The hidden Notebook pt.11

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Ero ancora più stupita dopo quella lettera, ma la campanella della ricreazione interruppe il mio viaggio mentale.

Oggi Bea stava male così andai da sola dai miei amici e nel corridoio vicino al mio incontrai Alex che si stava dirigendo verso di me.

Non sapevo se guardarlo, se fargli un sorrisino per fargli capire di aver capito tutto oppure se cambiare direzione e ritornare in classe.

Purtroppo stavolta i miei pensieri mi hanno giocato un brutto scherzo perché ero così sommersa che non mi accorsi di essergli andata completamente addosso facendogli cadere il quaderno ad anelli che teneva in mano.

"Scusa non volevo" mi precipitai a dire non appena uscì dal mio mondo.

Tenevo lo sguardo giù e intanto stavo morendo dall'imbarazzo.

"Non ti preoccupare" mi rispose con un tono di voce gentile.

Subito mi chinai a raccogliere il suo quaderno e notai che da esso era uscito un foglio, così lo presi.

Porca troia.

Avrei riconosciuto quella scrittura tra centinaia.

Ora non mi bastava che prendere il quaderno misterioso e girare l'ultima pagina per confermare la mia tesi.

Così di scatto porsi il tutto ad Alex, che mi ringraziò e io tornai in classe.

Sfilai il quaderno dalla mia cartella, sfogliai le pagine fino ad arrivare alla lettera firmata Alex.

Forse ci ho messo così piano a finire di leggere questo quaderno perché la paura di essere delusa è tantissima.

Ma ora ne sono troppo sicura quindi girai la pagina e...

Ciao Erica è arrivato il momento di presentarmi, spero di non averti delusa facendoti rimanere male, comunque il mio nome è Ivan. So per certo che tu non mi abbia mai notato quindi eccoti una mia foto.

Questo ragazzo aveva ragione, non l'avevo mai notato e nemmeno sapevo il suo nome fin'ora, però ora che mi viene in mente sta sempre con i suoi amici a ricreazione vicino al mio gruppetto e se non sbaglio frequenta il primo anno.

Non è un ragazzo brutto, ma non so nemmeno come giudicarlo visto che se vogliamo dirla tutta ha ancora quel viso da bambino.

Però andando oltre l'aspetto, non capisco come un primino si possa essere innamorato perdutamente di me o come abbia scritto quelle cose con così tanta garbatezza, dolcezza e bellezza.

So benissimo che l'amore non ha età, ma io frequento il terzo anno, quindi mi sembra un po' esagerato a questa età.

Insomma faccio fatica ad andare d'accordo perfino con dei ragazzi della mia età per quanto siano infantili.

Forse tra un po' di anni potrebbe anche funzionare, cioè quando sia maschi che femmine raggiungono lo stesso livello di maturità.

Ma per ora non voglio illuderlo, magari presentandomi davanti a lui.

--¢--

"Pronto?"

"Ciao Bea sono io..."

"Cos'è questo tono da ragazza depressa?"

"Niente... Sai no che sono sempre maldestra e sbadata?"

"Ah bè credo che siano il tuo secondo e terzo nome, ma non capisco perché dovresti starci male..."

"Insomma oggi mi sono scontrata con Alex per sbaglio e gli ho fatto cadere un quaderno che teneva in mano e da lì è caduto un foglio con la stessa scrittura che c'è nel quaderno misterioso. Di conseguenza ero stra convinta che fosse Alex, ma quando ho letto la pagina dove il tipo misterioso si rivelava..."

"Oh Dio chi era!??"

"Fai male ad essere così emozionata perché è stato un primino a scrivermi tutte quelle cose!" Ci fu un attimo di silenzio dall'altra parte del telefono.

"... Bea ci sei?"

"Scusa ho tolto l'audio perché stavo un po' ridendo e non mi sembrava carino ridere su una cosa che ti fa star male..."

Disse un po' ridacchiando.

"Dai! Non mi stai aiutando per niente!"

"Scusa hai ragione, comunque stasera quando vai da lui portagli pure un biberon, non si sa mai"

"Dai! Cretina!" le dissi ridendo amaramente anche io. Insomma può sembrare strano oppure fastidioso, ma Bea è fatta così perché mi ha vista triste e ora cerca di farmi ridere. Poi come sempre entra in modalità saggia-Bea e tira fuori una delle sue perle.

"Oh mio Dio! La mia migliore amica andrà in carcere per essere uscita con un primino"

"Sì e tu pagherai il mio riscatto, quindi ora taci anche perché stasera non ho intenzione di muovermi!"

"Cosa? Ma sei matta? Un ragazzo ti scrive tutte quelle cose e tu reagisci così? Te ne freghi altamente? Ti aspetta ogni santo giorno su una fottuta roccia del parco. Sai quanto lui ci può rimanere male se tu nemmeno lo ringrazi o non ti fai vedere?"

"Non è vero! Lo sto facendo per il suo bene! Se mi presento all'incontro lui si illuderà troppo e poi lo farò star male."

"Scusa, ma chi ti ha detto che devi andare là per poi fidanzarti con lui!? Tu semplicemente andrai là, lo ringrazierai e gli spiegherai veramente ciò che pensi, facendolo star male il meno possibile. È un ordine! Te lo ordina la suprema Bea"

"Sei una piaga... Lo sai no?"

"È questo che servono le amiche no? Fiera di essere la tua super piaga! Ma a che ora ti aspetta lui?"

"Mmm... Dalle 9 alle 10 di sera se non sbaglio."

"Cazzo devi muoverti allora! Sono le 9:15 ora!"

"Senti non è colpa mia se una piaga rompe il mio programma di dormire tutta la sera obbligandomi ad andare a quell'incontro"

"Basta parlare e muoviti!"

Dopo questo lei riattaccò subito e io senza neanche degnarmi di cambiarmi uscii in tuta e mi diressi verso il parco.Perfetto ora si è messo pure a piovere!

"Hei ti serve un passaggio?" quella voce. Inconfondibile. Una volta impazzivo per lei ora mi sembra soltanto un fastidioso rumore assordante che rievoca mille demoni nascosti nei miei pensieri.

Mi immobilizai e non guardai neanche da dove proveniva quella voce, anche se sapevo benissimo che veniva dalla macchina accostata vicino a me.

"No" dissi secca e ripresi a camminare. Intanto Leonardo mi seguiva con la macchina e il finestrino aperto.

"Ti prego! Dai ti prenderai qualcosa con questo tempaccio." Non aveva tutti i torti, infatti la pioggia gelida aveva inzuppato tutti i miei vestiti causandomi un brivido lungo la schiena... O forse era lui a farmi rabbrividire? Fatto sta che non avevo altra scelta perché aveva cominciato pure a grandinare e i fulmini mi terrorizzavano da sempre. Mi sedetti sul caldo sedile della sua auto e lui accese l'aria calda non appena mi vide tremare.

"Rilassati non ho intenzione di torturati... Piuttosto dove eri diretta?"

"Al parco centrale" risposi sempre fredda.

"OK perfetto"

Un lungo silenzio imbarazzante si formò nell'aria, ma fu spezzato da me non appena mi accorsi che aveva girato dalla parte sbagliata.

"Guarda che hai sbagliato a girare!"

"Ah già, hai ragione. Scusami ma con questo temporale non l'ho proprio notato" Io non avevo nulla da dire, anche se sapevo benissimo che lui aveva mille domande che gli frullavano per la testa.

"Hai sbagliato ancora strada..." puntualizzai. Sapevo benissimo fosse stupido, ma non così tanto.


Però questa volta non rispose e capii...


Appena cominciai a slacciarmi la cintura bloccò le porte dell'auto.

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