Una visita fuori programma

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"Sei sicuro che dovremmo farlo?" chiese Theo con fare timoroso

"Stai tranquillo" risposi, piú per convincere me stesso che lui.

Lo ammetto, ero molto nervoso, perché entrare in casa altrui di nascosto non é molto carino, e perché avevo paura che ci avrebbero potuti scoprire, ma soprattutto perché non avevo idea di cosa avremmo potuto trovare in quel appartamento.

Fu necessario qualche minuto per riuscire a forzare la serratura con la forcina che ci eravamo fatti prestare da Vanessa.

Theo aprí la porta, ma solo di pochi centimetri. Era visibilmente agitato.

"Sei sicuro che non siano in casa?"

"Theo, Sondra é a casa tua con la gamba fuori uso, e con il casino che abbiamo fatto per forzare la porta, se Alvin fosse stato in casa si sarebbe accorto sicuramente della nostra presenza"

"Speriamo bene" mugugnó lui prima di spalancare la porta.

Infatti... Luci spente e finestre chiuse.

Ci addentrammo, chiudendo la porta alle nostre spalle: il monolocale di Sondra e Alvin era molto simile al mio, a parte per il fatto che il loro letto era matrimoniale e che loro avevano molti piú mobili.

Anche al buio, non facemmo difficoltá a individuare la maschera a forma di teschio che Sondra si era portata via qualche ora prima; era adagiato in bella vista su uno scaffale della libreria.

La seconda cosa che ci saltó all'occhio furono le macchie sul divano, che presumevo essere di sangue.

"Ehi, guarda!" aveva esclamato Theo, allarmato.

Quella vista ci sconvolse un po', ma ci avvicinammo comunque ad analizzarle.

"Sí, deve essere sangue" dedussi "probabilmente é questo il punto in cui Sondra si é fatta male... O le hanno fatto male"

"Sí" confermó Theo "a quanto pare non é stato un incidente... Oppure cosa ci faceva mia sorella sul divano con un coltello?"

"Ci sono un mucchio di cose senza spiegazione"

E infatti... Appena detto questo, trovammo una cosa molto strana nel lavandino.

Era una sorta di machete, una lama lunga almeno trenta centimetri, non mi sarei stupito se fosse stata quella l'arma che aveva ferito Sondra.

Era stata messa lí, come in attesa di essere lavata dal sangue che ancora la ricopriva.

"É impressionante..." commentó Theo

"Hai ragione" concordai. In effetti quella vista aveva turbato entrambi.

"A questo punto" ragionai "Sondra é stata ferita di sicuro da Alvin, oppure qualcuno é entrato in casa e l'ha aggredita. Sai, mi sembrerebbe strano che Sondra si sia procurata un taglio del genere maneggiando un machete mentre era sul divano, e sembrerebbe ancor piú strano che prima di venire a cercar aiuto abbia messo l'arma nel lavandino!"

"Il ragionamento é giusto" rispose Theo "Ma ci sono altre domande che rimangono senza una risposta: ad esempio, perché Sondra ci ha nascosto il vero motivo per cui si é fatta male? E poi mi chiedo se questo evento abbia a che fare con quella strana maschera."

Non finí nemmeno di pronunciare quella parola, che io mi ero girato istintivamente per guardarla, ma solo per scoprire con terrore che era sparita.

Un duro brivido mi divise la schiena.

"T...Theo..." balbettai impaurito

"Cosa?"

"La... La maschera"

"Eh..."

"La maschera non c'é piú!"

Anche lui si giró, per constatare che quella maschera era proprio scomparsa!

"Mario, ho paura che non siamo da soli!" si agitó "ho paura, andiamo via!"

"Sí... adesso usciamo" sibilai dirigendomi verso la porta, appena prima che essa sbattesse provocando un rombo.

"Oh, no! Chi c'é?" piagnucoló Theo

"Calmiamoci, non c'é nessuno, é solo corrente"

"Ma se le finestre son tutte chiuse!"

Corsi verso la porta e la aprii, ma sentii una mano afferrarmi un piede, facendomi sbattere dolorosamente sul parquet.

In preda al panico, mi divincolai, ma l'unica cosa che sentii fu la robusta corporatura di Theo inciamparsi e cadermi addosso, mi sentii quasi spezzare la schiena.

Strillai come potevo e tirai un altro calcio alla cieca, evitando che quella persona mi afferrasse anche l'altra caviglia.

Il cuore mi batteva come un martello  su un'incudine, l'ansia mi divorava vivo.

Perché Theo non reagiva? Perché non correva via? Conclusi che era ferito o svenuto.

Colui che mi aveva afferrato inizió a trascinarmi verso il centro della stanza, e io intuii con orrore quale poteva esserne il motivo.

Tirai un nuovo calcio con la gamba libera, e questa volta riuscii a colpire il suo stinco. Lui cadde a terra con un grido e finalmente molló la presa.

Io, finalmente, riuscii a rialzarmi e filai fuori dalla porta, senza nemmeno pensare a cosa potesse essere successo a Theo.

Corsi, con il cuore a mille, fino a casa Huxtable, dove bussai pesanti colpi sul portone.

Aprirono dopo pochi secondi, era Denise. Notai che era sorpresa di vedermi cosí agitato.

"Ehi, che c'é?" mi chiese in maniera dolce, ma senza dubbio incuriosita.

"In... casa..." provavo a parlare ma mi mancava il respiro

"Ehi, calmati!" sorrise la ragazza "dimmi cos'é successo"

"In casa di Sondra..." provai a scandire, ma rimasi di nuovo senza respiro

"Cosa é successo in casa di Sondra?"

"C'é un machete sporco di sangue... hanno provato ad uccidermi..."

"Ma chi?"

"Non lo so, ero di spalle"

Denise fece una sorta di ghigno e mi disse: "Dai, entra e siediti"

"Grazie" risposi, e non appena fui sul divano riuscii a prendere respiro.

Denise si mise, in piedi, di fronte a me e chiese: "Allora, Theo ti ha convinto a fumare Marijuana, eh? Beh, questi sono gli effetti"

Non mi credeva!

"Denise, non sto scherzando, dico la veritá, devi credermi!"

"Ti hanno provato ad uccidere? Ma certo!" rise divertita "E sentivi anche delle voci, vero?"

Il fatto di non essere creduto mi abbatté, ma chiesi: "Sondra dov'é?"

"Se ne é andata poco fa, Alvin é venuto a prenderla"

Poi, ad un tratto mi ricordai: che fine aveva fatto Theo?

La famiglia HuxtableDove le storie prendono vita. Scoprilo ora