Capitolo 3

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Mi sveglio seguita dal suono fastidioso della sveglia. Mi alzo e scendo in cucina a fare colazione, dove trovo mia madre, Taylor e Mike.

"Ti ho preparato latte e biscotti"-dice mia madre.
La ignoro sedendomi a tavola ed inizio a mangiare.

"Sono le dieci e mezza e tra poco devo uscire. Tornerò verso le diciotto, ti dispiace?"-continua lei.

"La tua presenza non si sente comunque."-rispondo io.

La sento sospirare.

Sono appena passate le due. Ho bisogno di distrarmi: aspetto che mia madre esca, poi vado in bagno, mi faccio una doccia e mi trucco con un filo di matita e mascara, lasciando i capelli sciolti e prendo uno zaino.

"Dove credi di andare?"-chiede Mike.

"Voglio uscire, posso o devo chiedere il permesso a te?"-dico sottolineando la parola te.

"No certo, solo non perderti. Ho saputo che non hai buon senso dell'orientamento."-risponde facendomi l'occhiolino.

"Voglio solo visitare un po' la città, per conoscerla bene. Non vorrei vagare in giro il primo giorno di scuola. Tranquillo non mi perderò"-sorrido.

Non è poi così antipatico.

Mi incammino verso le strade della città e non posso fare a meno di notare quanto è bella Los Angeles.

Entro in un negozio e inizio a provare tutti gli abiti che mi piacciono.Ne compro alcuni con i soldi che mi ha dato mia madre, così per il primo giorno di scuola sarò vestita decentemente.
Esco con mille sacchetti in mano.

Mi siedo su una panchina e sento tutto quello si cui ho bosogno:il silenzio, seguito dal sottofondo della musica che ascolto.

Chiudo gli occhi, ma non mi accorgo della palla che mi colpisce in pieno volto. Mi massaggio la faccia, mi giro di scatto e davanti a me si presenta un ragazzo, a dir poco bellissimo.

"Non è un posto per dormire questo, stai attenta la prossima volta"-dice. Fa per andarsene, ma io lo blocco.

"Non stavo dormendo e comunque si dice scusa"-gli rispondo.

"Ok ti perdono" Comincio ad irritarmi.

Lo osservo bene:i suoi fini lineamenti mettono in risalto il sorriso luminoso  e i suoi occhi verdi  trasmettono fiducia e sicurezza. Il volto, incorniciato da una massa di capelli castani, è assolutamente perfetto e la sua figura mette in risalto il fisico atletico.

Quando si accorge che lo sto fissando faccio finta di nulla.

"So che sono bello, ma non è buona educazione fissare le persone, lo sai?"-dice lui.

"Modesto il ragazzo!"-rispondo ridendo.

"Come mai qui, in un campo da calcio a prenderti le palle in faccia?"-chiede.

"Volevo un posto tranquillo"-dico semplicemente.

"Posto sbagliato allora"-risponde lui.

"Ei Matt, ti muovi o no!"-si avvicina un ragazzo.

"Devo andare. È stato un piacere  sconosciuta"

Lo vedo allontanarsi.
Mi giro e...il mio telefono!

Deve essermi finito a terra quando quel cretino mi ha colpita.

Esito un attimo prima di raccoglierlo e, dato la mia fortuna, i miei dubbi sono confermati.
Torno a casa con il volto dolorante e lo schermo del telefono rotto.

SPAZIO AUTRICE
Che ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere nei i commenti.
Ciao, al prossimo capitolo!

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