II Capitolo

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<< Se giudichi le persone non avrai tempo per amarle>>
                                       Madre Teresa di Calcutta

Mi si posiziona davanti e incrocia le braccia
< ho forse detto qualcosa di sbagliato?>

<esci fuori dalla mia stanza> sibilo.
Forse sono stata troppo dura ma le lacrime erano già uscite fuori copiosamente e non sarei riuscita a trovare modo di giustificarmi.
Senza farmelo ripetere lei si dirige alla porta ed esce fuori sbattendosela alle spalle.
Mi sento distrutta, aver rivissuto quel momento mi ha fatto ricordare di quanto mi mancasse la presenza di Tzao, di come fosse morto ingiustamente.
Vengo risvegliata da due colpetti alla porta

<sono mamma, posso entrare?>

Emetto un verso di approvazione e lei entra.
<Non dovevi restare giù con i Manoban?>

Ah! Sono andati via perché dovevano finire di mettere a posto le cose di Lisa. Nini...> mi guarda un po' arrabbiata <perché l'hai cacciata dalla stanza?>

<non l'ho cacciata> metto il broncio <e poi comunque mi ha fatto ricordare di Tzao.>

Mia madre esita un attimo sullo stipite della porta e poi si avvicina a me e ci sediamo sul letto.

<tesoro, quella è stata un'esperienza traumatica per tutti, Tzao ti manca molto, ma adesso è andato, non c'è niente che tu possa fare, però sei diventata una bellissima ragazza e ho sentito che Park Jimin è single al momento> squittisce scherzosamente ed io non posso fare a meno di arrossire.

<mamma, di queste cose non ne dovrei parlare con te, insomma> mi ritraggo e la vedo divertirsi ancora di più

<Spero per te che non combinerai una delle tue sennò saranno guai seri> mi dice con finta serietà ed io non ce la faccio più.

< ti prego vai via!> La allontano delicatamente e lei mi risponde a tono

< vedi così non farai mai amicizia con Lalisa>
mette le mani sui fianchi

<con chi?> chiedo incredula

<stai scherzando vero?> replica illusa <Lalisa, la ragazza di cinque minuti fa> mi tasta la faccia e poi continua< non è che soffri di qualche demenza e non ne so niente>
Mi alzo e indico fuori la porta con fare arrabbiato, lei sfinita scrolla le spalle ed esce fuori.
Mi butto sul letto e sento che mi gira la testa

" Finalmente un po' di libertà"

Trilla il telefono.
"sto per imprecare"
Un gemito infastidito esce dalla mia bocca e a fatica mi rialzo,prendo il telefono e leggo il messaggio
*numero sconosciuto*
"Ciao Jennie, io sono Jisoo, spero di incontrarti presto"
"ma anche no" penso ma non voglio essere troppo cattiva, insomma è solo la stanchezza e quindi rispondo
" mi farebbe molto piacere" inserisco una faccina che manda un bacio e invio. Aspetto una risposta che non arriva. Probabilmente è offline.

Dopo una giornata passata a far nulla mia madre mi porta in aereo porto dove incontro gli altri.
Non hanno niente da fare e la maggior parte sta smanettando sul telefono.
Mi guardo in giro in cerca di Lisa e sento qualcosa toccarmi la spalla.

< Ciao, tu devi essere Jennie?>
"che cazzo vuoi?"

<Si, tu sei...> mi blocco aspettando una sua risposta
<Jisoo, stamattina mi si era spento il telefono e non ho potuto risponderti, posso salutarti per bene adesso>
Si inchina e poi mi abbraccia.
Ha degli occhi stupendi, sono neri e luminosi e poi i capelli, non so per quale motivo, viola.
Mi incanto per qualche secondo e sento qualcuno prendermi sotto braccio.

As if it's your last (Jenlisa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora