"Dovere" è la parola più sublime nella nostra lingua.
Compi il tuo dovere in ogni cosa.
Non puoi fare di più.
E non dovresti mai fare di meno.
(Robert Edward Lee)
Moloch diventava più pericoloso ogni giorno che passava.
Questa certezza, che ormai per Clelia, Luce e gli altri era assoluta, non derivava tanto dagli atti compiuti dai demoni, quanto piuttosto dalla velocità allarmante con cui stava crescendo l'ultima nidiata di angeli.
Era appena terminata la prima settimana di dicembre; Ferahel ormai aveva le sembianze e gli atteggiamenti di una tredicenne qualunque, e gli altri piccoli angeli erano vicini a raggiungere il suo grado di sviluppo.
Al sicuro dietro una finestra del secondo piano, Clelia osservava i ragazzini correre e gridare nel prato, giocando spensierati.
Luce e Cassiel la raggiunsero: la prima l'affiancò, seguendo il suo sguardo, mentre il secondo le posò una mano sulla spalla, sbirciando al di sopra della sua testa.
«Crescono così in fretta» disse amara Clelia. «Non avranno neanche una parvenza d'infanzia; e io che speravo crescessero più lentamente degli altri, con calma... come le prime covate che abbiamo allevato».
Sua sorella incrociò le braccia e si appoggiò allo stipite della finestra.
«Speravo anch'io che sarebbero rimasti bambini più a lungo» rispose mesta. «Sarebbe stato bello, poterli crescere senza la fretta di doverli addestrare per mandarli in battaglia».
Clelia scosse la testa tra sé.
«Ormai è questione di giorni, se non di ore: potrebbero essere pronti a iniziare l'addestramento già stasera» commentò. Si tirò indietro i capelli con un gesto stizzito. «Fingere il contrario non servirà: domani dovranno impugnare le armi per la prima volta nella loro vita».
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Il mattino seguente un timido sole bagnava le campagne romane e una quarantina di giovani angeli, divisi per Classi e schierati ordinatamente sul prato a una decina di metri dall'edificio centrale: tutti fissavano Clelia e Luce, che stavano loro di fronte a tre metri di distanza. Dietro le regine, Michele, Raffaele, Gabriele e Cassiel sostavano, immobili e silenziosi; ancora indietro, Stefano e Antonio osservavano la scena stando in disparte.
Clelia si schiarì la voce.
«Siamo qui oggi» esordì con voce ferma, «per celebrare l'ingresso nella vostra vita adulta. Avete raggiunto la pubertà, e con essa, il momento di iniziare l'addestramento. Questo sarà il periodo più delicato di questa vostra vita, che vi auguro essere più lunga possibile: apprenderete tutto ciò che concerne la Classe cui appartenete, la nostra storia, e il fine cui tendiamo».
«Voi» prese la parola Luce in tono autorevole, «prima covata dalla fine della guerra, vi accingete forse a combatterne una nuova. Il nostro primo compito, il più sacro, è difendere gli esseri mortali che popolano l'Universo: se io e Mizal siamo nate per creare il tutto, ogni altro angelo vive per aiutarci a difendere quel che è stato plasmato dalle nostre mani, e con esso, l'Ordine che deriva dal giusto e naturale corso delle cose».
«Questi nostri doveri» riprese Clelia quando sua sorella tacque, «non sono, come potrebbe apparire a prima vista, un fardello; e se è vero che rappresentano la nostra ragion d'essere, ancor più vero è che sono grande motivo d'orgoglio: forse il maggiore che avremo mai. Questi nostri doveri verso tutto ciò che esiste, così strettamente legati a ciò che siamo, portano con loro la gloria che deriva dall'adempiervi con tutte le forze e la dedizione che possediamo. Questi nostri doveri sono la migliore occasione che abbiamo di dimostrarci degni del ruolo che ricopriamo».
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Arcana Imperii
Paranormal[The Equilibrium saga - Volume II] (Si consiglia di leggere Aeternus prima di iniziare questa storia) Quattro lunghi anni: tanto è servito agli esseri umani - e in special modo agli abitanti di Roma - per tornare alla normalità dopo la guerra tra an...