Emma si svegliò accecata dalla luce del sole che penetrava dalle tende del suo salotto. Tastò con la mano il pavimento appiccicoso. Aveva dormito per terra. Provò ad alzare la testa, ma un senso di nausea la stordì. Si mise a sedere. Aveva un forte mal di testa e la pancia sottosopra. Il suo salotto era un disastro. I bicchieri di plastica che puzzavano di alcol e le bottiglie vuote di superalcolici riempivano il divano, il tappeto, i tavolini. C'era puzza di vomito. Guardò l'orologio della cucina: era quasi mezzogiorno. Faticosamente Emma si alzò in piedi, e andò in bagno. Vomito dappertutto. Non aveva la forza di pulire, allora si diresse in cucina e pensò a come sentirsi meglio. Non aveva voglia di cibo, ma nemmeno di acqua. Decise di mangiare qualche biscotto mentre buttava i bicchieri e le bottiglie. Era rimasta solo la sprite che usavano per diluire i superalcolici. Avendo sete, decise di berla. Subito se ne pentì, e sputò la bevanda sui bicchieri che teneva in mano. Quella non era Sprite. Decise di non indagare, e di buttare tutto. Una vola ripulito il salotto e la cucina, toccò al bagno. Uno schifo. Si fece una doccia e si vestì, buttando nella lavatrice i suoi vestiti sporchi di alcol e vomito. Ma anche in una casa pulita, con addosso vestiti puliti, Emma si sentiva sporca. Sporca dentro. Non ricordava praticamente niente della festa della scorsa sera. Ricordava la musica altissima, la vodka, qualche sigaretta, lei e Marco che ballavano, sempre più vicini... e poi il nulla. Boh. Accese il telefono. Entrò su Instagram. Nella home di Instagram, foto di lei nuda. Nelle storie dei suoi amici, una gigantesca orgia con lei e Marco dentro. Le cadde il telefono di mano. O forse, fu lei che lo buttò. Riguardò tutte le foto. In alcune l'avevano perfino taggata. Pezzi di merda... Emma era sconvolta. Le lacrime le scorsero automaticamente sul viso, mentre lanciava il telefono lontano dal letto su cui si era seduta. Prese una sigaretta dalla tasca e l'accese. L'avrebbe rilassata un attimo e aiutata a riflettere. Ma servì a poco. Non avrebbe mai trovato il coraggio di uscire di casa con quelle foto ovunque. E così, prese una decisione. Andò in cucina. Prese un grosso spago resistente, e ci fece un nodo. Legò la parte singola al balcone, facendo penzolare il nodo davanti a lei. Fece un respiro profondo e infilò la testa nel nodo. Davanti a lei c'erano massimo due passi, e poi la morte. Emma guardò di sotto. Macchine strombazzanti per le strade, nessuno che la guardava. Prese coraggio, e fece un passettino. Senza pensarci, mosse l'altro piede in avanti, e sentì la terra mancargli. Il suo collo gli bruciò per qualche secondo, sentiva la testa pulsare a mille, poi il buio. Riusciva ancora a respirare però. Sentiva ancora il rumore dei clacson sotto di lei, l'aria umida in fronte. Fece un ultimo grande respiro, o almeno ci provò, prima di smettere di vivere.
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Storie brevi
Short StoryMorte, amore e dolore saranno protagoniste, ma in questa raccolta di storie brevi troverete un po' tutti gli argomenti. Spero vi piacciano.