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Andrea's pov

«Papà possiamo parlare?» mi chiede nostra figlia, ormai ha 17 anni

«Certo dimmi tutto» dico togliendomi il cappotto.

Il lavoro va alla grande.
Il nostro matrimonio pure, abbiamo cinque figli, due femmine e tre maschi.
Lei è la più piccola, ormai ha17 anni.
Siamo sposati da 37 anni ormai.
Amo la mia famiglia più di qualsiasi altra cosa.

«Vieni in camera da me?»

«Certo»

Entro nella sua stanza, lei è l'unica rimasta in casa, la sua stanza è passata quasi a tutti, è la prima volta che ci entro da quando è sua.
Le pareti sono dipinte di blu, ci sono poster ovunque, ci sono parecchi dischi di artisti vari, una decina di dischi li riconosco. I miei. Poi vedo quella scatola.

«Perché non me ne avete mai parlato?» chiede lei

«Sicura di volerlo sapere?»

Poco dopo inizia a piangere, si siede sul letto, io vado da lei è l'abbraccio.
Mi ricorda tremendamente lei.
E ogni volta ho paura di non rivederla mai più.
È troppo uguale a lei.
È stata parecchio male, ha vissuto praticamente senza madre, la cosa l'ha segnato molto.

«Sono stata io la causa della sua morte?» chiede singhiozzando

«No piccola non dire così» dico stringendola ancora di più a me

«Vuoi sapere tutto?»

Annuisce

«Dall'inizio alla fine»

«Ne sei proprio sicura?»

«Era mia madre, l'ho sempre conosciuta dai vostri racconti, poi ho trovato quella scatola e quella lettera»

Menomale che le altre me le sono tenute da parte altrimenti lei adesso starebbe ancora peggio.

«Pa dimmi la verità, tanto ho letto tutto, ho trovato pure le altre, ho trovato tutto» dice

Le accarezzo i capelli.

«Lei ha sofferto davvero tanto»

«Si capisce da quello che scriveva, ma perché?»

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Spazio autrice
Eh sì lo sto facendo davvero.
Avevo voglia di scrivere, ma vi lascio col dubbio.
Vi voglio bene.

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