Slave

Capitolo 3

Law mise un altro po' di acqua calda nella vasca e, con il dito, controllò che la temperatura fosse 

accettabile. Avrebbe tanto voluto disciogliere un po' di acido in quell'acqua fumante per fare un bello scherzo al suo padrone, ma forse non valeva la pena rischiare la sua vita per una cosa del genere.
 Era tentato dall'abbandonare la piccola stanza ma immaginava che Kidd sarebbe andato a cercarlo in ogni buco presente sulla nave se avesse disobbedito ad un suo ordine.

 Si sedette sul bordo della vasca facendo scorrere un dito sull'acqua e increspandone leggermente la superficie giusto per ammazzare il tempo. 

La giornata era davvero iniziata nel peggiore dei modi, con quel bastardo che lo costringeva a preparargli un cazzo di bagno caldo! Era uno schiavo di tutto rispetto lui, con anni di studio approfondito di medicina generale, e con altri ancora più specifici nel campo della chirurgia ed era un possessore del frutto del diavolo e considerato uno dei peggiori pirati della nuova generazione ma veniva comunque relegato ai compiti più umili. Aveva il sospetto che quel bastardo con i capelli rossi lo facesse apposta.
 Ma lui sapeva avere pazienza e prima o poi gli avrebbe fatto pagare tutto con gli interessi. Se non fosse stato per quel maledetto collare glielo avrebbe mostrato lui il rispetto che meritava.
 Sapeva cosa lo attendeva e fece appello a tutto il suo sangue freddo per cercare di non pensarci troppo e di superare la cosa come aveva sempre fatto.

 La porta si aprì ed entrò Kidd in tutta la sua imponenza. Sotto il braccio teneva dei vestiti puliti e non sembrava aver fatto caso al moro. Quasi Law sperava che continuasse a non notarlo, così sarebbe anche potuto sgattaiolare via.
 Ma evidentemente il destino aveva altri progetti per lui ed il rosso gli ordinò di passargli il bagnoschiuma.

 Ne gettò una dose abbondante nella vasca e subito una morbida schiuma si formò in superficie. Diede la pelliccia a Law, dicendogli di sistemarla nell'attaccapanni in cui si trovavano alcuni accappatoi.
-Posso andarmene adesso?- domandò in tono alquanto scocciato il moro.
-Scherzi? Devi lavarmi la schiena.- disse l'altro già placidamente sdraiato all'interno della vasca.
 -Dimmi che stai scherzando? Non sono tenuto a lavarti la tua cazzo di schiena.- disse Law ma subito avvertì una forte pressione attorno al collo, circondato dal maledetto collare e le manette si strinsero attorno ai suoi polsi tanto che il medico pensò che si sarebbero spezzati.
-Ti sembro uno che ama scherzare?- disse serio il rosso costringendo l'altro ad avvicinarsi, utilizzando le manette alle caviglie. Law lo maledì mentalmente centinaia di volte mente veniva forzatamente trascinato accanto alla vasca.
 Quando riprese a respirare normalmente prese la spugna e la immerse nell'acqua prima di iniziare a strofinare l'ampia schiena del rosso.

 La sua pelle era così bianca che subito si arrossò a contatto con l'acqua calda e la spugna ruvida. Come piccola soddisfazione personale strofinò con vigore e ripeté l'operazione altre due volte prima di passare al collo e strofinarlo energicamente. Il rosso assecondava i suoi movimenti reclinando la testa all'indietro per facilitare l'operazione dello schiavo.
 Nel vedere il suo collo candido e così esposto Law penso che, con un singolo fendente della sua nodachi, avrebbe potuto tranquillamente separare quella testa di cazzo dal suo corpo. Ma, sfortuna volle che il suo padrone avesse sequestrato la lunga spada per nasconderla nella sua camera.

 Immerso nei suoi pensieri di morte non si accorse di aver iniziato a lavare l'ampio petto del giovane. Si fermò qualche istante, nel caso in cui non dovesse farlo, ma l'occhiata che gli rivolse Kidd gli fece capire che poteva continuare.
 Non che fosse particolarmente entusiasta all'idea di continuare a lavarlo ma non poteva sottrarsi ai suoi doveri purtroppo per lui. Lavò quei pettorali ben definiti e guizzanti ed esaminò incantato il ritmico abbassarsi e alzarsi del petto in sincrono con il respiro regolare del capitano.
 La sua curiosità era puramente medica ma non poté non ammettere che il suo padrone avesse davvero un bel corpo curato.