Night Call

12.3K 883 786
                                    

Cadde a terra stremato e si portò entrambe le mani sul viso, ormai inondato dalle lacrime. Ancora una volta i sensi di colpa lo avevano pervaso e tutto ciò a cui riusciva a pensare era quanto la sua vita sarebbe migliorata se solo avesse avuto la forza di metterle fine.
E si lasciò andare alle urla come spesso accadeva, maledicendosi per aver provato a sopportare quel dolore martellante e per aver sperato in un futuro se non felice, almeno gradevole. Ma, proprio in quel momento, la vita di Jimin corse rapida di fronte ai suoi occhi e lui si rese definitivamente conto che la sua esistenza fosse ad un punto di non ritorno.

Fu proprio lì che un solo pensiero pervase la sua mente, fermando le urla seduta stante.

Ne aveva abbastanza, voleva farla finita.

Ma la mente umana è contorta, e ricercare un filo logico e razionale nella disperazione è da considerarsi inutile, se non terribilmente sciocco. Nella confusione più totale, con la vista appannata dalle lacrime e la bocca ricolma di troppe parole non dette, percepì una necessità impellente che, essendo probabilmente l'ultima che avrebbe mai provato in vita, decise di soddisfare.

Non era lucido e poca era la ragione che gli era rimasta in corpo, eppure percepì un bisogno anomalo, quasi contraddittorio data la situazione in cui si trovava.

Aveva voglia di parlare con qualcuno. Non importava chi fosse, nulla importava, in quel momento.

Sconsolato, si trascinò faticosamente verso il comodino, prese il telefono con le mani tremanti, compose a caso un numero e premette il pulsante di chiamata, ridendo malinconicamente di sé stesso e della sua improvvisa voglia di "socializzare". Non fece caso alle cifre e lasciò che le proprie dita picchiettassero sullo schermo del cellulare seguendo il ritmo dei fremiti che scuotevano l'intero corpo.

Alla fin fine si sarebbe potuto permettere di fare una pazzia arrivato a quel punto, d'altronde, diversamente dal solito, nessuno avrebbe potuto giudicarlo o ridere di lui.

Tuuuu, tuuuu, tuuuu

Il rumore sordo dello squillo continuò a vuoto per diversi secondi, facendo sfumare ogni speranza di Jimin che già era sul punto di riattaccare, resosi conto che, in effetti, fossero le quattro del mattino e che probabilmente nessuno gli avrebbe mai risposto. D'un tratto però lo squillo ovattato si interruppe e, poco dopo, una voce impastata dal sonno grugní sconnessamente, riflettendo alla perfezione tutti i precedenti pensieri di Jimin riguardo all'orario improponibile :

<<cazzo... sono le 4 del mattino, chi è?>>

Chiunque stesse parlando sembrava seccato e decisamente poco propenso a conversare. Jimin non lo biasimava, d'altronde anche lui era sempre più convinto che quella di telefonare ad una persona a caso fosse stata un'idea davvero stupida, e prese in considerazione più volte l'idea di riattaccare. Tutta la sicurezza che aveva dimostrato poco prima avviando la chiamata era sparita e lui non aveva la più pallida idea di come iniziare una conversazione con qualcuno che, di certo, lo stava maledicendo per averlo svegliato a caso nel cuore della notte.

Intanto il ragazzo dall'altro capo del telefono, sentendo un prolungato silenzio, riprese parola, ancora più acido e nervoso;

<<Ma non vi stancate mai di scherzi telefonici del cazzo?! Ma guarda se devo anche stare a rispondere al telefono a quest'ora>>

<<i-io... s-scusami hai ragione...>>

La voce di Jimin tremò impercettibile, rivelandosi non troppo distante da un pianto incontenibile, e lui stesso percepì chiaramente una profonda fitta al cuore, cedendo al riflesso involontario di portarsi una mano al petto nel tentativo di alleviare il presunto dolore. Eccola lì, l'ennesima dimostrazione della debolezza che lo aveva portato a desiderare gradualmente la morte e non più la vita. La disperazione lo aveva avvolto nella sua spirale pian piano, prima carezzando impercettibilmente i suoi pensieri e poi stringendosi con forza attorno al suo cuore spezzato, soffocando ogni rimasuglio della scoppiettante personalità che da sempre lo aveva contraddistinto. Jimin stesso si sentiva patetico, persino negli ultimi minuti che gli rimanevano e mai come in quel momento avrebbe desiderato sparire.

Suicide Hotline || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora