#Capitolo 36

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Ok, la situazione era alquanto strana.
Posso capire mia madre, ma James?

Mia madre era visibilmente arrabbiata ma le bastò scostare un po' lo sguardo per comprendere tutto.

«Entrate» disse fredda.
«Dai Jane» che seccatura..
«Jane?» chiese Jared stranito.
«Lunga storia» risposi, avviandomi dentro casa.

«Signora, prima che possa dire qualcosa, vorrei assumermi interamente la colpa...» Ok, questa mi mancava, ma non ci volle altra parola per interromperlo.

«E lui che ci fa qua?» dissi voltandomi verso James.

«Lilith, sono entrata in casa e tu non c'eri. Chi altro dovevo chiamare se non il nostro vicino?»
«Quando tua madre mi ha riferito il fatto mi sono immediatamente preoccupato, ti ho cercata per tutto l'isolato» disse alzandosi d divano.
«Oh poverino! Nessuno ti ha interpellato e puoi andare fuori da casa mia!» sbraitai.

«Intanto questa è casa mia!» asserì mia madre «abbassa i toni, signorina»

Guardai Jared, che stava in silenzio davanti alla porta. Probabilmente avrebbe voluto solamente andarsene a casa, ma comprendeva la situazione e stava in silenzio.

«Almeno Jared può andare via?» chiesi a mia madre, sperando capisse.
Porca puttana ora che ci penso hanno praticamente la stessa età.
«Oh no Lilith, tranquilla. Probabilmente tua madre vorrà delle spiegazioni» aveva quel tono pacato e gentile, cercava di rassicurare me, ma specialmente mia madre.

«Vedi Lilith? Nessun problema» asserì Janette.

Girai gli occhi, stava iniziando a infastidirmi.
«Mi spieghi perché sei qui James?»
«Perché sono il tuo ragazzo e tua madre non sapeva da chi andare!»
Oddio, un altro pazzo no!
«Come scusa?» chiese Jared, svegliandosi dal suo sonno.
Lo fulminati con gli occhi, sperando non facesse nulla.
«Eri il mio ragazzo, James. Ora se permetti vorrei stare sola con mia madre, grazie»
Mi guardò in silenzio, salutò mia madre e uscì da casa mia.

«Mi spieghi dov'eri? Grazie»
«Jane, c'era una festa a casa di Jared, tutto qui»
«A proposito di Jared... Devo sapere qualcosa?» disse guardandolo, mettendosi a braccia conserte davanti a me. Jared si avvicinò a me, io avevo terrore negli occhi ma lui... Lui era totalmente tranquillo, forse anche divertito dalla situazione.

«Beh signora Dobois...»
«Mi chiami Janette, per piacere»
«Ok, e allora Janette non darmi del "lei". So che può sembrare strano e anche difficile da accettare ma...»
«Stiamo insieme» smorzai io.

Mia madre era scioccata.
Non sapeva che dire, che fare, era solo rimasta ferma con la stessa espressione.
Ora capivo da chi avevo preso.

«Ok... E il mondo lì fuori lo sa?» chiese preoccupata, e la capivo. Era ovvio, ora che stavo con lui, lei non sapeva cosa ne sarebbe stato di me e nemmeno io...
«No, o almeno, non ancora» disse Jared.

«Ho compreso» asserì mia madre. «Scusa Jared, potresti venire con me un secondo?»
«Jane, avanti!» dissi seccata. Ma veramente? Lei non c'è mai e si comporta cosi.
«Certo» rispose Jared sorridente, seguendo mia madre e dandomi una carezza sulla spalla.

Quei minuti risultarono interminabili. Li sfruttai per cambiarmi, lavarmi e mettermi più comoda.

«Figurati Janette, non preoccuparti» erano loro, finalmente!
Ormai era troppo tardi per entrare a scuola, quindi guardai Jane sperando non dicesse di farmi qualche assurdo permesso per andare.
Li vidi sorridere e la cosa mi destabilizzava. Un attimo prima era lì, pronta a farmi il cazziatone del secolo e adesso sorrideva?
«Jane, sappi che non entrerò a scuola» dissi quasi per minacciarla.
«Nessun problema, mi fido abbastanza dei tuoi voti per non mandarti» e continuava ad avere quell'espressione sorridente.

