Ventotto

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Si trovò davanti a quella porta di legno lucido nero per la millesima volta, ma questa volta senza il coraggio di bussare.

Fissò la targhetta col nome per qualche secondo, poi decise di sedersi su uno dei tre gradini che accompagnavano l'ingresso.

Tirò fuori il cellulare dalla tasca,che da quando era uscito non aveva fatto altro che vibrare, sempre lo stesso nome ad illuminare lo schermo. Decise si spegnerlo e rimetterlo nel cappotto.

La pietra delle scale era umida, e ben presto si ritrovò col jeans bagnato e infreddolito.

Si strinse meglio il colletto del cappotto intorno alla gola per poi osservarsi nella pozzanghera formatasi sul marciapiede.

Aveva decisamente un pessimo aspetto,di uno che aveva appena smesso di piangere, con gli occhi arrossati,gonfi, e le guance segnate.

E cosi era.

Non pensava di avere tutte quelle lacrime in corpo, eppure le aveva versate goccia dopo goccia fino a sentirsi svuotato.

Non sapeva a chi attribuire la colpa per quello che stava provando, perché un colpevole ci doveva pur essere.

Probabilmente aveva sbagliato lui sin dall'inizio. Si era fatto trascinare dalla bellezza travolgente di Harry in un qualcosa che non era in grado di affrontare.

Ci aveva provato, si era buttato, si era lasciato andare nel mondo libero di vivere del suo coinquilino,mettendo da parte i suoi sentimenti per lui.

Li aveva calpestati, nascosti sottochiave in un qualche meandro del suo cervello, ma probabilmente il lucchetto era difettato perché erano esplosi fuori quando meno se lo aspettava.

Quello che faceva più rabbia, era che quel ruolo gli era anche piaciuto.

Aveva amato ogni singolo momento passato con Harry, si sentiva sciogliere per come lo guardava, percome lo venerava mentre lo possedeva in ogni angolo della casa, e soprattutto gli era piaciuto farsi guardare.

Con Charlie era stato tutto perfetto,l'avrebbe sicuramente rifatto se fosse stato possibile tornare indietro nel tempo.

Questa era la cosa che lo sconvolgeva di più, perché lui non era così.

Draco sognava il principe azzurro, che aveva occhi solo per lui e che non lo avrebbe condiviso mai con nessuno.

Si era accorto troppo tardi che Harry Potter tutte queste cose non avrebbe mai potuto dargliele.

Si tirò su a sedere, il freddo aveva gelato i jeans fasciati sulle gambe. Se le sgranchì, stirando il tessuto con le mani per scaldarsi un po'.

Si voltò di nuovo verso quella porta,chiedendosi perché aveva pensato immediatamente a lui quando era uscito di casa alla ricerca di un po' di conforto.

Con mano tremante suonò il campanello, quel suono che aveva sentito parecchie volte negli ultimi mesi.

La porta si aprì all'istante, e la faccia aggrottata di Oliver gli fece scappare un sorriso.

"Draco? Ma che...Cosa ci fai qui? Non mi hai avvisato saresti passato..." disse grattandosi la testa in imbarazzo per essersi fatto beccare ancora in pigiama.

"Scusami, é che non sapevo dove andare..."

Bugiardo. Blaise e Theo lo avrebbero accolto sicuramente, eppure lui aveva pensato a Oliver.

"E' successo qualcosa?"

Il ragazzo aveva iniziato a scrutarlo come al solito col suo sguardo attento, quello che afferrava tutto prima ancora di parlare.

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