Passi nel buio

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Subito dopo questo raccapricciante evento, Denise non aveva resistito e si era accasciata sul divano, priva di sensi.

Io e Theo ci avvicinammo a lei, terrorizzati, per nasconderci dietro al divano.

Mi sentivo in trappola, eravamo lì dentro, fottuti e imprigionati, con quel pazzo in casa.

"Aaaah" Dal piano superiore arrivò un nuovo strillo che ci fece venire in un attimo la pelle d'oca... La paura mi stava facendo contorcere l'intestino.

"Denise... svegliati" Provai a sussurrarle, nel vano tentativo di calmarmi.

Un attimo dopo vennero buttati giù dalle scale lunghi filamenti neri... che immagino fossero i capelli di Lana.

"Oddio!" Esclamò Theo

"Okay, a... ascolta" Provai a ragionare, con voce tremante, ma anche con la convinzione che dovevamo fare qualcosa o saremmo finiti male "Tu vai in cucina e telefoni alla polizia, nel frattempo io provo a far rinvenire Denise, okay?"

Theo annuì, e nonostante si vedesse che non aveva nessuna voglia di farlo, si diresse con passo lento in cucina.

Con qualche piccolo schiaffetto, riuscii a far rinvenire Denise abbastanza in fretta.

Anche in quella situazione così estrema, come aprì i suoi grandi dolci occhi di nocciola mi trasmise subito un solido senso di sicurezza.

"Dov'è Theo?" chiese

"È in cucina, sta provando a chiamare la polizia... La situazione sará in breve sotto controllo"

...

"Niente da fare, ragazzi" disse qualche secondo dopo la voce di Theo, mentre tornava in sala " I fili del telefono sono stati tagliati... A quanto pare il nostro Uomo-teschio si è ben organizzato"

"Cazzo!" esclamai

Un silenzio freddo e nervoso fece da eco alla mia imprecazione.

"A... allora" continuó Theo dopo qualche secondo, dopo aver preso un profondo respiro "io... avevo messo i nostri cellulari al piano superiore. L'unica cosa che mi rimane da fare è andare di sopra, prendere un cellulare e provare a telefonare alla polizia"

"No, Theo!" esclamai "È troppo pericoloso!"

"Mario... Non so perchè quel pazzo non è ancora sceso qua sotto a farci tutti a pezzi, ma ti ricordo che potrebbe farlo da un momento all'altro!"

"Lo so! E con questo?"

"Intendo che andare su è pericoloso quanto rimanere qua. E in più se rimaniamo qua rischiamo lo stesso ma nessuno ci chiama la polizia... Senza contare che lassù c'è Lana tra le mani dell'Uomo-teschio"

"Hai ragione... Sii prudente" Mi raccomandai

Mi sorpresi di vedere Theo, con fare così perentorio, superare tutta la sua paura e avviarsi al piano di sopra con quel passo tremante di prima, ora mutato in passo deciso.

Denise si levò a sedere sul divano con la preoccupazione negli occhi.

Ci fissammo dritti negli occhi per un tempo che, sicuramente, fu molto meno lungo di quel che ci sembrò, mentre ci ponevamo, nelle nostre menti, le stesse identiche domande: riusciremo a scampare al pericolo? Lana è viva? Quanto durerà ancora questo inferno, e come si concluderà? L'uomo con la maschera a forma di teschio è veramente Alvin? E se è lui, perchè sta facendo questo?

Tutte domande che ci veniva naturale porci, ma a cui, purtroppo, non potevamo dare risposta... e nemmeno essere ottimisti.

In quel momento, l'unica cosa che potevamo fare era affidarci a Theo e sperare che tutto sarebbe andato bene.

Presi tra le mie mani quelle piccole e calde di Denise.

"Come andrà a finire?" mi chiese in un soffio

Io non mi sentii di fare previsioni, tutto ciò che riuscii a fare fu deglutire con difficoltà, abbassare lo sguardo ed annuire.
"Denise..." sussurrai qualche secondo dopo

Lei mi guardò con insistenza, aspettando che iniziassi a parlare.

"Denise... So che probabilmente non è il momento adatto per parlare di questo... Ma ci tengo molto, ed essendo concreti, potremmo non uscire da questa situazione... Quindi mi sento di parlartene ora"

"Va bene, dimmi"

Alzai lo sguardo sul suo viso, e guardandola negli occhi continuai a parlare.

"Denise, il tuo profumo è ormai il mio ossigeno. Anche in una situazione come questa, se tu sei vicina a me, io mi sento totalmente al sicuro! Non sono mai riuscito a dirtelo, ma è da quando ti ho conosciuta che le mie notti sono costellate dai tuoi sogni... Insomma, sono innamorato di te"

Buio.

Proprio nel momento in cui finii la frase, l'interruttore della corrente scattò, lasciandoci nell'oscurità più completa.

Denise mi saltò praticamente addosso, stringendomi fortissimo e piangendo:

"Mario, ho paura!"

Io strinsi altrettanto il suo minuto corpo, balbettando con una manciata di fiato:

"A... anche io ho paura..."

Ora non c'era nulla a cui potevamo affidarci, il buio era un nemico che ci nascondeva le mosse del mostro e ci avvolgeva come una sensazione di oscuro terrore incontrollabile.

Potevo sentire alla perfezione il cuore di Denise battere forte tra i nostri petti a contatto tra loro, il suo respiro freddo e affannato sul mio collo, le sue braccia, avvolte al mio corpo, strizzarlo violentemente.

Non potevamo rimanere lì, era troppo pericoloso, valeva la pena di rischiare e provare a uscire di casa.

"Denise, dobbiamo fuggire"

"No, ho paura"

"Ma se riusciamo ad uscire, saremo salvi e potremo andare a cercare aiuto"

"Non possiamo abbandonare Theo e Lana"

"Non sono soli, hanno l'un l'altro, e se almeno noi due riusciamo a mettere la pelle al salvo poi potremo chiedere aiuto e venire a salvarli"

La presi per mano e, con passo prudente quanto incerto, mi diressi con lei a mio fianco verso l'uscita... non fu particolarmente difficile raggiungerla, ed in un paio di minuti fummo fuori da quella maledetta casa.

Sotto la fioca luce bianca dei lampioni, con l'aria aperta, era molto più semplice respirare, ed un sollievo parziale mi sfiorò piacevolmente.

"Adesso dobbiamo cercare aiuto" dissi "Dovremo trovare i tuoi genitori"

Denise diniegò con la testa.

"Non so in che ristorante sono andati, e non possiamo girarli tutti"

"Cacchio, questo è un problema... Direi che non è il caso di andare a chiedere aiuto a Sondra"

"Ma c'è sempre la nonna, possiamo andare da lei"

"Giusto! Però Vanessa mi ha detto che avrebbe passato la notte all'ospizio. Sai dove si trova?"

"Certo, non è particolarmente lontano"

"Benissimo, allora andiamoci!"

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