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Mi sveglio in preda al panico, e con gli occhi umidi di lacrime.
Dio, non riesco più nemmeno a dormire.
Riprendo a guardare fuori dal finestrino ma, ancora una volta, i ricordi, quelli che mi portano a pensare che l'amore sia un male, anzi, il male, prendono il sopravvento; stavolta più lentamente e io, che ormai non mi curo più  di apparire solare e figo per quanto possibile,mi lascio andare e lascio  scorrere quelle lacrime solitarie, silenziose e cariche di tristezza sulle guance.

Dunque eccomi qui il rgazzo che odia i treni e che odia mostrare i suoi sentimenti, su un treno a piangere e ad aspettare la sua nuova vita.

Dopo circa mezz'ora  vedo le case, che prima erano sparse, farsi sempre più  alte ed addossate le une alle altre; sto arrivando a Seoul, qui crescerò, cambierò vita... inizio fin da subito a sentirmi più  leggero: tutta la mia infanzia è rimasta a Busan e con lei tutti i ricordi.

Passiamo accanto ad un sacco di persone: donne, anziani, bambini, uomini d'affari, ragazze e ragazzi; nessuno attira particolarmente la mia attenzione.

Almeno fino  al momento in cui non lo vedo...

È  un ragazzo, poco più alto di me e forse solo un paio d'anni più  vecchio; cammima svelto guardando dappertutto  tranne sulla sua strada e finisce così  per scontrarsi con molte persone.

Il treno rallenta la sua corsa per fermarsi ad un semaforo... "bene" penso, non so bene perché, ma quel ragazzo mi ha veramente  incuriosito; chissà dove va così di fretta...

Lo sto fissando forse da un po' troppo, dato che si gira proprio verso di me; per una manciata di secondi lui rallenta e i nostri occhi si incontrano; i miei: tristi, vuoti e opachi  nei suoi: speciali.

I suoi occhi mi rimangono impressi, mi sono sembrati così  profondi per quanto siano piccolissimi, quasi invisibili, sembrano poterti quasi scrutare dentro...

Proprio mentre lui sta per arrivare al mio finestrino, il treno riparte ed, in men che non si dica, gira la curva e lui scompare dal mio campo visivo.

Mi riscuoto solo vari minuti dopo... wow, chissà  perché mi ha preso così...
Vabbè,non ci pensare...non lo vedrai mai più
mi dico, perché quello sguardo... mi ha lasciato una strana sensazione, ma, come mi ero già detto, non l'avrei mai più rivisto quindi non importa a nessuno.

avrebbe dovuto  importarmi di più perche in futuro l'avrei rivisto;  eccome se l'avrei rivisto...

Continuo a riempirmi la testa di pensieri del tipo: "la città è enorme" "come potresti mai riincontrarlo?" fino al momento in cui non arrivo alla mia fermata: la stazione centrale di Seoul.

Aspetto che tutti scendano dal treno, quindi mi alzo indosso la mia giacca di pelle nera e gli occhiali da sole, poi prendo la mia valigia e scendo dal treno per trovarmi in mezzo a fiumi di persone con mete precise, senza però sapere ancora dove andare.

Prendo il mio cellulare dalla tasca e trovo l'indirizzo di casa mia, non ho voglia di camminare né tantomeno di dover salire su un pullman ancora più pieno del treno dal quale sono appena sceso, quindi fermo un taxi e, poco meno di una mezz'ora più tardi, mi ritrovo davanti alla porta della mia nuova casa.

Prendo la chiave e la infilo nella serratura .

Giro la prima volta.

Poi la seconda.

Spingo la maniglia verso il basso ed apro la porta.

La porta della mia nuova casa, della mia nuova vita.

~ANGOLINO~
SONO PRESA BENISSIMO LOOL E QUINDI,ANCHE SE JIMIN POVERETTO È  TUTTO DEPRESSO RIP, CONTINUO LA FF ANCHE SE NON SE LA CAGA NESSUNO
BYEE~♡

~Love is not over.~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora