#Capitolo 13

660 37 2
                                    

Restai ferma, immobile. 
Non sapevo che fare, ero praticamente bloccata tra lui e il sostegno della chitarra.
Lo guardai negli occhi solo per capire cosa aveva intenzione di fare.

Mi guardò sorridendo, mi accarezzò delicatamente con la sua mano fredda.
<<Sei molto bella Lilith>>.
Io restai in silenzio, sorrisi ma avrei tanto voluto guardare a terra. Non ero più abituata ai complimenti.. Molto tempo prima ero molto più sicura, non temevo il contatto.. Ma adesso tutto è cambiato.
Nonostante tutto continuai a reggere lo sguardo dritto nei suoi occhi.
<<Grazie J>> e sorrisi.

Cercai di ricordami quei sorrisi che a volte risultavano addirittura beffardi per quanto erano sicuri.
Sorrise leggermente a quel mio "grazie", e mi abbracciò, ed era una cosa che non mi aspettavo facesse.
Ricambiai ovviamente l'abbraccio che, come lui, risultava intenso.
In quel momento capii che ero davvero felice ma avevo paura. Stavo cadendo in ciò che mi ha ucciso.
Dopo due minuti ci staccammo e, quasi imbarazzati, restammo in silenzio.
Era già sera e nessuno dei due aveva mangiato nulla.
<<J, hai fame? Insomma è ora di cena ed è stata una giornata.. piena>>.
Era vero, ero stanca, troppe emozioni in una volta e la cosa che più mi sconvolgeva era che a provocare tutte quelle cose in me era lui.
<<Beh in realtà si, ma non voglio essere un disturbo>>.
Io non potevo crederci. Ancora non capiva il tipo di adulazione che avevo nei suoi confronti! Era l'unica persona che avrei voluto incontrare nella mia vita ed ora "ha paura di disturbare".
<<J, sei un idiota. In casa non ho molto, possiamo vedere cosa mia madre mi ha lasciato>>.
<<Non preoccuparti, in caso ordiniamo una pizza, non è un problema>>.
<<Dai scendiamo>>.
Mi seguì per andare in cucina, e aperto il frigo trovai una pizza preconfezionata da mettere in forno.
<<Senti, so che non è il massimo, ma io non so cucinare e mia madre lo sa.. Per questo mi lascia solo cose del genere>> e gli mostrai la pizza. <<Ti va?>> gli chiesi  un po' incerta..
<<Certo che mi va, voglio vedere le doti culinarie della signora..>>
Mi guardò come per chiedermi "qual è il tuo cognome?", perché effettivamente lui non lo sapeva.
<<..Dobois>> e sorrisi.
<<Dobois? E' un cognome strano per essere della California!>>
<<Infatti non è di qui, è francese>> e intanto misi la pizza nel forno.
<<Francese? Tu non mi hai mai detto di essere francese>> era curioso, come sempre.
<<Beh tu non me lo hai mai chiesto. E poi anche tu non mi dici molte cose>>.
Come al solito tendevo ad essere un po' misteriosa, una persona per avere informazioni da me deve scavarmi a fondo. Io non dico mai nulla sulla mia vita.
<<Non so se adoro od odio questo lato di te. Mi incuriosisce ma mi dà fastidio allo stesso tempo>> e si bloccò come se stesse cercando quali delle due parti preferiva.

Dopo 5 minuti pieni ricominciò a farmi domande.
<<Quindi hai origini francesi?>>

<<Si da parte di mia madre>> e in quel momento il forno suonò perché la pizza, a quanto pare, era pronta.
La presi e ovviamente mi bruciai. Cercai di non imprecare, ma mi venne difficile.. Come al solito.
<<Fine la nostra Lilith>>.
<<Perdonami ma mi son scottata con la teglia della pizza. Non sono abituata ad avere ospiti.. >>
E lui si mise a ridere.
<<Non ti stavo rimproverando. Anzi è bello il tuo essere spontanea, è un qualcosa che mi dice che non fingi di essere qualcun altro>>.
<<Non potrei mai esserlo>>.
In tutto questo mi ero dimenticata di apparecchiare, quindi rimisi la pizza dentro il forno per non farla raffreddare e apparecchiai.
Lui lo capì e continuò a guardarmi divertito e a quel punto gli lanciai un'occhiataccia quasi ironica.
<<Te l'ho detto che non sono abituata ad avere ospiti in casa..>>
Ci mettemmo a tavola e mi sentivo più a mio agio.
<<Allora, hai da bere o in questa casa siamo astemi?>>
Voleva bere e mi misi a ridere per la domanda.
<<Astemi? Ma mi hai visto? Secondo te come faccio ad andare avanti?>>
Scoppiò in una delle sue risate che ormai erano diventate un segno riconoscibile della sua personalità.

Non sapevo però cosa voleva da bere.
<<Jared, cosa preferisci? Vino bianco, rosso o vogliamo andarci giù di superalcolici?>>
<<Tu tieni tutte queste bottiglie e sei sola? Non so se essere stupito, fare quello più grande che ti fa la predica e cercare di capire se sei alcolizzata, oppure darti la mia stima>>
Non riuscivo a non ridere.
<<Preferisco l'ultima>> e gli feci l'occhiolino.
<<Comunque potremmo iniziare con del vino bianco>>.
Così presi la bottiglia, la stappai e gli versai del vino.
<<Solitamente questa è una cosa che fanno gli uomini>> disse.
<<Io sono l'eccezione che fa la regola>>.
Era bella la sensazione che provavo, ero più libera.
Insomma avevo abbassato le barriere che mi ero imposta, anche se avevo sempre una gran paura di restarci male.

Ma cavolo era Jared Leto, prima di conoscerlo avrei fatto qualsiasi cosa pur di incontrarlo.
Mentre mangiava la pizza Jared continuò a guardare nel vuoto e a pensare.
<<J, a che stai pensando?>>
<<Eh, cosa?>>
Non mi aveva nemmeno sentito..
<<Ti ho chiesto cosa stai pensando>>
Volevo sapere, qui non era lui l'unico ad essere curioso.
<<No, nulla.. Cioè è strano.. Stavo pensando.. No, niente.. Stavo pensando a niente>>
Ma balbettava, non era sincero.
<<Jared, vuoi prendermi in giro? Non sei bravo a nascondere le cose>>.
<<Si, è vero, non sono mai stato un gran bugiardo>>.
E intanto era buffissimo perché stava mangiando la pizza e il suo modo di mangiare mi faceva ridere.
<<Allora, mi dici che hai?>>
Continuavo ad insistere perché anche io volevo scoprire di più su di lui.
<<Ok basta, te lo dico. Tu mi hai detto che il tuo cognome è Dobois poiché è francese ed è da parte di madre ma.. Solitamente uno eredita il cognome del padre ma tu..>>
Da ciò che mi diceva capivo che indagava su tutto quello che dicevo. Non si fermava al superficiale, lui voleva sapere.
<<Ma io ho quello di mia madre>>.
So dove voleva arrivare, ma volevo che lo dicesse lui.

<<Già.. Posso chiederti il perché?>>
Aveva paura di aver sbagliato, glielo si leggeva negli occhi, ma cercava di celarlo il più possibile.

<<Si nessun problema. Mio padre è morto prima che nascessi in un incidente stradale, non ho mai voluto sapere altro>>.
E intanto iniziai a bere quel bicchiere di vino che mi ero versata poco prima.

<<Ok, non voglio essere insistente.. Però vorrei capire.. Sempre se tu me lo permetti>>-
Non si fermava e non avrebbe smesso, lo capivo.
<<Vuoi sapere perché non voglio sapere altro su di lui?>>

<<Esatto>>. 
Poco prima che iniziassi a parlare finì di mangiare la sua fetta di pizza, prese il bicchiere e mi osservò attentamente.
<<Il motivo è semplice. Odio aggrapparmi a cose che non esistono. Non ha senso farsi in mente un immagine perfetta per poi scoprire che non c'è, non è reale e mai potrà esserlo. E magari poi quella immagine perfetta non è nemmeno quella corrispondente ed era tutt'altra cosa>>.
A me questo argomento non pesava. Insomma, io la mia vita l'ho sempre condivisa con mia madre, la sua mancanza non è mai stata un problema poiché non sono stata mai abituata a questa.

<<Tu sei sempre un passo avanti a me. Non so come fai, ma la tua forza d'animo mi colpisce ogni giorno di più. Tu mi farai male>>.
Era molto serio, mi guardava ma aveva un'espressione quasi disillusa.
Non capivo, come avrei potuto fargli del male?

<<Non potrei mai farti del male>>.
Nemmeno il tempo di dire quella frase che mi squillò il telefono.
<<Ehm, scusa vedo solo chi è>>

<<Si tranquilla, non preoccuparti>> e sorrise, come sempre, con quel suo modo delicato.
Andai in stanza, presi il telefono e..
Brian?!

  _____________________________ 
Buonasera!

In questo periodo sono più attiva, spero solo di poter continuare con questo ritmo!
Sono contenta per le recensioni che mi scrivete e per quanti di voi leggono ancora la storia di Lilith e Jared.
Spero di poter aggiornare al più presto!
~Lav🌙 








Hurricane ~Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora