~ Quadro ~
~ Messaggio ~
~ Felpa ~
L'urlo di Munk.
Perché quel tizio urlava, poi? Perché era così sfigurato? Perché quella bocca così spalancata? E perché diamine quel Munk aveva deciso di dipingere un quadro del genere? Che gusto c'era?
Harry sbadiglia per quella che sembra essere la milionesima volta nella giornata. Se non morirà di noia oggi, non morirà mai più.
Prova il forte desiderio di sbattere più e più volte la testa contro il muro, violentemente; magari servirebbe a svegliare i due miseri neuroni che si ritrova, a farli smettere di spippettarsi e ricominciare a funzionare.
L'unica cosa che vorrebbe in questo momento é Louis, almeno lui lo farebbe ridere: ecco, é anche colpa sua se il suo cervello ha deciso di darsi alle seghe. Oh, beh, non solo il cervello. Ma quella é un'altra cosa.
Tanto per fare qualcosa di diverso, Harry sbadiglia; non é mai stato un grande appassionato d'arte, anzi, voleva solamente un pretesto per non andare a scuola senza dover bigiare.
La guida che sta in testa alla sua classe sta parlando da chissà quanto, ma Harry ha lo sguardo puntato su quel dannatissimo quadro e la testa altrove, non ha capito nemmeno mezza parola. Sembra essersi incantato su quei colori che stonano nella loro armonia, su quel viso esageratamente allungato e sul grido silenzioso che lancia; nelle orecchie gli rimbomba solo il battito del proprio cuore.
Solleva per un secondo lo sguardo e si ritrova quello trovo dei suoi compagni puntato contro: aggrotta la fronte ed abbozza un sorrisetto di scuse -anche se non ha la più pallida idea di ciò che abbia fatto-, quando il suo telefono trilla. Harry arrossisce vistosamente, farfuglia quelle che dovrebbero essere delle scuse e si fionda senza troppi complimenti nel bagno più vicino, chiudendosi velocemente la porta alle spalle. Si infila in una di quelle sottospecie di cabine e chiude a chiave, non curandosi del fatto che in questo modo potrebbe rimanere bloccato lì dentro. Tira fuori il telefono dalla tasca e si trova due messaggi, la causa di quelle occhiatacce.
Da: Boo ❤️
Giuro che se questa tizia non la smette di parlare le tiro dietro una scultura. Ma chi me l'ha fatto fare di visitare un museo.
Da: Boo ❤️
Se solo ci fossi anche tu, Haz ❤️
Harry é più che sicuro di essere avvampato, non ha bisogno di guardarsi allo specchio per confermarlo: solo Louis riesce a ridurlo così con una sola parola ed uno stupidissimo cuoricino rosso.
Un uomo, a giudicare dal modello delle scarpe, esce dal bagno.
Digita la risposta più veloce che può, con un sorrisetto da ebete stampato in faccia.
Che coincidenza Boo, anche io sono in un museo e stavo pensando a te ❤️
La porta di apre nuovamente, ed un paio di Converse bianche fanno il loro ingresso in bagno e si infilano in quello accanto ad Harry; lui blocca lo schermo sorridendo, e si stringe fra i denti perlacei il labbro inferiore, pensoso. A causa della differenza di età frequentano classi diverse, e Lou é sempre sommerso da un'infinita mole di compiti, ragion per cui non possono vedersi spesso. Si sentirà anche una stupida ragazzina persa nel suo mondo di unicorni zuccherosi che vomitano arcobaleni, ma una volta si é messo perfino a contare le ore che ancora li separavano; se ne vergogna ogni santo giorno.
Stufo di starsene rinchiuso fra quei tre pezzi di plastica, Harry spalanca la porta con un sorriso smagliante dipinto sulle labbra, ma un piccolo gemito di dolore proveniente da dietro quest'ultima lo distrae dai suoi pensieri. Si affretta a riaprire la porta mormorando una cascata di "scusami" "non volevo" e "perdonami", coprendosi la bocca con le mani.
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A bit of Larry
Fanfiction«Knock knock.» «Who's there?» «Harry.» «Harry who?» «Harry who is always in your heart, Lou.» ~ Raccolta Larry ~ Possibile nosense ~ 22/03/2014 "I'm gay xx. Harry"