la profezia

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Harry fu il primo della sua cabina a svegliarsi, quando aprí gli occhi la stanza era ancora semi-buia: non saranno state neanche le sei. Rimase immerso nei suoi pensieri e nel suo disagio per essere l'unico già sveglio per un po' di tempo, finché non sentì un rumore pesante come di qualcosa di grande che cade a terra, si voltò e si accorse di Tyson che si era appena alzato con molta eleganza e si stava occupando di svegliare Percy.

-Fratello? Fratello alzati!- Harry seguì il suo esempio e svegliò Ron che stava borbottando qualcosa di incomprensibile nel sonno.

-Lasciami dormire-disse il Weasley senza neanche alzare la testa dal cuscino.

-Tyson ho bisogno di aiuto.- il ciclope arrivò davanti al letto e sollevò il ragazzo dai capelli rossi che pur controvoglia non voleva disubbidire alla creatura più dolce e sensibile che ci sia (forse aveva paura delle mani grandi quanto un'anguria? O dei suoi due metri di altezza?)

-Ragazzi dobbiamo vestirci in fretta, Chirone ci aspetta-disse Percy fra uno sbadiglio e l'altro.

Tutti ubbidirono, ma toccò agli altri aspettarlo quando dopo che gli altri avevano indossato una semplice maglietta e dei jeans il figlio di Poseidone non era ancora uscito dal bagno.

-Oh no starà ancora giocando con l'acqua della vasca...Fratello sbrigati!

-È ancora presto!-arrivò in tutta risposta

-Ma non era lui a metterci fretta?-si lamentò Ron ricevendo come risposta un alzamento di spalle da parte di Tyson che era un po' disperato. 

In tutto ciò Harry aveva fatto tutto senza fiatare, un po' anche per timidezza o sensazione di inadeguatezza dopo la conversazione con Percy che lo aveva buttato un po' giù, dopo tutto anche se odiava ammetterlo il ragazzo era spesso un po' pieno di sé.

Una mezzoretta dopo tutti gli abitanti e ospiti del campo erano a fare colazione: i semidei attorno ai tavoli e maghi e streghe seduti ai lati di grandi tavole da pic-nic. Avevano tutti offerto una parte di cibo agli dei e stavano parlando animatamente fra di loro: dal tavolo di Afrodite provenivano pettegolezzi su amori che stavano nascendo, i figli di Ares stavano litigando pericolosamente per colpa di qualcuno che aveva fatto un brutto scherzo a Clarisse, mentre i ragazzi del tavolo di Apollo leggevano libri di poesia e medicina.

Ad un certo punto si sentì un rumore di zoccoli che calpestavano il terreno, tutti si voltarono e videro che era Chirone, il quale aveva un espressione di preoccupazione dipinta sul volto e subito dopo i ragazzi capirono il perché: in groppa a lui c'era Rachel Elisabeth Dare che era verdognola in volto e i semidei capirono che aveva appena emanato una profezia.

Percy scattò in piedi seguito da Tyson, si diressero verso di lei e la aiutarono a scendere dalla schiena del centauro.

-Sto bene- disse lei per tranquillizzare tutti e poi recitò di nuovo la profezia che le era uscita dalla bocca poco prima:

-In sei partiranno per placare un' alleanza da temere.                                                                                                              maghi e streghe con semidei per mano si dovran tenere,                                                                                                     chiuderanno la prigione e i nemici seppelliranno,                                                                                                           ma non senza sofferenza trionferanno.                                                                                                                                                       Solo i capi della magia sapranno guidare                                                                                                                                        e gli dei più grandi cosa trovare.

Rachel era abbastanza scioccata e abbassò lo sguardo lasciando i commenti agli altri, partirono come sempre schiamazzi e urla: per i semidei, nonostante fossero abituati a queste situazioni, una profezia era sempre una fonte di sorpresa, sia per chi sperava in un po' di pace, sia per chi era pronto a offrirsi volontario per l'impresa. Quindi ora immaginatevi i maghi, certo, non che loro avessero una vita tranquilla, ma almeno solitamente non erano soggetti a continui attacchi di mostri e per loro era tutto diverso.                                                    

Maghi e semidei:l'incontroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora