Io li odiavo, i venerdì piovosi; uscendo da scuola mi ritrovavo sempre a dover camminare dietro alcune coppiette abbracciate, bagnate fradice, che non riuscivano a smettere di ridere. Li detestavo, certi spettacoli pietosi. Quelle coppiette, poi, me le sarei ritrovate dentro il bus per tutto il viaggio. Stavo sempre a domandarmi cosa diavolo avessero da ridere. Una volta, colto dalla curiosità, mi rivolsi ad un ragazzo e gli domandai: "Senti, amico, non prendertela, è solo un mio interesse: mi spieghi cosa ci sia di così tanto divertente nell'entrare in un bus bagnati dalla testa ai piedi?" il ragazzo continuò a sorridere. "Niente. Io rido perché lo fa lei", quindi indicò la ragazza bionda accanto a lui.
"E lei che ha da ridere?"
"Niente. È la pioggia." fece lei.
Le persone sono proprio strane; io a volte non le capisco. Comunque, per non incasinarmi ancora di più il cervello, li lasciai perdere. Che continuassero a ridere, quei due. A me, essere inzuppato come un diamine di pulcino avrebbe solo fatto arrabbiare. E pure tanto. Ve l'ho detto: li odio i venerdì piovosi.
Non è la pioggia in sé a starmi sulle palle – per certi versi, la trovo anche una cosa abbastanza poetica – è più che altro il fatto che si crei questa strana atmosfera che mi mette solo tanta tristezza, e la cosa non mi piace; tutto qua.
Ci fu, però, un venerdì piovoso che invece mi piacque parecchio. Ero a casa con Jimmy, il chitarrista, e stavamo bevendo qualche bevanda gassata sdraiati sul pavimento, guardando qualche partita di rugby in TV. Era una noia mortale. Così Jimmy mi chiese cortesemente di accendere la cavolo di radio. Io non ne avevo molta voglia, a dire il vero, ma lo feci lo stesso. Proprio in quel momento stava passando una canzone che ancora oggi ricordo con piacere: Let me be your water dei Bonfire. Credeteci o no, quella fu la primissima canzone metal che ascoltai. Così Jimmy ed io restammo a sentirla, fino alla fine. Poi ci informammo su questi Bonfire, come avrebbero fatto tutti, e scoprimmo che sarebbero stati in città due settimane più tardi. "Cavolo, Marvin, vorrei proprio andarli a vedere, questi qua", mi disse Jimmy. Così il giorno dopo andammo a comprare i biglietti, super esaltati all'idea di avvicinarci ad un nuovo genere di musica. Lo custodii gelosamente sopra al comodino fino alla data del concerto. Evitai di prendere freddo, di rompermi qualche osso, di fare qualsiasi cosa avesse compromesso la mia partecipazione a quel dannatissimo concerto. Il giorno prima del grande evento, Yoko venne a casa mia: le serviva la stampante per la ricerca di storia. Quando vide il biglietto sopra il comodino, mi guardò stupita: "Non sapevo fossi un metallaro, Marvin"
"Non lo sono, infatti" dissi. "Solo che questa band mi piace. Ha reso interessante un noiosissimo venerdì piovoso."
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mourvi ;;
General Fiction❝ mi piaceva il modo in cui pronunciasse il mio nome. lo faceva un po' all'inglese, sapete. non lo saprei riscrivere, ma somigliava molto a "Mourvi". faceva quasi tenerezza. ❞ 。・:*:・゚★,。・:*:・゚☆ find me on ig: @spookymanuls / @babystarki [ in copert...