotto il mio naso e mi porse una forchetta, appena gustai il cibo feci un verso di approvamento «Che ne pensi?» mi fece l'occhiolino schioccando la lingua sul palato «Davvero delizioso» ammisi, mi sorrise compiaciuto per poi portarsi alla bocca un'altra forchettata.
Appena finimmo di mangiare sparecchiai il tavolo, lavando i piatti e i bicchieri. «Che ne dici di rimanere qui a dormire?» proposi asciugandomi le mani con uno strofinaccio, annuì.
Mi prese a mo' di sacco di patate al che strillai sorpresa da questo gesto «Dove mi stai portando?» domandai «Al piano di sopra» rispose, mi agitai tra le sue braccia «Sei impazzito? Rischieremo di cadere dalle scale e farci male, fammi scendere» gli ordinai battendo i pugni sulla sua schiena «Smettila o cadremo veramente»Appena arrivammo in camera mi buttò sul letto «Sei uno scemo» scossi la testa mettendo il finto broncio «Però questo scemo lo ami da impazzire» sorrise malizioso «Vieni qui» allargai le braccia, si sporse verso di me baciandomi «Ti amo» dissi continuando a baciarlo «Anche io» affermò con la fronte appoggiata alla mia.
Ci sdraiammo sul materasso rifugiandoci sotto le lenzuola, la sua mano intrecciata alla mia e gli occhi di entrambi puntati verso il soffitto. «Sei stupenda» confessò di punto in bianco facendomi arrossire, appoggiai la testa sul suo petto nudo e sorrisi chiudendo gli occhi.
Mi diede un bacio tra i capelli e mi strinse a se dandomi la buonanotte, troppo stanca per rispondere mi addormentai consapevole che il giorno dopo sarebbe stata una giornata impegnativa.
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My best mistake ~Jariana
FanfictionOrmai diciannovenne, Ariana svolge il suo lavoro da modella a Los Angeles una città che le ha regalato molte emozioni e anche fatto conoscere molte persone. Un anno dopo la rottura con il suo ex ragazzo Justin, divenuto cantante, si è fidanzata con...