«Ma l'hai drogata, per caso?» chiesi a Jared, scherzando.
«Potrei averlo fatto» ammise, sorridendomi.
«Volete che vi prepari qualcosa?» chiese mia madre.
«Si, Jane! Tutta questa situazione mi ha messo fame»
mi girai verso J chiedendogli se anche lui avesse fame e mi fece si con la testa.
«Jane, puoi preparare qualcosa anche a Jared? Però attenta, lui è vegano» e mi incamminai verso la mia camera e non mi sembrava vero, ma finalmente potevo distendermi a letto.
Lui guardò la scena divertito e si distrae accanto a me.

«Come facevi a sapere che sono vegano?»
«Jared, ma cosa non capisci del fatto che... Vabbè è inutile spiegartelo, non capiresti!» rise.
«Sei brava a dipingere» disse guardando il disegno, lo stesso che notò James.
«Solo un passatempo» dissi.
«Comunque quel James è proprio un coglione»
«Oh, lo so bene!»
«É stato fortunato ci fosse tua madre. Che poi da me passi ad uno come lui? Seriamente?»
Jared e il suo smisurato ego.
«Ehi, io che dovrei dire di Mandy?»
«Ok, ok, mi arrendo» rise e finalmente avevamo raggiunto il punto di tranquillità che avevo sempre sognato.
Lui accanto a me, che si divertiva con me, che mi guardava con quegli occhi dove avrei potuto nuotarci.
Lo amavo ed era la sensazione più bella del mondo.
Lo bacia, e gli accarezzai il viso.
«E così il cuore di ghiaccio della nostra Lilith si sta sciogliendo» mi guardò con un dolce sorriso, ma sempre con quella malizia tipica di Jared.
«Sono accanto le fiamme dell'inferno, è inevitabile» dissi anche io con malizia.
Lui mi prese e mi baciò come se non volesse altro. Io mi perdevo nel suo sorriso, chi lo avrebbe mai detto... Lui accanto a me.

Quella perfetta sintonia venne interrotta dal mio cellulare.
Era strano ricevere una chiamata di mattina, così guardai chi fosse. Cameron? Che vuole?

«Scusa Jared ma Devo rispondere»
«Sei una guastafeste» si lamentò e mi lasciò andare.

*Ehi Cam? Che c'è?*
*Lilith, si tratta di Sophie*
*Cameron, calmati, respira. Che cosa è successo a Sophie?*

*Lei... Ha avuto... V-vedi, lei ha avuto un incidente*

No, no, ti prego. Tutte ma lei no. Tenevo troppo a quella ragazza, mi è sempre stata accanto e non potevo perderla.

*Dov'è adesso Cameron? Come sta?*
*In ospedale, ma vedi... Ha perso troppo sangue... Non rispondeva, ed io... Ti prego vieni qui*
*Sai dirmi come sta, Cameron? Calmati per favore!*
*Non mi hanno detto niente, sono solo andati via e dobbiamo andare Lil, non so come stia*
*Ok, arriviamo*

«Jared dobbiamo andare in ospedale»
«Che succede?»
«Sophie ha avuto un incidente e Cameron è in preda a venti attacchi di panico»
«Devo dire che abbiamo sempre giornate tranquille io e te»
«La vita con me è così, non ti annoi mai»

Presi le chiavi e urlai a mia madre che stavo andando.

«Lilith, ti stavo cercando»
«Oddio, che vuoi ancora James?»
«Prova a toglierti di mezzo, ragazzino»
Ed eccolo lì, Jared con lo sguardo più duro del mondo e una voce grave che non avevo mai sentito. Sorrisi curvando un lato del labbro, era bello anche in queste vesti.
«Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare» rispose James.
«Sono il suo ragazzo, posso dirti di stare lontano da lei» disse avvicinandosi sempre più a lui.

«Ok James, evapora. Jared andiamo da Sophie»
«Arrivo»
L'unico mio pensiero in questo momento era lei e non potevo permettermi distrazioni.
Arrivammo e... Non potevo crederci, non poteva essere lei.
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Hurricane ~Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora