Non è passato molto tempo, ed io voglio vedere il suo sorriso, il suo viso, voglio baciarla,toccare le sue labbra che sanno di ciliegia e voglio che quel sogno non diventi realtà. Per altri quattro giorni la routine quotidiana è sempre la stessa, riposo e studio senza nemmeno andare agli allenamenti ed esonerato per una partita dal condurre i miei 11 leoni in campo per un'altra partita. Mi sembra come se il tempo non passasse mai ed una delle sensazioni più brutte al mondo soprattutto perché a casa senza di lei non ci so stare. Lo ammetto sono così innamorato da non riuscire a vivere senza di lei. La cerco in ogni istante, mi sta bene pure vedere una sua foto o sentirla rapidamente, piccoli gesti che mi rendono felice e che mi fanno star bene. Dopo questa lunga settimana di convalescenza e di lunga attesa perché non finiva più ,decido subito di andare in un negozio a comprare un regalo a Claudia. Le compro una collana con due cuori come ciondolo e con le nostre iniziali che le avrei dato subito appena scesa dall'aereo perché le avevo promesso un'altra cena subito al suo ritorno. Mi mancano le parole per definire quanto questa collana valga per me e per i sentimenti che contiene per quella stupenda ragazza che amo da morire.
Dopo il regalo, torno a casa, salgo le scale rapidamente, metto le chiavi nella settatura, entro, prendo la borsa Nike già pronta e poi via a nuoto. Una corsa senza fiato, perché li è il luogo in cui ho visto la prima volta Claudia e li tanto che mi manca che la posso sentire vicina. Mi sono preparato un allenamento distruttivo,quelli che non mi lasciano ne respirare ne pensare,qualcosa di più atroce non l'avevo mai fatto. Dopo l'allenamento mi sento così stanco che dopo la doccia e cambiatomi velocemente vado al bar da Roshan e mi mangio cioccolata a tonnellate e bevo 3/4 powerade esclusivamente sapore arancia gialla. Dopo quella mangiata stavo morendo con il mal di pancia,crampi fortissimi allo stomaco che non mi facevano ancora una volta pensare. Poi mi accorgo che era lunedì e che alle 16 arrivava Claudia. Mancava solo un'ora ed io dovevo arrivare all'aeroporto in tempo. Prendo la macchina e arrivo in tempo alla stazione. Non mi siedo ma cammino agitato avanti e indietro, guardo l'orologio più volte e vedo che le lancette restano sempre ferme in un tempo successivo alle 16, resto quindi perplesso dall'aereo che era in ritardo, quando una voce meccanica dagli altoparlanti avvisa che il volo non arriverà più a destinazione perché c'è stato un incidente e nessuna manovra di emergenza è riuscita ad evitare la strage. Non ci credo incomincio ad urlare ,voglio vederla, non può finire così ,io la amo,perché tutto questo,dove stanno adesso...tutte frasi che pronunciò senza accorgermene e che precedono l'arrivo di volontari che ci soccorrono. Voglio solo sapere dove sono e come arrivarci. Mi consigliano di non andare a vedere quell'articolo spettacolo di macerie. Ci uniscono in un camioncino della compagnia aerea e via subito lì. Piango,non me ne capacito, tocco la tasca e vedo quella maledetta collana che lei doveva indossare e che il suo collo non potrà indossare. Questo tragitto è così lungo che è peggio di un calvario, gli altri parenti che stanno con me piangono a dirotto e quelle lacrime mi fanno ancora più male perché loro forse se li sono goduti di più, io invece me la sono goduta solo per tre mesi. Il mio cuore non batte più , vado in bradicardia continua perché vorrei non esserci nemmeno io più lì e stare altrove per non soffrire, ma il mio amore per lei è così grande che non voglio stare altrove. Voglio abbracciarla per l'ultima volta e voglio accarezzare il suo viso. E non siamo ancora arrivati chiedo, ma che caspita non si può fare prima non ce la faccio più. Dopo ancora due ore di dolore, arriviamo lì dove il fumo e le lamiere metalliche regnano sovrane. Mi butto subito fuori e chiedo di Claudia. Ma nessuno mi sa dire niente. Sono furioso, urlo e chiedo spiegazioni.