Scampato pericolo?

66 6 1
                                    

"Ragazzi, aspettate un attimo" Alvin si avvicinava lentamente a noi

"Lon... lontano" balbettai goffamente stringendo forte Vanessa con un braccio e agitando disperatamente davanti a me il coltello con l'altro.

Alvin lo vide e si bloccò in mezzo alla stanza.

Proprio un attimo dopo si sentì un rumore dall'entrata, e mi chiesi cosa stesse succedendo: il 'serial killer' era proprio di fronte a noi, chi poteva essere irrotto nella casa?

"Polizia, fermi tutti!"
Sia ringraziato il cielo, pensai, mentre Alvin metteva le mani in alto e due agenti entravano con la pistola in mano.

...

Pochi minuti dopo, in una volante che riaccompagnava me e la mia amica a casa, un giovane agente ci raccontava del brutale omicidio di Lana, alla quale erano stati sadicamente tagliati gli orecchi ed esportati gli occhi e i reni prima che morisse dissanguata, e di come Theo era riuscito a sfuggire al killer nascondendosi astutamente in un armadio; aveva, poi, telefonato alla polizia, che già avvertita da Denise si era fiondata sul luogo senza, però, trovare nessun assassino. Fortunatamente, Theo aveva intuito dove ero io e che il killer poteva star cercando proprio me, e aveva avvertito la polizia, la quale era riuscita a salvarci mentre eravamo praticamente già fottuti.

"Vedete, ragazzi" continuò il poliziotto "a sentire le testimonianze dei vostri amici, sembra che il soggetto presenti comportamenti di natura opposta. Vale a dire: momenti di grande tranquillità e profonda gentilezza alternati a periodi di furia omicida. I nostri psicologi studieranno questo caso, anche se sono già praticamente convinti che l'omicida sia insano mentalmente: si tratti di sindrome bipolare. Aspetteremo la diagnosi"

Vanessa si abbracciò al mio corpo, io feci lo stesso con lei.

Senza parole, esprimevamo lo stesso concetto... Quanta tristezza, quanta bruttura...

"È tutto finito..." sussurrò lei.

Riuscii a chiudere gli occhi e abbandonare la testa contro la sua...
Chissà se riuscirò a calmarmi

"Ti hanno invitato a dormire da noi, vero?"

"Sì"

"Beh, se può farti stare più tranquillo... Cioè se ti va... Potresti dormire con me"

Sciogliemmo l'abbraccio; ero consapevole di quanto imbarazzante fosse questa proposta, ed ero consapevole che dire a Vanessa di me e sua sorella sarebbe stato un grosso dente da togliere, ma mi fece sorridere l'ingenuità e la leggerezza con cui lo aveva detto.

L'auto si fermò.

"Eccoci a casa ragazzi... Mi raccomando, eh" disse dal sedile anteriore l'agente alla guida

"Grazie, agenti. Buona notte"

...

Nel salone di casa Huxtable ci stavano aspettando in piedi, schierati in riga, nell'ordine, Clifford Huxtable, Claire Huxtable e la figlia Denise, tutti e tre con lo sguardo a terra.

"È molto brutto ciò che è successo oggi in casa nostra" esordì il signor Huxtable "Questo è uno spiacevole lutto... Tuttavia, caro Mario, dobbiamo ringraziarti per la forza e il coraggio con cui hai messo in salvo Denise e successivamente Vanessa, te ne siamo molto grati"

Mi sentii imbarazzato, aveva molto ingrandito le cose.

"Ma veramente ho solo provato a salvarmi la pelle, io ho fatto la mia parte come gli altri... Non ho nessun merito... Piuottosto Theo ha fatto la sua grossa parte"

"Hai ragione... Ora mio figlio sta dormendo, è molto scioccato e ha bisogno di molto riposo, le forti emozioni che ha vissuto oggi non sono da nulla... Ed è meglio che ora anche voi andiate a letto, è tardi e voi avete bisogno di riprendervi"

"Grazie. Buona notte signori Huxtable"

Salimmo al piano superiore, e dopo aver salutato Vanessa, stavo per entrare in camera di Theo, ma Denise mi bloccò:

"Aspetta, non disturbare Theo"

Si avvicinò e mi diede un nuovo bacio a stampo.

"Se non ti da fastidio puoi dormire con me... Anche se non credo che ti dia fastidio" disse con una risatina

Anche io risi un po', dopo quella serata di merda stavo riuscendo a liberarmi un po' la testa.

"Dai, andiamo..."

Ci sdraiammo e ci baciammo di nuovo. Ripensai rapidamente alle cose che erano successe quel giorno... Quanto dolore, dovevo dimenticare il prima possibile.

Ah, e poco prima di chiudere gli occhi, mi sembrò di vedere la solita maledetta maschera guardarmi attraverso il vetro della finestra... Ma mi dissi che era solo un effetto della stanchezza e della suggestione, e riuscii ad addormentarmi.

La famiglia HuxtableDove le storie prendono vita. Scoprilo ora