Day Two

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Jimin aveva davvero apprezzato la giornata passata in compagnia di Yoongi e stava lentamente rivalutando il suo carattere, iniziando man mano a fidarsi di lui, malgrado ancora fosse titubante. Quella domenica sera, per la prima volta dopo settimane, era riuscito a dormire profondamente per tutta la notte e sapeva che quella tranquillità fosse tutto merito suo, di un ragazzo che mai come nessuno era stato disposto ad aiutarlo e che al contempo non sapeva nulla di lui.

Benedisse le vacanze natalizie, che gli avevano permesso di dormire fino alle 10 circa nonostante fosse lunedì mattina, e si crogiolò nelle morbide coperte per un'altra manciata di minuti, prima di alzarsi definitivamente e spostarsi in cucina per fare colazione. Controllò dunque il cellulare e una notifica attirò la sua attenzione; subito un sorriso leggero si fece spazio sul suo volto, colto dalla consapevolezza che potesse essere una persona sola fra tutte, no c'erano dubbi.

Yoongi hyung:

Vengo a prenderti alle 9, cerca di essere presentabile

Inutile dire con quale velocità Jimin si preparò per uscire, consapevole di essere già in ritardo di un'ora abbondante. Indossò una felpa grigia molto larga e dei jeans neri aderenti con qualche strappo, per poi precipitarsi giù dalle scale e raggiungere il parcheggio di fronte casa sua. Proprio come la mattina precedente, in piedi di fianco alla sua macchina c'era Yoongi, con uno sguardo incredibilmente ancor più buio e freddo del solito. Aveva delle evidenti occhiaie violacee che solcavano il suo volto e i suoi capelli erano un completo disastro; non serviva osservarlo a lungo per intuire che avesse dormito poco. Jimin sorrise al pensiero che il maggiore si fosse sforzato di arrivare in orario solo per lui e si avvicinò, ricevendo solo uno sguardo truce che, era certo, sarebbe stato capace di incenerirlo all'istante.

<<Ma ce l'hai in casa un'orologio? Ti ho aspettato all'infinito>> Grugnì Yoongi, visibilmente irritato, non appena Jimin si richiuse lo sportello alle spalle. Avrebbe dovuto appuntarsi di non provocarlo appena sveglio, sembrava particolarmente arcigno.

<<Non leggo i messaggi nel cuore della notte>>

<<Disse quello della telefonata anonima>> Yoongi fece in modo che quello fosse solo un sussurro e Jimin sembrò non notarlo <<Comunque, al solito, è una sorpresa>>

Jimin sbuffò, arresosi alla consapevolezza che,  anche quella volta, non avrebbe estorto una singola parola a Yoongi riguardo la loro destinazione, e si voltò a guardarlo mentre, assorto dalla guida, faceva scivolare le mani sul volante con gesti fluidi e sicuri. Ne approfittò per osservarlo meglio, soffermandosi sui suoi anelli e sul suo abbigliamento invero piuttosto sportivo, trovandolo molto più curato di come non potesse sembrare ad una prima occhiata.

Lo scrutava con l'intenzione di imprimere nella sua mente l'immagine di quel ragazzo minuto dai capelli color menta, sicuro che si sarebbe ritrovato a pensare a lui nel momento della sua dipartita volontaria.

Il viaggio si rivelò più lungo del previsto e i due dovettero attraversare tutta Seoul per giungere a destinazione, districandosi in mezzo ad un fitto traffico che non accennava a diminuire. Dopo un'ora estenuante di tragitto, Yoongi tirò un sospiro di sollievo intravedendo l'insegna colorata del "Lotte World" in lontananza e svoltò non appena poté, godendosi l'espressione meravigliata di Jimin che, intanto, aveva capito perfettamente quali fossero le sue intenzioni. Il ragazzo infatti, senza dare neanche il tempo a Yoongi di parcheggiare, schizzò fuori dall'auto e iniziò a saltellare in preda all'impazienza, incitandolo ad affrettarsi con un'enfasi che Yoongi stesso non aveva mai visto in nessun altro.

Suicide Hotline || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora