ventuno

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Finalmente mi era stata data la possibilità di chiamare mia madre e annunciarle il mio ingresso al Serale. Ero davvero felice di comunicarle una gioia tanto grande per me, ma allo stesso tempo non sapevo come l'avrebbe presa.
Così feci un respiro ed entrai in quella specie di confessionale. Mi misi seduta ed attesi una sua risposta.
Prima di effettuare la chiamata, Maria mi parlò.

"Ti vedo un po' tesa, Lu" mi disse.
Sussultai per la voce di Maria, rendendomi conto di essere agitata.

"Già, l'ho notato" commentai "eppure è solo mia madre e dovrebbe essere la cosa più semplice del mondo"

"Ma c'è qualcosa che ti turba" affermò ovvia.

"Forse è solo paura" ammisi "insomma, mia madre è sola adesso nonostante sia impegnata con i turni al lavoro. Quando c'ero io era diverso, la andavo a trovare, le portavo il pranzo o la cena e stavo con lei; ma ora che sono qua non posso né vederla né sentirla"

"Adesso ne hai la possibilità, quindi dille tutto quello che pensi" mi incoraggiò Maria.

Annuii e aspettai, questa volta per davvero, una risposta da parte di mia madre, "amore"

"Mamma" dissi, allungando la a finale della parola.

"Come mai mi hai chiamata?" chiese curiosa.

"Eh, è successa una cosa bella" dissi "sono passata al Serale, squadra bianca"

"Piccola, sono così fiera di te come tuo padre immagino" una lacrima rigò il mio viso.
"Sai che non sono molto brava ad incoraggiarti o a fare dei discorsi emozionanti come quelli di papà. Ma, nonostante io non sia lì con te, devi farti forza e portare avanti il tuo sogno. Una volta uscita da Amici dovremmo fare ancora un po' di sacrifici, ma ce la faremo come sempre, no?"

"Certo, mamma" risposi "che fai? Sei al lavoro?"

"Per adesso sono a casa, stavo riordinando un po' la tua camera nonostante fosse ancora in ordine dalla settimana scorsa" disse ridendo "questa casa è proprio vuota senza di te"

"Mami, mi spiace. Non volevo lasciarti sola" ammisi.

"Lulu, non dirlo neanche per scherzo! Te lo meriti, lo sai"

Rimasi a parlare con lei per altri dieci minuti, poi la produzione mi avvisò che era arrivato il momento di chiudere la telefonata. Così la salutai con le lacrime agli occhi, dicendole di scrivermi un messaggio per ogni volta che si sarebbe sentita sola o male, nonostante non potessi usare il telefono, per esserne a conoscenza una volta uscita dal programma.
Uscii dal confessionale e raggiunsi il salotto, sedendomi sul divano e fissando il mio volto allo specchio davanti ad esso.

"Lù, tutto bene?" mi domandò Luca, sedendosi al mio fianco.

Annuii, "ho parlato con mia madre"

"Ti manca?" chiese.

"Sì, ovvio. Più che altro mi dispiace che adesso è sola. Già deve fare turni extra al lavoro, poi torna a casa e non trova nessuno" spiegai.

"È normale, Lù, però devi stare tranquilla perché non è colpa tua se hai un talento e di certo tua madre non te ne fa una colpa".

Annuii alle parole del ragazzo al mio fianco ed entrambi ci girammo di stacco quando sentimmo un cassetto della cucina sbattere violentemente.
Notai che a chiudere quel cassetto con così tanta forza fu Filippo, il quale era girato di schiena.

"Ho capito, me ne vado" mi sussurrò Luca con un sorriso sul volto.
Mi alzai dal divano e raggiunsi Filippo, appoggiandomi con la schiena al frigorifero e guardandolo con le braccia incorciate.

"Devi dirmi qualcosa?" mi chiese, versando un po' ďacqua nel bicchiere.

"No, tu?" domandai io con voce irritata.

"Mh, penso di averti già detto tutto" ribatté avvicinandosi al mio viso e bevendo un sorso di acqua.

Commentai con un va bene ed andai verso il pianoforte presente nella sala di canto e di ballo che ogni casetta aveva.
Iniziai a suonare Ti ho voluto bene veramente, sapendo di essere seguita da Irama e sapendo che aveva scritto una parte per questa canzone.
L'unica cosa che potevo fare, per evitare che diventasse geloso per ogni singola cosa, era cantare e dimostrargli che nella mia mente c'era e ci sarà solo lui.

"Perché ti voglio bene veramente
E non esiste un luogo dove non mi torni in mente
Avrei voluto averti veramente
E non sentirmi dire che non posso farci niente
Avrei trovato molte più risposte
Se avessi chiesto a te, ma non fa niente
Non posso farlo ora che sei così lontano" iniziai io.

"Così lontana che se cadi non lo sento il rumore
Così distante che non riesco a ricordare il tuo odore
Di quando in macchina per ore facevamo l'amore
E quando stringevi i sedili mentre gridavi il mio nome
Io che ti cerco dentro un cellulare
Forse perché in una foto non ti puoi arrabbiare
Spiegami perché una foto la si può salvare
Se la vita ci separe e non rimane uguale" continuò lui.

"Ma il dolore che non ha piu un età
Una sigaretta a metà" cantammo insieme.

"Che ti rende soddisfatto come quando avrei voluto dirti sono qua
Questa volta non rimango, ma rimango male su una tangenziale che da mesi sono solo come sopra un astronave
No, no, non mi va sapere di cosa fa
Quando vorrei soltanto dirti che" si fermò per far continuare me.

"Ti voglio bene veramente,
Non posso farlo ora che sei così lontano" conclusi.

"Bomba" commentò Valentina, venendoci incontro insieme ad Emma.

"Molto bella" disse la maltese con il suo adorabile accento.

Ringraziai entrambe con un sorriso, mentre Filippo mi strinse in un abbraccio e mi lasciò qualche bacio sulla guancia. Eravamo strani io e lui, litighiamo per scusarci con un solo sguardo, ci allontaniamo solo per essere ancora più vicini, ci salutiamo per poi ritrovarci. E forse era questa la cosa che amavo di più di noi, che nonostante tutto eravamo ancora lì, ancora insieme.

[...]
Raccontai a Filippo della chiamata con mia madre e del fatto che io e Luca stavamo solo parlando di quello, non c'era bisogno di marcare il terriotrio, perché non l'avrebbe neanche toccato.

Spazio Autrice:
Come sempre ditemi cosa ne pensate!
Comunque, state bene? Raccontatemi qualcosa, idk haha

Fragile | Irama PlumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora