5-Non ho tempo per pensare a te.🧠

242 7 0
                                    

Non risposi a ciò che mi aveva raccontato Sammy, ma inutile dire che tutte le ore seguenti la mia mente divagava su ciò che mi era stato raccontato.

La campanella che segna la fine della lezione mi riporta sul pianeta terra.

Prendo le mie cose ed esco dall'aula, comprendo tutto il dolore che Luciano ha passato ma ancora non capisco perché non mi considera.

"Luciano."

Lo chiamo rincorrendolo all'uscita di scuola, sta per salire sulla Camaro e si blocca.

Vuole continuare a fare quello che stava facendo ma il suo sguardo rimane incatenato su di me.

"Si può sapere che vuoi?"

Sbotta acido.

"Voglio solo ritornare tua amica."

Dico, evitando di parlare di altro.

"Non puoi andartene e fare il cazzo che ti pare e poi tornare e pretendere come se niente fosse che tutti ti accogliamo a braccia aperte. Ho i miei cazzo di problemi e non ho tempo di pensare a te."

Così dicendo entra in macchina e sbatte lo sportello.

La delusione che provo in questo momento è più forte di ogni cosa. Le lacrime scendono involontariamente, non può essere che dopo tutto se ne esce con queste parole. Non lo accetto.

Corro verso casa.

Entro a casa con ancora il viso bagnato dal mio pianto interrotto, un odore di lasagne invade l'appartamento.

"Mammaaaa."

Urlo correndo a braccia aperte in cucina.
Mi abbraccia così forte da farmi scordare tutto, anche lui.

"Sei appena tornata e già piangi? A quale furfante devo spaccare la faccia?"

Mi chiede asciugandomi le lacrime.

"Niente, solo un amico che mi h delusa."

"Un amico speciale?"

"Credevo che lo fosse, ma a quanto pare il tempo ha sgretolato il nostro rapporto."

Mia mamma capisce subito di chi parlo e mi abbraccia di nuovo, così mi lascio andare e ricomincio a piangere.

Passiamo uno spensierato pomeriggio a guardare la tv e a mangiare pop corn.

Vado a letto e smanetto un pò il cellulare. Ormai esausta più emotivamente che fisicamente sto per addormentarmi quando qualcuno suona alla porta.

Un pò assonnata vado ad aprire, davanti ai miei occhi mi ritrovo la barbie che ho visto giorni prima con Luciano, mi chiedo cosa voglia da me.

"Io non so chi tu sia o come ti chiami ma Luciano ha detto che ti vuole, se fossi in te starei molto attenta è ubriaco."

E sghignazzando va via sculettando sui suoi tacchi 12.

Trovo Luciano accasciato a terra.
Mi chiedo quale sia il perché si è ridotto in queste condizioni, eppure è così ovvio.

"Dai alzati ti metto a letto."

Frugo nella tasca del suo giubbotto di pelle e trovo le chiavi di casa. Apro e lo guido verso il corridoio e poi verso la sua camera. Una volta sdraiato, mi perdo nei dettagli della sua camera è sempre la stessa, c'è ancora la libreria invasa dai fumetti e le tende bianche con i razzi blu.

Mi siedo sulla poltroncina vicino al letto, vedo che si gira e si rigira.

"Martaaaaa."

Mi chiama allungando il mio nome.

"Sii."

A dir la verità stavo per addormentarmi.

"Ti voglio bene."

Così dicendo si addormenta e io mi accuccio sulla poltrona e anch'io cado nelle braccia di Morfeo.

Tra odio e amore -Luciano SpinelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora