VIII. CARO DIARIO#1

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24 Marzo, 2018. Ore: 21:57
Caro diario; o meglio, Cara Christine;

Mi chiamo Amy,
Piacere di conoscerti.
Sono così felice che mi abbiano regalato un diario. Almeno parlerò con qualcuno. 😐😶
Ebbene si, la mia vita non è esattamente il massimo. Tu sei l'unico amico che ho.
Non è sempre stato così, sai?
All' orfanotrofio ero amica di tutti. Tutti erano amici di tutti! A differenza di quello che può sembrare, era un posto meraviglioso. Non c'erano tutte le comodità che hanno i bambini qui, noi avevamo poco, solo una piccola cesta con dentro qualche giocattolo per i più piccini, un paio di barbie e una corda.  Eppure eravamo così felici! Se ti stai domandando quanto tempo io abbia trascorso lì... Beh direi parecchio! Sono arrivata quando avevo solo 6 anni; i miei genitori morirono quando ero molto piccola ed i miei nonni, che mi avevano accudito, avevano una certa età ormai ed erano gravemente malati.
Sono sempre stata un po' timida ma di buon cuore, anche se non conoscevo nessuno mi impegnavo per aiutare tutti se ne avevano bisogno. Eravamo tutti dei bambini ed era facile andare d'accordo, anche grazie all'aiuto dei più grandi che, vedendoci piccoli, ci "prendevano sotto la loro ala".
Poi c'era Dolores, la proprietaria, una vera e propria mamma per tutti noi.
La vita all' orfanotrofio non era facile ma ci aiutavamo a vicenda per sostenerci.  In quegli anni ho compreso il vero significato della parola amicizia ed ero una bambina allegra, solare e spensierata. Poi però le cose cambiarono.
Tutti i miei amici vennero adottati, non li rividi mai più.
Io invece dovetti aspettare due anni prima che una strana coppia fece domanda per me.
In quei due anni rimasi sola con una delle mie migliori amiche, Katie che restò al mio fianco fino alla mia partenza.
Non eravamo sole, o meglio erano arrivati nuovi ragazzini, fra cui anche alcuni della nostra età ma non era la stessa cosa.
Io e lei avevamo vissuto per 8 anni con gli altri ragazzi e nessuno avrebbe potuto rimpiazzarli da un giorno all'altro. Questo non significa che ci emarginavamo e non aiutammo mai nessuno; anzi.
Cercammo più volte di superare la cosa ed essere carine con loro ma non siamo mai riuscite a sentirci a nostro agio con loro.
La nostra unica amica era una ragazzina di bassa statura che portava gli occhiali.
Si chiamava Veronica e aveva origini italiane; con lei abbiamo passato un sacco di tempo.
Ancora oggi un po' mi dispiace essere andata via ma avere una famiglia è sempre stato il mio sogno. Poi loro sono delle ragazze
sveglie, sono certa che avranno trovato delle famiglie che le amino.
Parlando di famiglia i miei nuovi genitori sono così gentili, mi hanno anche presentato ai parenti che mi hanno accolto fin dal primo giorno. Sono premurosi e tutto ma...
Non voglio sembrarti paranoica ma c'è qualcosa in loro, in questa casa che non mi convince.
Ora si è fatto tardi; vado a dormire. Domani mi aspetta un altro giorno di scuola. Yuppi:-/
Buona notte,
                           Amy.

Il diario degli incubi: La Foresta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora