Le strade si dividono

96 6 2
                                    

La nostra intenzione era quella di correre, di fuggire, di essere in un attimo dalla nonna Huxtable, avere un telefono, chiamare la polizia ed avvertirla che era entrato un matto in casa.

Purtroppo, con le gambe indolenzite dalla tensione e dall'adrenalina, tutto ciò che riuscivamo a fare era zoppicare lentamente e con sofferenza.

I vari lampioni, disposti regolarmente al lato interno del marciapiedi, illuminavano solo parzialmente, con le loro fioche lucine, il buio che d'inverno ricopre Manhattan già alle 21, ausiliate dai fari delle auto che raramente sferzavano la strada isolata.

Ma più di tutto, era terribile il dolore per tutto quello che era successo fin'ora.

È vero, adesso eravamo al sicuro, ma non riuscivo a smettere di pensare alla violenza... A Theo e Lana, che erano rimasti soli...

"Manca molto?"

"Al prossimo isolato giriamo a destra, e l'ospizio é in fondo alla strada"

"Meno male"

Fiatone e batticuore, le sensazioni mi stavano distruggendo.

"Mario..." mi parlò d'improvviso Denise "scusami se stamattina non ti ho creduto e ti ho preso in giro"

"Non... fa nulla"

Seguimmo la strada che Denise aveva indicato, ed in un tempo che ci sembrò dolorosamente infinito, arrivammo davanti alla casa di riposo in cui nonno Huxtable alloggiava.

Esso era un palazzo scuro, imponente non in altezza quanto in larghezza, e costellato di numerose finestre disposte a distanza regolare una dall'altra.

Come molte delle ville di Manhattan, anch'esso si avvaleva di un ampio e verde giardino, con l'eccezione che questo era più grande, in proporzione all'edificio.

Il cortile, a sua volta, era circondato da una lunga e alta palizzata di ferro... Il di cui cancello era chiuso.

"E adesso?"

"Mi ero dimenticata" esclamò Denise portandosi la mano sugli occhi "le visite finiscono alle 19, e ora saranno già le 21!"

"Ottimo..."

"Mi dispiace, non ci avevo pensato... Scusa"

Non stetti a sentire le giustificazioni, piuottosto ragionai.

"O entriamo qui di nascosto, o andiamo a casa di tua nonna, da Vanessa, e chiediamo aiuto a lei"

"Non saprei... Entrare qui è piuottosto complicato, visto che è tutto chiuso, e la casa della nonna è abbastanza lontana"

Rimanemmo un attimo in silenzio, dopodichè conclusi:

"Okay, proviamo a entrare"

"Se riusciamo a scavalcare il cancello, poi potremmo entrare dalle finestre più basse senza troppi problemi"

"Giusto... Potrei farti da rampa, ma in questo modo potresti entrare solo tu"

"Non vedo altre soluzioni...."

"Nemmeno io... Forza, sali"

Piegai la schiena contro il cancello e mi strinsi alle sbarre, in modo che la minuta e leggera Denise potesse arrampicarsi prima su di me e successivamente su per il cancello. Quando fu in cima, non ebbe problemi a passare dall'altra parte e calarsi fino al suolo.

"Grazie" disse parlandomi attraverso le sbarre "ora vado dalla nonna e chiamo la polizia. Tu prova a raggiungere Vanessa in taxi. Ecco" disse tirando fuori una banconota da 20 dollari "dovrebbero bastare"

La famiglia HuxtableDove le storie prendono vita. Scoprilo ora