9-Facciamo festa.🍸

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Come in un film la decappottabile di Marco sfreccia per le strade, il vento mi accarezza i capelli e stiamo andando ad una festa che non avevo programmato.

Arriviamo davanti ad un'enorme casa, si sente la musica fin da fuori il giardino.

Una volta entrata le mie narici vengono invase dall'odore di alcool ed erba.

Marco mi tiene per mano e si fa spazio in mezzo alla folla.

Il salone e gremito di adolescenti che ballano senza alcun controllo.

Mi trascina in cucina, mi siedo sull'isola.
Vedo che si versa un liquido ambrato in un bicchiere di carta rosso.

"Cosa vuoi?"

Sempre la mia parte razionale dice che dovrei essere prudente e prendere una coca cola, ma come al solito non l'ascolto.

"Un bicchiere chi vodka ice, grazie."

Ingoio la bevanda dolciastra e blu e una scossa attraversa il mio corpo e mi da la carica.

Quando vedo Luciano mi alzo dal bancone pronta ad andargli conto, ma quando mi accorgo che si sta baciando con la barbie mi tiro indietro e bevo un altro bicchiere, poi ancora un altro e butto giù qualche shottino di sambuca.

Mi sento leggera, sto ballando con Marco e mi sento davvero bene, a parte la testa che gira e il resto.

Non trovo più Marco ma continuo a ballare da sola, qualcuno mi stringe i fianchi da dietro.

"Marta! Andiamo a casa."

Mi afferra la mano e mi porta sul cortile.
Solo una volta usciti dalla casa mi accorgo che si tratta di Luciano.

"Senti continua a baciare la barbie, io voglio restare mi sto divertendo."

"Dai non fare la bambina."

Vuole prendermi di peso, ma lui non è nessuno per me.

"Lasciami."

Comincio ad urlare.
Marco interviene.

"Fratello lasciala, ci penso io."

Dice a Luciano.
Luciano mi lascia e mi lancia uno sguardo carico d'odio e un brivido accarezza il mio corpo.

Mi butto fra le braccia di Marco che mi trascina dentro e continuiamo a ballare per tutta la notte o almeno finche non corro fuori e vomito tutta la cena in una pianta.

Mi fa salire in macchina e io mi addormento.

Mi sveglio per via del frastuono.

Apro gli occhi e metto a fuoco quello che mi circonda, non sono nella mia camera.
È una camera del tutto estranea, non ha effetti personali ne particolari, quindi deduco che si tratti di una stanza degli ospiti.

Qualcuno bussa alla porta.

"Avanti!"

Una ragazza di qualche anno più piccola di me entra nella stanza.

"Ciao, sono la sorella di Marco. Ti ho portato qualcosa da mettere, un'asciugamano e un'aspirina.
Il bagno e la porta davanti a te fa come se fossi a casa tua."

Mi sorride e non faccio in tempo a dirle grazie che è già fuori dalla porta.

Prendo l'aspirina e vado in bagno a farmi una lunga doccia. Indosso le cose che mi ha dato la ragazza e resto seduta ferma sul letto a chiedermi il perché mi trovo qui.

Ricordo che sono andata ad una festa, ho bevuto, Luciano e barbie.

Esco dalla stanza.

Entro in quella che sembra la cucina e trovo una famiglia al completo che fa colazione.

Quella che penso sia la madre mi accoglie con un caloroso saluto, così come il presunto padre. La ragazzina che mi ha portato i vestiti mi fa un cenno e Marco mi invita a sedermi vicino a lui.

"Buongiorno, tutto apposto cara? Dormito bene."

Mi chiede la madre.

"Si, grazie di avermi ospitata."

"Cara sei la benvenuta, mi ha detto Marco che hai scordato le chiavi di casa e tua madre e fuori città?"

Mi chiede come per confermare la storia del figlio, che a mio parer è un genio.

"Si esattamente non volevo crear alcun tipo di disturbo."

"Non disturbi cara."

Dopo un'abbondante colazione, Marco prende le chiavi di casa

"Andiamo ti accompagno a casa."

Saluto la famiglia e la ringrazio per l'accoglienza.

"Marco grazie."

"Figurati Marta per te questo e altro."

Dice mettendomi un braccio attorno le spalle.

"Ti va di andare a fare un giro?"

Accetto nonostante il mal di testa.

La sua macchina è ancora meglio di giorno, noto che stiamo uscendo dalla città, ma non faccio alcuna domanda.

Guardo il telefono e trovo 7 chiamate perse da *mamma* merda.
Poi scorro i messaggi e mi accorgo che qualcuno ha scritto a mia madre dicendole.

"Sono a casa di Sammy, non potevo rifiutare è sola. Mi sono scordata di avvertirti."

Ma Marco è un genio.

"Si lo so sono un genio."

Dice come se mi avesse letto nella mente.

Svolta strada e davanti i miei occhi la cosa che io adoro più di tutte, il mare.

La spiaggia è deserta ad eccezione di alcuni turisti.

Abbraccio Marco mi viene naturale tutto ciò è fantastico.

Tra odio e amore -Luciano SpinelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora