Il dolore umano è così dannatamente effimero.D'altronde, anche di fronte ad un cuore afflitto, tutto il mondo rimane impassibile. Le foglie cadono spinte dal vento, le stagioni continuano ad alternarsi mese dopo mese e il sole sorge imperterrito ogni mattino, illuminando tutti coloro che ancora hanno la forza di alzarsi e affrontare la giornata di petto, sopportando le sofferenze.
Nessuno nota le piccole luci accese che filtrano dalle finestre nel bel mezzo della notte e nessuno si cura di coloro che la passano insonne, tormentandosi per colpe che spesso neanche sono definibili tali.
Perché non è vero che il dolore, in quanto sentimento, è invisibile. La sofferenza si palesa fin troppo frequentemente e fa spesso capolino dietro ad una voce tremante, piuttosto che da uno sguardo vuoto e lucido o da una fredda parola di troppo. Ma ormai chi si cura più di catturare questi segnali? La maggior parte delle persone preferisce vivere nell'omertà piuttosto che andare incontro a chi ne ha davvero bisogno e tentare di dargli sollievo. Tutti esperti nell'osservare ammutoliti, attenti spettatori di fronte ad un film drammatico nel pieno del suo sviluppo.
Finte parole di conforto: tante.
Azioni effettive: nessuna.
Alla fin fine, tutti rimangono da soli. Non ci sarà mai alcuna forma di empatia in grado di ricomporre i pezzi di un animo frantumato e tutto ciò che resta da fare è aver fiducia nella propria forza di affrontare una determinata situazione, contando solo su sé stessi.
Da una parte ci sono coloro che nascondono il dolore perché consapevoli di non avere nessuna figura di riferimento, dall'altra c'è chi preferisce non rivelare nulla per paura di ferire qualcun'altro. D'altronde, una volta rassegnati all'idea che la propria vita sia priva di significato, la felicità delle persone amate diventa la priorità assoluta e sorpassa qualsiasi forma di egoismo.
E Hoseok lo sapeva perfettamente.
Ormai gli era impossibile pensare in positivo per sé stesso e temeva soltanto che la sua scomparsa potesse lacerare in modo irreparabile il cuore delle persone a lui care.
Lasciando andare piccoli sospiri, calciava i sassi sulla via del ritorno e cercava di fare appello alla sua parte più razionale nel tentativo di non impazzire. Non si capacitava di cosa fosse appena accaduto, delle parole del medico e della sua dolorosissima diagnosi. Semplicemente non era pronto all'eventualità che la sua vita sarebbe potuta finire così repentinamente. Ancora una volta le gambe, tremanti, preferirono abbandonarlo, e lasciarono che si accasciasse sul freddo asfalto del marciapiede, deserto per qualche strano scherzo del destino.
L'impatto delle ginocchia contro il suolo gli provocò qualche piccola abrasione ma il dolore fisico non poté comunque nulla contro la sua rassegnazione. Con le mani nei capelli e la testa china, si lasciò all'unica azione che gli venne naturale e permise alle lacrime di scorrere ininterrotte lungo il suo viso, formando piccole chiazze umide sulle maniche della felpa e sul terreno.
Ma non piangeva di certo per sé stesso.
Piangeva per Yoongi e si odiava, si odiava perché sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelare proprio a lui cosa stesse succedendo.
Senza che se ne accorgesse i suoi piedi l'avevano condotto di fronte alla casa che condivideva con il ragazzo dai capelli color menta. O almeno, la casa che aveva condiviso con lui per quei pochi mesi. L'entrata dell'edificio si affacciava sul marciapiede di una traversa poco trafficata, costeggiata da magnifici ciliegi. Di tutti i bei momenti passati tra quelle quattro mura, rimanevano ormai soltanto labili ricordi, immortalati nelle tante foto che Taehyung aveva scattato e che Yoongi aveva sapientemente riposto sulla libreria di fronte alla televisione.
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Suicide Hotline || YoonMin
FanfictionJimin, soffocato dal dolore, decide di comporre un numero di telefono casuale prima di farla finita. La storia di una ricerca disperata, di un bisogno irrefrenabile, di un tormento morboso e impossibile da trascurare. ispirato dall'omonimo video su...