#Capitolo 22

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Cercai di alzarmi.
Barcollavo e intanto pensavo che forse avrei potuto mettere un punto con l'alcool.
Finirò per uccidermi di questo passo.
Andai verso quella macchina, volevo rimediare. Dovevo rimediare.
Cercai di avvicinarmi alla macchina ma nemmeno il tempo di fare tre passi che sparì.
Rientrai a casa, mi misi sul divano senza nemmeno mettermi il pigiama. Non ne avevo la forza.
Avevo ancora quel bigliettino tra le mani, ma lo lanciai gridando un grande vaffanculo rivolto al mondo.
Guardo il cellulare, una chiamata e un messaggio.
Finalmente mia madre si era degnata di farsi sentire.

*Chiamami subito.
                  Cam*
Prima riprovo a chiamare mia madre.

*Pronto Lilith!*
*Bonsoir Maman, come stai?*
*Bene, tu Lilith? Non sembra tu stia bene*
*No Janette, tutto bene davvero*
*Lilith mi hai chiamato "Maman", tu non mi chiami mai così. Sei ubriaca?*
*Jane, appena sarai a casa ti parlerò, per favore ora devo andare, ciao Janette*
*Ho capito... A domani tesoro*

Dire a mia madre "Si Jane sono ubriaca a causa di un uomo che ha circa 30 anni in più di me" non mi sembra il caso.
Così chiamami Cam.

*Pronto?*
*Cam, dimmi tutto*
*Lil hai bevuto di nuovo?*
Oh ma che cazzo, posso essere libera di fare ciò che voglio?
*Dimmi!*
*Ho notizie di Sophie*
*Cioè? Avanti parla!*
*È tornata in Canada*
Cosa?
No, ma che giorno è oggi? Venerdì 17?
*Ma cos.. perché lo sai?*
*Mi ha detto qualcosa sulla famiglia, davvero non ho capito nulla, piangeva ed era quasi impossibile comprendere le sue parole*
La voce di Cam era a terra, forse gli piaceva davvero..
*Cam, domani la chiamo, per ora non sto troppo bene, ci sentiamo*

Non volevo pensare a niente, e c'ero riuscita.
Mi continuava a girare la testa, e non riuscivo ad alzarmi.
Collassai totalmente, ma non so come mi svegliai in un luogo con luci fredde, bianche, ed ero su un letto e... Oh cazzo, ero in un ospedale!
Cercai di chiamare un dottore e dopo qualche minuto arrivò.
<<Ti sei svegliata! Buongiorno Lilith>>.
Il dottore aveva l'aria di un brav'uomo, camice bianco, pochi capelli grigi e portava degli occhiali.
<<Che mi è successo?>>
<<Sei stata in coma etilico, per una settimana>>
Eh?! In coma etilico?
<<Posso sapere chi mi ha portata qui?>>
<<Certamente, un signore alto, capelli scuri e la barba ma non ho potuto vedere gli occhi, portava gli occhiali da sole, mi spiace>>.
Era stato lui? No Lilith, finiamola di farci film.
<<Non ha detto il nome?>>
<<No mi dispiace, fuori credo ci sia sua madre. Lei come si sente?>>
<<Ehm, sto bene, grazie>>.
Sono andata in coma per aver bevuto troppo. E poi sarei stata io quella a fare del male a Jared.
<<Lilith!>>
Entrò mia madre tutta preoccupata, e come biasimarla...
<<Ehi, ehi Janette, tutto bene, tranquilla>>
In realtà mi sentivo un bel po' stordita e avevo tutti i fili dei macchinari attaccati al corpo.
<<Tranquilla? Tranquilla? Sei stata in coma ed io dovrei stare tranquilla?>>
Era un po' incazzata ma spaventata allo stesso tempo.
<<Scusa Jane, hai ragione...>>
<<Si può sapere perché hai ricominciato? Prima era solo qualche cosa ad una festa, un birra, un bicchierino, ma una cazzo di bottiglia di Bourbon? Sei impazzita per caso? Che cosa ti è successo? Pensavo che qui in America questa fase fosse finita>>
<<Mamma, ero solo un po' giù>>.
<<Per cosa Lilith? Parlami, sono tua madre. Siamo sempre state una squadra vincente, io e te contro il mondo. Ne abbiamo passate di cotte e di crude, dimmelo>>.
E che le dovevo dire? Dovevo mentire pure a lei? Era mia madre, lei non mi tradirebbe mai.
<<Jane si tratta di un ragazzo>>.
<<Lo sapevo! Ci avrei scommesso! Alexandre non ti è bastato? No che tu non debba avere più un ragazzo Lil, ma prova a sceglierli almeno con un criterio>>
La sua voce si era addolcita. Mi stava accarezzando la guancia destra e mi stava tenendo la mano.
<<Se ti dicessi che tipo di ragazzo è, non solo ti verrebbe un infarto, ma non sapresti nemmeno cosa dirmi>>
<<Un ospedale è un ambiente perfetto per farsi venire un infarto, non credi?>> E si mise a ridere. Quel suo sorriso così caldo, proprio da mamma. Janette era molto bella. Aveva questi capelli ondulati castano chiaro, dei grandi occhi verdi e labbra sottili rosee.
<<Jane, lui è un uomo un po' più grande di me e molto, molto conosciuto>>.
<<Più grande di quanto? Qualche anno? Sta tranquilla! E poi sai che qui parlano tutti, probabilmente anche tu sei molto conosciuta e non lo sai!>>
<<No Janette, molti anni. Conosciuto a livello mondiale>>.
<<Mondiale?>>
Iniziava ad avere uno sguardo più intenso, come se dicesse "non capisco".
<<Fa l'attore... E il cantante>>.
<<Anche tu sei un'attrice e una cantante, quindi se è qualcuno che hai conosciuto in qualche locale o corso di teat..>>
Non voleva capire, così la fermai prima del tempo.
<<È Jared Leto, Janette>>
A quell'affermazione le uscirono letteralmente gli occhi dalle orbite, contò fino a dieci e... Si mise a ridere.
<<Mi sa che il coma ti ha fatto male tesoro>>
<<Jane, te lo giuro. Puoi chiedere anche ai miei amici. È venuto con me alla festa di Brian>>
<<Amici? Festa? E Brian?? Finalmente avete parlato eh!>>.
Mia madre sapeva tutto di Brian, qualche volta gliene parlavo per farla stare un po' zitta.
<<Si. Se vuoi puoi anche chiederglielo>>.
<<Tesoro, so quanto è bello sognare ma non era realtà! Comunque c'è un ragazzo qui fuori, lo faccio entrare?>>
Mi voltai e c'era Cam che mi guardava dal vetro del corridoio. Feci un cenno con la testa a mia madre per farlo entrare e almeno lui avrebbe confermato la mia teoria.
<<Lilith! Come stai? Mi hai fatto preoccupare, che periodo del cavolo! Stai bene?>>
<<Oh sì, si, Cam sto bene, solo un po' stordita.>>
<<Menomale Lil, davvero>>.
Era preoccupatissimo, ci teneva davvero a me quel ragazzo dai capelli mielati.
<<Cam, per favore puoi dire a mia madre con chi ero venuto alla festa a casa di Brian?>>
<<Certo, eri con Jared, perché?>>
<<Jared chi?>> Chiese mia madre incuriosita per vedere se stessi dicendo la verità.
<<Leto, Jared Leto>>
<<Ora mi credi, Jane?>>
<<Si, però adesso mi spieghi tutto>>.
<<Cam sai qualcosa su Sophie?>>
<<No, è sparita, totalmente. Non so dove sia, ho chiesto pure a scuola ma sono informazioni private e non dicono niente a nessuno>>.
Ero sconsolata. Dove cavolo è andata a finire?
Sento la porta aprirsi, è un infermiere.
<<Signorina Dobois?>>
<<Si, sono io>>
<<Quando quell'uomo l'ha accompagnata ha lasciato un bigliettino per lei>>.
Speravo nella mia testa che fosse Jared e quella poteva essere la conferma.
Il mio cuore iniziava ad agitarsi e lo si vedeva benissimo dai macchinari che avevo attaccati al corpo.
Solo un bigliettino.
Era lui.

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Buonasera!
Come va?
Tra poco vi darò i volti dei protagonisti di questa storia!
Come pensate andrà a finire?
A presto!
~Lav🌙

Hurricane ~Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora