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Alice era una primadonna insopportabile. Aveva sempre qualcosa di cui lamentarsi, sempre qualcosa per cui farsi vedere, aveva sempre qualcosa. E poi suonava la chitarra elettrica in una band. Con questo non intendo dire che chiunque suoni la chitarra elettrica in una band possa essere definito primadonna, ma Alice lo era. Dico sul serio. Una volta, ad esempio, stavo andando alle prove della mia band e l'ho incontrata sull'autobus. Non mi ha salutato, ma quello è tipico degli abitanti della mia città. Così l'ho fatto io. Le ho chiesto come stesse. Mi ha risposto: "Alla grande. Tu che fai, invece?", sempre a farsi gli affari degli altri. Le dissi quel che ho detto a voi: che stavo andando alle prove della band. "Ah, è vero! Suoni anche tu in una band. Bello. Batteria, giusto?"
Annuii. Santiddio, già non la sopportavo più. "È bello che ancora qualcuno suoni uno strumento così rumoroso. Non ti piace molto stare al centro dell'attenzione, vero?" mi fece. Secondo lei, infatti, la batteria era uno strumento adatto a persone timide. In parte era anche vero - a me, personalmente, non interessava molto stare sotto i riflettori - ma Alice faceva sempre di tutta l'erba un fascio. Era proprio fatta così. Scesi due fermate in anticipo, quel giorno, pur di scollarmela di dosso. Le persone così non le sopporto.
Alice aveva una sorellastra, Yoko, nata dal secondo matrimonio di sua madre. Ecco, ad esempio, Yoko mi piaceva. Era, prima di tutto, molto più educata di sua sorella - al contrario suo, lei salutava sempre le persone che conosceva - e poi era molto più riservata di Alice. Guardava le cose da lontano, lei, non entrava mai completamente nei fatti. E quando le chiedevi un'opinione, lei iniziava sempre dicendoti Secondo me. Lo so che sembra una cosa stupida, ma per me è indice di grande educazione, questo. Mi piaceva proprio, la vecchia Yoko.

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